Magazine Attualità
"Quale sarebbe la vostra reazione se qualcuno vi dicesse che l' attuale tracollo economico è colpa del sistema che è costruito appositamente affinchè queste cose accadano periodicamente ? ..."
( NdR: Niente di non già detto altre volte in questo sito, ma comodamente riassunto in modo chiaro e sintetico in questo saggio di Pierluigi Paoletti ).
L’economia attuale è costruita come un grande imbuto o un piano inclinato sul quale qualsiasi ricchezza che viene creata inevitabilmente scivola fino a finire in un punto ben determinato.
Il sistema odierno si fonda sullo squilibrio che viene sapientemente creato e mantenuto con cura maniacale per essere sfruttato al momento giusto, per approvvigionarsi di materie prime e sfruttare manodopera a basso costo, per avere sempre una produzione a costi inferiori, conseguendo così vantaggi incolmabili e sempre maggiori rispetto agli altri attori del mercato.
Lo schema classico è produrre a poco e vendere a tanto sfruttando gli squilibri; e questo si ripete all’infinito, ma sempre con differenti modalità per non essere facilmente individuato, allargando la sfera di azione ogni volta che un mercato inevitabilmente si esaurisce. Un esempio di casa nostra è la pretestuosa arretratezza del sud Italia che è servita strumentalmente in un primo periodo per avere manodopera e successivamente per “delocalizzare” produzioni ed ottenere sostanziosi aiuti economici dallo stato. Finita la festa e trovati altri luoghi nel pianeta dove massimizzare il profitto, si abbandona tutto lasciando in eredità a chi rimane solo inquinamento, distruzione, povertà, tanta sofferenza e malavita.
La globalizzazione ha solo questo scopo e niente più.
Solo così si spiega il miliardo e duecento milioni di persone che soffrono ancora la fame, aumentate del 9% solo nell’ultimo anno ed i livelli di povertà profonda di alcune zone del pianeta, quando invece si sarebbe in possesso di tecnologia e ricchezza sufficiente per dare benessere e alimentare con tranquillità tutta la popolazione mondiale.
Il debito infinito
Lo strumento usato per creare questi necessari squilibri è il debito infinito. Uno strumento che getta l’intera umanità, per il solo fatto di partecipare al suo gioco, dentro l’incantesimo della scarsità, facendola confrontare ogni giorno con le sue più profonde paure e fragilità, trasformando quello che potrebbe essere un paradiso in un inferno e soprattutto riducendola in schiavitù;
una schiavitù moderna senza sbarre o costrizioni fisiche, ma forse per questo più dolorosa e difficilissima da smascherare.
Il denaro è l’attore principale di questo dramma e noi le vittime designate.
Il denaro, contrariamente a quello che dovrebbe essere, ovvero uno strumento che agevola gli scambi, è considerato una merce il cui prezzo è il tasso di interesse. Una merce, lo sanno tutti, deve essere scarsa per avere una domanda sempre elevata ed avere così un costo elevato ed è proprio quello che accade al denaro che è reso artificialmente scarso per alzare il suo prezzo, ovvero i tassi di interesse. Quando la domanda cala ed è sempre perché il debito diventa insostenibile, anche il suo prezzo - il tasso di interesse - ovviamente cala per renderlo più appetibile, ma il risultato è sempre quella sensazione di affanno e di scarsità che è necessaria per la sopraffazione del genere umano, mentre il creditore continua incessantemente a succhiare energia vitale dall’intera umanità.
Il debito ricordiamoci che chiede sempre qualcosa di più di quello che dà e se ci rendiamo conto che nessuno mette in circolazione quanto sarebbe necessario per rifondere gli interessi, essendo tutto il denaro messo in circolazione solo a fronte di un indebitamento pubblico o privato, ecco svelato
il trucco semplicissimo, ma estremamente efficace, che trasforma in un attimo la nostra vita nel peggiore degli incubi immaginabili senza che ce ne accorgiamo.
Il meccanismo del debito è anche molto subdolo perché nella prima fase del grande ciclo economico, che dura in totale circa 70 anni, è ben visto da tutti perché è uno stimolo alla crescita e al benessere oltre ad essere considerato un ottimo strumento di drenaggio di liquidità. Questa funzione però cambia nel corso del tempo fino a diventare distruttiva nell’ultima fase del ciclo quando la quantità di debito risulta eccessiva. Il meccanismo viene celato ai più grazie al fatto che durante questo grande ciclo interagiscono varie generazioni che difficilmente mantengono la memoria degli eventi.
Il grafico del debito evidenzia come esso, dagli anni ’80, sia cresciuto
esponenzialmente fino ai livelli attuali.
In quel periodo, infatti, per compensare l’aumento esponenziale del debito, iniziò la fase delle grandi privatizzazioni per ridurre i debiti pubblici e delle grandi aperture ad altri mercati, la globalizzazione economica e finanziaria, per continuare a lucrare, se possibile ancora di più, dalla situazione prima dell’ inevitabile e preordinato crollo che ri-porterà il livello del debito agli anni ’50-60 (freccia rossa) facendo così ripartire di nuovo il ciclo economico e quello del debito infinito.
E’ importante sottolineare che fino a quando non si sarà azzerato, o quasi, l’eccesso di debito, il nuovo ciclo economico di lungo periodo non potrà partire e con esso il perpetuarsi dell’eterno gioco del padrone e dello schiavo.
Questo spiega anche perché in questo modo siamo sempre costretti a ricercare una crescita innaturale e continua che porta inevitabilmente allo sfruttamento esasperato delle risorse del pianeta. Se ci si fermasse, il castello di carte crollerebbe immediatamente ed ecco perché ci arrivano, da parte delle autorità, sia politiche che economiche, continui appelli alla crescita e alla competitività.
Competizione e crescita continua sono ingredienti indispensabili per il debito infinito.
Per coloro che si affacciano a questa visione per la prima volta, il panorama, che si presenta quando ci si toglie gli occhiali del sistema è desolante: la vita di ognuno è diventata una continua rincorsa per reperire con sempre più fatica la nostra dose di interessi e questo comporta una rinuncia continua a pezzi importanti del nostro essere. Niente più tempo libero, letture rigeneranti, affetti sempre più trascurati e bambini che sono diventati un lusso che crescono con estranei e apparecchiature elettroniche, tv, giochi, cuffiette ecc.; si vede l’altro come un nemico che è pronto a toglierti il denaro necessario per gli interessi e la vita è diventata una continua ed esasperante lotta per la sopravvivenza.
La disgregazione economica
Purtroppo il quadro non è ancora completo perché a livello economico il processo di globalizzazione e del debito portano a quella che si può definire la disgregazione economica.
Per comprendere meglio questo concetto usiamo una metafora. Più o meno tutti noi abbiamo presente come funziona il nostro corpo: dalla bocca entrano le materie prime che vengono trasformate dall’apparato digerente che trattiene e distribuisce tutto quello che è necessario al corretto funzionamento dell’organismo, mentre le cose superflue, gli scarti di lavorazione, vengono espulsi come rifiuti. Dai polmoni si convoglia l’ossigeno necessario al sangue che scorre per tutto il corpo alimentando il motore, il cuore, e quello che serve a far funzionare la centrale decisionale, il cervello, che sceglie modi e usi delle articolazioni per adempiere agli scopi utili alla vita di questo corpo: correre, camminare, afferrare, masticare ecc.. La malattia subentra quando uno dei componenti non adempie più correttamente alla propria funzione e la morte arriva quando un organo fondamentale, cuore, polmoni, fegato, cervello cessa di lavorare.
Adesso con uno sforzo di immaginazione cerchiamo di associare il corpo al funzionamento di una nazione, dove la bocca e l’apparato digerente sono l’agricoltura e l’industria che trasformano i prodotti necessari alla nostra sopravvivenza, il cervello è dove avvengono le decisioni, il parlamento, che mettono in moto le articolazioni ed i muscoli, la forza lavoro, le società dell’energia e dell’acqua sono il motore, il cuore, di tutto questo grande organismo, mentre le società della nettezza urbana si occupano di smaltire i rifiuti prodotti. Dimenticato qualcosa?
Ah si il denaro, in questo contesto è come il sangue che circolando in tutta la nazione permette a tutti i settori di assolvere al proprio compito.
Per tornare al nostro esempio, un corpo, una nazione, che funziona correttamente chiude il cerchio delle sue necessità, è in equilibrio e difficilmente andrà a cercare nuove cose all’esterno e se avrà qualche necessità particolare si ingegnerà per risolvere la questione con gli strumenti
che ha a disposizione; detto in altri termini, non sarà grasso, consuma quello che produce, non accumula riserve, e avrà poca propensione a drogarsi (a indebitarsi).
Questa situazione, nel processo del debito infinito, è inaccettabile, è un vero e proprio pugno nello stomaco che impedisce di vivere e proliferare a multinazionali e speculatori ed allora, più o meno dal dopoguerra ad oggi, è stato attuato il processo di disgregazione delle economie.
Praticamente, tramite la droga, ossia il debito agganciato alla creazione monetaria, hanno fatto credere al cervello, alla classe politica e alle cellule che sono il corpo sociale, che tutto procedesse tranquillamente e per il meglio mentre invece stavano piano, piano, sostituendo ad uno ad uno gli organi vitali e rendendo man mano inservibili quelli originali. La onseguenza è il completo controllo di quell’organismo da parte di queste entità esterne e la dipendenza totale di questo organismo
• E’ quello che è avvenuto con il nostro fabbisogno alimentare sempre più dipendente dalle importazioni di altri paesi, oltre il 50%, mentre la nostra agricoltura è letteralmente…"a terra”, a causa di una politica interna e comunitaria a dir poco omicida e poco importa se le merci fanno migliaia di chilometri per arrivare sulle nostre tavole, se consumano risorse energetiche eccessive, se sono piene zeppe di conservanti, additivi e pesticidi nonché OGM che le fanno apparire fresche, appena colte anche se praticamente non hanno vita e hanno perso ogni proprietà nutrizionale.
• E’ quello che è accaduto alla nostra industria dove moltissime aziende, dopo le privatizzazioni degli anni ’90, sono state acquistate, smembrate, rivendute e poi chiuse. Quelle poche rimaste non possono competere con chi utilizza nuovi schiavi per produrre in paesi lontani ed invade i nostri mercati, è quello che accade con le nostre micro, piccole e medie imprese strette nella morsa fiscale e del debito.
Scompaginando e rendendo l’economia sempre più caotica e veloce, mentre si elargiscono quantitativi di debito sempre più elevati, l’intera nazione, ma a questo punto della storia si può parlare tranquillamente di tutto il mondo industrializzato, ricorda molto un drogato che ha necessità sempre maggiori di stupefacenti, il debito, per sentirsi un leone, mentre il suo corpo si deteriora a vista d’occhio.
La stessa cosa è accaduta con la politica. Noi continuiamo a pensare che quando andiamo a votare eleggiamo i nostri rappresentanti che guideranno il paese, ma invece ci sbagliamo perché oggi la politica è stata svuotata di ogni potere che invece è stato travasato sapientemente e nel silenzio più assoluto, nelle mani di organi sovranazionali, non eletti, che effettuano le reali decisioni. Si parla ovviamente di Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale per il Commercio, Banche Centrali, per non parlare del recente trattato di Lisbona che ha compiuto il travaso di potere iniziato con quello di Maastricht. Alla politica “nostrana” rimane solo la gestione dell’ordinaria amministrazione che ammonta sempre alla non ridicola cifra di circa 800 miliardi di euro all’anno, oltre la metà del PIL (che per il modo di essere conteggiato possiamo definire Prodotto di Infelicità Lordo), ma gli sono precluse tutte le decisioni importanti e determinanti per un paese, politica economica, monetaria, occupazionale ecc.
Le sovranità perdute
Questo ci porta a ragionare su quelle che sono le sovranità perdute e che nonostante siano richiamate nella nostra costituzione ci sono state sottratte con l’inganno dai vari trattati internazionali e accordi, spesso segreti.
1 • La Sovranità Monetaria
2 • La Sovranità Politica
3 • La Sovranità Territoriale
4 • La Sovranità Alimentare
5 • La Sovranità della Salute
La Sovranità Monetaria
È determinante per l’autonomia di uno stato. Il denaro come abbiamo visto è il fulcro dell’organismo economico e deve essere riportato ad essere un mezzo che agevoli gli scambi e non uno strumento di sopraffazione e schiavitù occulta. La creazione monetaria non deve essere più collegata all’indebitamento degli stati e dei privati e tutto quello che riguarda il mezzo
di scambio deve essere riportato nella sfera decisionale della collettività; una collettività però consapevole, attenta e in grado di controllare costantemente l’operato dei suoi rappresentanti.
La Sovranità Politica
È essenziale per gestire correttamente una comunità. Il politico deve essere colui che per le sue doti morali e professionali gestisce la cosa pubblica. Recuperare questa sovranità e la sua enorme responsabilità, implica un lavoro di revisione molto profondo sul significato di fare politica oggi e comporta anche una vera e propria rivoluzione delle coscienze degli elettori, nonché una conoscenza non superficiale di quali siano i meccanismi economici ed i riflessi che questi hanno nella vita di un paese.
La Sovranità Territoriale
È un punto molto delicato e importante. In passato e grazie ad accordi a tutt’oggi ancora coperti da segreto di stato, è stato possibile avere nella nostra penisola 113 basi militari americane e il movimento “No dal Molin” di Vicenza è il sintomo della voglia di riprendere i propri spazi e di liberarsi da questi vincoli imposti e antistorici.
Esiste però anche un’altra faccia altrettanto importante che riguarda la Sovranità Territoriale ed è l’estrema cementificazione che fa scomparire ogni anno migliaia di ettari di terreno che sarebbero potuti essere destinati all’agricoltura e al verde; oppure la gestione di beni indisponibili perché dell’intera collettività come l’acqua. Salvaguardare il territorio e le sue risorse è il primo indispensabile passo per ritornare in possesso di un’altra Sovranità irrinunciabile.
L’erosione di questa importante sovranità avviene anche per pratiche apparentemente ecosostenibili come gli impianti per le energie rinnovabili. Citiamo questo caso perché dimostra come il sistema si insinua anche cambiando forma dimostrandosi apparentemente innocuo e sostenibile, mentre invece continua la sua opera di distruzione.
Ci sono società italiane ed estere che attirate dai lauti guadagni del conto energia messo a disposizione dal governo per agevolare l’energia solare, fanno incetta di terreni agricoli per impiantarvi centrali di produzione di energia solare. Purtroppo la stessa cosa avviene con i
mega impianti eolici e solari spuntati come funghi su tutta la penisola che purtroppo e troppo spesso fanno anche capo a multinazionali e malavita. Questa pratica è estremamente negativa e stravolge il concetto della sostenibilità delle energie rinnovabili per vari motivi:
• si sottraggono terreni all’agricoltura facendo leva su affitti certi per 20-25 anni e giocando sulla precarietà in cui versa oggi l’agricoltura.
• Si pagano affitti ai proprietari di poche migliaia di euro a fronte di introiti da milioni di euro che non verranno reinvestiti nel territorio, ma indirizzati a cercare altri lucruosi investimenti in giro per il mondo, quando non vanno nella speculazione finanziaria pura. L’energia prodotta ed i relativi introiti non rimanendo sul territorio non producono alcun vantaggio per la comunità.
• Le società operano un drenaggio di risorse di tutta la comunità considerando che le agevolazioni per le energie rinnovabili le paghiamo tutti noi.
La comunità deve chiedere che si privilegi l’autosufficienza energetica, che l’energia venga sfruttata sul territorio che l’ha prodotta e soprattutto che si eviti la speculazione in questo settore accettando solamente privati residenti o società che hanno i loro impianti produttivi nel territorio e negando l’autorizzazione qualora l’impianto venga installato in terreni destinati all’agricoltura.
La Sovranità Alimentare
Se noi siamo quello che mangiamo, oggi purtroppo non siamo certo lo specchio della salute. Molte delle malattie e intolleranze, in fortissimo aumento in questi ultimi anni, è scientificamente provato che dipendono da un’alimentazione sbagliata e derivata dalla lavorazione industriale di materie prime che sin dall’origine non hanno più le qualità nutritive del passato. L’industrializzazione del settore, le colture intensive, l’impoverimento e l’inquinamento dei terreni hanno portato i prodotti a perdere progressivamente quell’energia di cui il nostro corpo ha bisogno continuamente. L’agricoltura di qualità è un bene irrinunciabile per tutti i popoli della terra, da cui discende direttamente l’ultima sovranità
perduta.
La Sovranità della Salute
La prima cura è una corretta alimentazione fatta con cibo di qualità. Molti studiosi oggi attribuiscono all’alimentazione una funzione importantissima per la cura e la prevenzione delle malattie.
Inutile ricordare come le multinazionali del farmaco siano anche i più grandi produttori di concimi chimici e che guadagnano cifre stratosferiche dalle nostre sofferenze. La salute e la malattia sono anche lo specchio del nostro benessere interiore e della nostra armonia con la natura, recuperare le sovranità che per diritto divino ci appartengono migliorerà anche il nostro equilibrio psicofisico aiutato da una visione della nostra esistenza sempre più completa e integrata.
Ci troviamo quindi oggi in una condizione di estrema dipendenza e debolezza che porta intere popolazioni ad essere alla mercè di enti sovranazionali e di strutture che non hanno al centro l’uomo, ma la sopraffazione ed il profitto. Un mondo sfruttato e inquinato fino all’inverosimile che ha perso il buon senso e le sue radici a causa dell’irrazionalità del sistema che alcuni uomini hanno creato.
Probabilmente siamo prossimi al fondo del degrado che verrà toccato con la fine di questa crisi economica che durerà ancora per qualche anno e che porterà cambiamenti che ancora stentiamo ad immaginare, ma a cui è necessario prepararsi ricostruendo quanto è stato oggi distrutto. ( Continua sul pdf )
( Tratto da: "L' Economia per l' Uomo" di P. Paoletti )
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