Scrivere per giungere al prossimo e per farsi capire può essere al tempo stesso scienza ed arte? La capacità di esprimere concetti difficili con parole semplicissime è un mestiere perseguibile con sforzo, applicazione e costanza. Il patrimonio culturale che va tramandato ed espanso ai posteri è un'eredità pesante che, in tempi come questi, è fondamentale non disperdere. Sulle difficoltà di scrivere e sulla capacità essenziale di rendere comprensibili da tutti notizie pesanti e complesse scrive Piero Bianucci nel suo libro "Te lo dico con parole tue". Partendo da alcuni dati di fatto vengono elaborati attentamente i confini del saper fare informazione, in maniera consapevole ed obiettiva. Vengono date le misure per paletti utili a chi si interessa di scrittura, a quanti vedono il fare informazione come una razionale modalità per essere utili al mondo. Andando oltre pratiche ricette per poter scrivere meglio sono chiamate in causa le intersezioni che persistono tra scienza, coscienza e società. I fili indissolubili che legano queste sfere della dimensione umana fanno rima con parole pesanti: da etica e deontologia più che professionali, fino ad arrivare alla complessa visione del mestiere nobilitante al quale si è chiamati. Ne è simbolo la citazione seguente, in incipit del capitolo "Scienza e coscienza": "Chi maneggia un mezzo di comunicazione ha evidenti responsabilità sociali: il giornalista è tenuto al rispetto sia del singolo lettore sia di valori e di interessi collettivi. [...]" Rimangono poi come pilastri fondamentali la fedeltà ai fatti, i contenuti ed altrettanto fortemente la chiarezza del messaggio. Tutto ciò per favorire, appunto, la divulgazione di dati importanti. Alla coscienza di chi fa informazione vengono attribuiti i compiti espressi dai cinque principi di Edmund Lambeth; sarebbero utili soprattutto a larga parte dell'informazione italiana:
- principio di verità: il giornalista deve tendere alla verità dei fatti, una verità che sarà sempre personale ma non per questo arbitraria, e ciò comporta una ricerca accurata delle informazioni, la loro verifica, l'assenza di falsificazioni e uno sforzo per inserire la notizia nel suo contesto,[...];
- principio di giustizia: chi scrive deve tendere all'imparzialità, un atteggiamento più adeguato alla pratica giornalistica di quello, [...] che ha come riferimento l'obiettività, [...] attribuendo la giusta rilevanza alle diverse notizie;
- principio di libertà: chi scrive può avvalersi del riconoscimento della libertà di stampa come fondamento della democrazia e della propria indipendenza;
- principio di umanità: impone di non danneggiare terze persone od istituzioni nè psicologicamente nè economicamente o fisicamente;
- principio di responsabilità: comporta il dovere di fare buon uso delle prerogative di cui gode il giornalista, mettendole al servizio della società civile, ed include la disponibilità al dialogo con lettori, istituzioni politiche e sociali, altri organi di informazione.
"[...](Il concetto di metodo scientifico, nds) è molto potente: in un certo senso è la carta costituzionale della Ragione. Se si trasmette al lettore o telespettatore la consapevolezza del metodo che guida la ricerca, non soltanto migliorerà la qualità dell'informazione, ma avremo anche la fondata speranza che un metodo altrettanto capace di trovare consenso tra i cittadini possa un giorno avere applicazione anche nei comportamenti sociali e- se non è chiedere troppo- persino nella politica. "
Scienza come bene di pubblica utilità, dunque.
