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Te lo do io il Nobel

Creato il 06 settembre 2012 da Fisiciaroundtheworld
Te lo do io il Nobel

La medaglia del premio Nobel per la Fisica del 1985, di Klaus Von Klitzing, gentilmente concessa dal proprietario, durante le lezioni presso la scuola estiva di Fisica a Villa Monastero, Varenna.

Klaus Von Klitzing fruga nelle tasche dei suoi pantaloni mentre con una mano riposiziona il microfono in cui dice che se la porta sempre dietro quando tiene una lezione come quella che sta tenendo a Villa Monastero, e che da qualche parte deve esser pur finita, la medaglia del suo premio Nobel per la fisica del 1985. Poi la trova e ci dice che se vogliamo possiamo passarcela in sala. Così, come se fosse una foto, oppure una monetina. Segue una risata generale un po’ sommessa, qualche incrocio di sguardi incredulo, poi questa medaglia comincia davvero a girare per i banchi. Scattano i flash, c’è chi si mette in posa con la medaglia. Chi non ha ripreso a seguire la lezione di Von Klitzing sulla “sua” costante fisica, la costante di Von Klitzing, appunto, cerca di capire cosa accade alla medaglia. E’ già nelle tasche di qualcuno? No, perché continuano a scattare le foto, ed anche le riprese.

Arriva anche a me. Farmi scattare una foto con la medaglia in mano non mi pare il caso: mi metto troppo scuorno, così scatto solo una foto sul mio blocco di appunti, con il telefono cellulare. Non son degno di fare di meglio. Certo che è un gran bel medaglione. Alla fine della lezione la medaglia torna al proprietario, che non se ne era più preoccupato per tutto il tempo in cui ci ha inondato di informazioni. Saranno quasi trent’anni che si ripete la scena ed evidentemente non si preoccupa più che qualcuno possa sottrargli la medaglia. Così è stato Von Klitzing a Varenna: appassionato, energico, comunicativo, spiritoso, con una gran bella dose di autoironia. Una buona lezione per tutti voi che vincerete un premio Nobel.

Grazie per aver letto fin qui. Auguri ad Alex Zanardi che con la vittoria dell’oro paralimpico nella Handbike chrono a Londra 2012 è un atleta spettacolare. Da una vita devastata all’oro.  Buonanotte.

Chi vuol sapere che ci faceva Von Klitzing a Varenna e  perché io ero lì e la sua medaglia sul mio blocco di appunti, be’ voi due o tre, fisici, potete andare avanti.

La costante di Von Klitzing è associata alla quantizzazione della grandezza fisica conducibilità elettrica, ed è a questa costante che si cerca di puntare per la redefinizione dell’ampere.  Perché la definizione dell’ampere, grandezza “base” dell’attuale Sistema Internazionale (SI), non è certo facile da realizzare, non soltanto perché di fili di lunghezza infinita e diametro trascurabile non se ne trovano tanti nei negozi  di articoli elettrici. E se l’ampere è ostile, lo è anche il chilogrammo campione, che potrebbe aver perso 50 microgrammi nelle ultime decadi, un fatto assai preoccupante per la metrologia, come si è ampiamente detto sui nostri giornali. E così il sistema internazionale potrebbe, entro pochi anni, subire una trasformazione radicale: abbandonare definitivamente anche l’ultimo degli artefatti ed esser ridefinito sulla base di costanti fisiche, invarianti per natura. Il sogno dei suoi padri fondatori, fino a James Clerk Maxwell che, visionario, disse che bisognava smetterla di basare le nostre unità di misura su cose tangibili, come la dimensioni della terra, o la durata della rotazione della terra intorno al proprio asse, e si doveva puntare al microscopico. A quello che, presumibilmente e fino a prova contraria, è veramente costante e che se muta smette di essere quello che è. Il nuovo sistema internazionale sarà tale che le costanti fisiche scelte assumano dei valori esatti, non più affetti da incertezze, definendo, seppure indirettamente, le unità base che conosciamo oggi (ampere, chilogrammo, metro, secondo, grado kelvin, candela, mole). Quando il nuovo SI sarà messo in pratica, se supereremo il 2012 indenni, noi poveri mortali non noteremo cambiamenti. Cambieranno appena un po’ le vite degli studenti, i quali già fanno le capriole per tentare di capire perché definiamo il secondo in base alle oscillazioni tra livelli iperfini dell’atomo di cesio 137, piuttosto che in base alla durata del giorno medio, e sbatteranno la testa ancora più forte per tentare di impadronirsi di queste costanti fisiche, la costante di Boltzmann, di Planck, di Avogadro. Poveretti. A loro una medaglia, seppure solo per una fotografia.



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