Tè verde giapponese: Genmaicha

Da Fiveoclock

Il Genmaicha è uno dei più noti tè giapponesi, un tè dal sapore inconfondibile e dalla storia affascinante.

Come si prepara

Quantità: 3 g per tazza (circa 200 ml di acqua)
Temperatura: acqua a 85° C
Tempo di infusione: 3 minuti

Particolarità e abbinamenti

Il Genmaicha è un tè bancha (a volte vengono usati anche il più pregiato sencha) speciale e la sua particolarità è che viene arricchito da riso integrale tostato, un elemento in grado di trasformare un classico tè verde giapponese in un prodotto unico. È noto anche come tè popcorn perché a volte, tra le lunghe foglie verdi di questo tè, è presente anche del mais tostato, il popcorn appunto.
Tutto questo fa sì che il Genmaicha, rispetto a un classico bancha, abbia un deciso gusto tostato e di nocciola, soprattutto nel retrogusto. La frutta secca è percepibile anche nell’aroma.

Queste note rendono il tè adatto ad accompagnare formaggi (io l’ho provato con la ricotta), ma anche piatti a base di pesce e carne.

Genmaicha – Accademia Ferri

Proprietà

Il Genmaicha è un tè verde giapponese e condivide le tante benefiche proprietà dei tè verdi. Negli ultimi anni ho letto notizie e interviste di alcuni esperti, tra cui Umberto Veronesi, secondo cui il tè verde giapponese contiene più antiossidanti del tè verde cinese soprattutto se lasciato in infusione per un tempo superiore ai 5 minuti.

 Storia

Secondo la leggenda questo tè è stato creato da un samurai nel XV secolo. L’uomo stava sorseggiando il suo tè mentre studiava una strategia per le truppe quando il servitore, che si chiamava Genmai, per sbaglio rovesciò del riso nella tazza del guerriero. Il samurai perse la testa e uccise il servitore, ma dopo poco si pentì del gesto e da allora bevve solo tè con il riso che, in onore del servo, chiamò Genmaicha.

Altre storie legate a questa bevanda la attribuiscono a un cibo dei poveri, rivalutato nel tempo come è, tra l’altro, è successo anche ad alcune specialità italiane come la piadina che in passato era il companatico di chi non poteva permettersi il pane. Durante la seconda guerra mondiale il riso era un modo per “allungare” la bevanda con un ingrediente economico e presente in abbondanza.
Secondo alcuni, in particolare, sono state le popolazioni più lontane dalle piantagioni a creare questo tè verde che veniva addizionato con il riso per farlo durare più a lungo.

Potrebbe interessarti anche:

Tè nero indiano: darjeeling

Fonte: Tea sommelier di Gabriella Lombardi e Fabio Petroni; www.insiemeate.net