Buonasera miei amati lettori!Credevate mi fossi dimenticata di voi, eh? Niente affatto! Sono stata una settimana in vacanza, un po' di relax ci voleva proprio ma ora eccomi di nuovo qui a farvi compagnia. Devo ammettere che mi siete mancati tutti quanti :D
Torna anche questa settimana Teaser Tuesdays, rubrica ideata dal blog Should Be Reading con lo scopo di condividere piccoli stralci delle nostre letture. Partecipare è semplicissimo, vi basterà:
- Prendere il libro che si sta leggendo- Aprire ad una pagina a caso (o scegliere il passo che più vi ha colpito)- Condividere il teaser scelto
Importante è non fare spoiler! Se vi va potete condividere con me la vostra lettura corrente e farmi sapere cosa ne pensate di quella che condivido io.
Il mio Teaser Tuesdays di oggi è tratto da Storia catastrofica di te e di me di Jess Rothenberg, che ho iniziato a leggere qualche giorno fa tra una nuotata e l'altra su consiglio di un'amica.
Quando mi alzai dal letto d’ospedale e lessi la mia cartella clinica – quella che viene compilata subito dopo il decesso – vidi che il dottore aveva segnato l’ora della mia morte (8.22) seguita da tre parole che non dimenticherò mai.«Cardiomiopatia congestizia acuta».In altre parole, insufficienza cardiaca.All’epoca non lo sapevo, ma quel dottore si sbagliava. La mia attività cardiaca non era insufficiente; l’avevano resa insufficiente.All’inizio ero arrabbiatissima con me stessa. Avrei dovuto stare piú attenta. Sarei dovuta andare di piú dal medico, controllarmi regolarmente, prendere medicine e non sottopormi a quegli sforzi esagerati con la squadra di tuffi, come se fossi invincibile o chissà cosa. Perché nell’istante in cui mi tirai su e mi resi conto di essere morta, avrei fatto qualunque cosa – ma proprio qualunque cosa – per tornare indietro, per avere una seconda possibilità. Era come se mi avessero mentito. Tutti mi avevano assicurato che avrei avuto una vita normale, serena, sana. Papà me lo aveva assicurato.Ma davanti a quel gruppo di medici e infermieri raccolti intorno alle mie radiografie affisse alla parete su una bacheca illuminata, andai in confusione.Eccoli lí, gli specialisti fermi a guardare. Sospirare. Indicare. Dedurre.– Che cosa succede? – dissi ad alta voce.Nessuno mi rispose, cosí mi avvicinai alla bacheca e sbirciai oltre i loro camici bianchi e gli stetoscopi per guardare meglio, per guardarmi meglio.Ora, io ne avevo viste di radiografie toraciche, eccome (papà le portava sempre a casa per interrogare me e Jack sulle diverse sezioni del cuore), ma come quella, nessuna. Non mi ero mai trovata davanti a nulla del genere. Nessun altro cuore in nessun’altra radiografia aveva mai avuto un aspetto simile a come mi appariva in quel momento il mio. Era chiaro che c’era qualcosa di sbagliato, di molto sbagliato.E mentre le immagini del mio cuore mi fissavano a loro volta da quella pellicola fredda e scostante, capii che si erano tutti sbagliati. Non ero morta per colpa del soffio cardiaco.Ero morta di crepacuore.
Sentitevi liberi di sfogarvi, aspetto i vostri commenti. Chi di voi l'ha già letto? Vi è piaciuto?
Stay tuned!Xoxo, Giò