Magazine Cultura
Buongiorno miei amati lettori, eccoci di nuovo qui con un nuovo post dedicato a Teaser Tuesdays, rubrica ideata dal blog Should Be Reading con lo scopo di condividere piccoli stralci delle nostre letture. Chiedo ancora scusa per aver latitato un pochino ultimamente, ma tra una cosa e l'altra i post slittavano sempre. Ora però ci sono e provo a farmi perdonare ;) Partecipare alla rubrica è semplicissimo, vi basterà:
- Prendere il libro che si sta leggendo- Aprire ad una pagina a caso (o scegliere il passo che più vi ha colpito)- Condividere il teaser scelto
Importante è non fare spoiler! Se vi va potete condividere con me la vostra lettura corrente e farmi sapere cosa ne pensate di quella che condivido io.
Il mio Teaser Tuesdays di oggi è tratto da Delirium, primo volume della serie distopica scritta da Lauren Oliver. Un romanzo che ho atteso parecchio prima di prendere in mano, e ora ci sto andando piano un po' per gustarmelo come si deve, e un po' perché ultimamente sto leggendo un pochino meno ma così non va, bisogna riprendere le vecchie abitudini.
«Quali sono i tuoi libri preferiti?»«Amore, Guerra e Interferenza di Christopher Malley» rispondo automaticamente. «Confine di Philippa Harolde.» Non ha senso cercare di scacciare quelle immagini: adesso stanno montando, come un fiume in piena. Un’unica parola continua a incidersi nel mio cervello, come se ce l’avessero marchiata a fuoco. «Dolore.» Volevano che mia madre si sottoponesse a una quarta procedura. Stavano venendo a prenderla la notte in cui morì, per portarla ai laboratori. E invece lei era scappata nel buio, si era librata in aria. Mi aveva svegliato con quelle parole «Ti amo. Ricordatelo. Questo non possono portarcelo via» che il vento sembrava riportarmi molto dopo che era scomparsa, ripetendole tra gli alberi spogli, tra le foglie che sussurravano nella fredda alba grigia. «E Romeo e Giulietta di William Shakespeare.»I valutatori annuiscono, prendono appunti. Romeo e Giulietta è una lettura obbligatoria in tutte le classi di Salute, al primo anno.«E perché?» mi domanda il Valutatore Numero Tre.«È spaventoso» ecco come dovrei rispondere. «È un racconto che serve da ammonimento, un avvertimento sui pericoli del vecchio mondo, prima della cura.» Però la mia gola sembra diventata gonfia e dolorante, non c’è più posto per farci passare le parole; si sono conficcate lì come quei semi che si attaccano ai vestiti quando corriamo per i prati. E in quel momento è come se riuscissi a sentire il rombo sordo dell’oceano, riesco a sentire il suo mormorio lontano, insistente, riesco a immaginare il suo peso che si richiude intorno a mia madre, l’acqua pesante come un masso. E quello che mi esce è: «È bellissimo».Le quattro facce si alzano di scatto per guardarmi, come marionette collegate allo stesso filo.«Bellissimo?» la Valutatrice Numero Uno arriccia il naso. C’è una tensione sibilante, gelida, nell’aria e mi rendo conto di aver commesso un grosso, grosso errore.Il valutatore con gli occhiali si sporge in avanti. «La tua scelta di parole è molto interessante. Molto interessante.» Questa volta quando sorride, i suoi denti mi ricordano i canini bianchi e ricurvi di un cane. «Trovi bella la sofferenza? Ti piace la violenza?»«No. Non è questo.» Sto cercando di pensare lucidamente ma la mia testa è piena del ruggito senza parole dell’oceano. Sta diventando sempre più forte ogni secondo. E adesso è come se riuscissi a sentire anche delle urla, l’urlo di mia madre che mi arriva attraverso dieci anni. «Voglio dire soltanto… C’è qualcosa di talmente triste in quella storia…» Mi sto sforzando, sto annaspando, adesso mi sento come se stessi annegando, in quella luce bianca e nel ruggito. Sacrificio. Vorrei dire qualcosa a proposito del sacrificio, ma la parola non mi esce.«Andiamo avanti.» La Valutatrice Numero Uno, che sembrava così dolce quando mi aveva offerto l’acqua, ha perso ogni parvenza di gentilezza. Adesso è molto professionale. «Raccontaci qualcosa di semplice. Tipo qual è il tuo colore preferito, per esempio.»Una parte del mio cervello, quella razionale, educata, la parte logica di me, strilla Azzurro! Rispondi azzurro! Ma quest’altra cosa più vecchia, dentro di me, sta cavalcando le onde del suono, sollevandosi con il rumore che aumenta. «Il grigio» rispondo senza riflettere.«Il grigio?» risponde farfugliando il Valutatore Numero Quattro.Il cuore mi sta precipitando a spirale nello stomaco. So di averla fatta grossa, mi sto sfracellando, riesco praticamente a vedere i miei voti che scorrono all’indietro. Ma è troppo tardi. Sono finita, è il ruggito nelle mie orecchie che diventa sempre più forte, un mugghio che mi rende impossibile pensare. Mi affretto a balbettare una spiegazione. «Non proprio il grigio… Appena prima che sorga il sole c’è un momento in cui tutto il cielo diventa di un colore indefinito, non grigio ma una specie, o una specie di bianco, e mi è sempre piaciuto davvero tanto perché mi ricorda quando stai aspettando che succeda qualcosa di bello.»
Sentitevi liberi di sfogarvi, aspetto i vostri commenti. Chi di voi l'ha già letto? Vi è piaciuto?
Stay tuned!
Xoxo, Giò