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Teatri in Regione

Creato il 16 gennaio 2012 da Nonzittitelarte

Teatri in RegioneDomani 17 gennaio 2012, a partire dalle ore 9,30 i lavoratori e gli operatori dello spettacolo sardo sono convocati in un presidio che si svolgerà presso l’Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport in viale Trieste a Cagliari.
Il presidio si tiene per sollecitare risposte da parte dell’Assessore Sergio Milia e per denunciare l’assenza di una politica per la cultura e lo spettacolo in Sardegna e per contrastare gli annunciati drammatici tagli previsti dalla Finanziaria presentata dalla Giunta regionale e attualmente in discussione nel Consiglio regionale.
Nel corso del presidio saranno presentate alla stampa le iniziative decise dal COSASS, Coordinamento degli Organismi dello Spettacolo e delle Arti Sceniche della Sardegna, e che si terranno nelle prossime settimane per sensibilizzare le forze politiche, sindacali, l’opinione pubblica sulla necessità di scongiurare tali tagli.

Coordinamento degli Organismi dello Spettacolo e delle Arti Sceniche della Sardegna

Quale fabbrica della creatività nel nuovo anno?
No ai tagli alla cultura e allo spettacolo!
Mobilitazione dello spettacolo e della cultura sarda contro le scelte di questa Giunta regionale per impedire che nel 2012 si compia l'atto finale di desertificazione della produzione artistica e culturale nella nostra Isola.
Il 2011, iniziato malissimo all'insegna dei pesanti tagli decisi dal Bilancio regionale e recuperati in primavera nel collegato alla Finanziaria, è proseguito pure peggio!

Accesso negato e perdita di buona parte dei fondi POR per il settore
Disegno di legge di modifica alla Legge 18 sullo spettacolo (in vigore dal 2006 e tutt'ora non applicata) presentato dalla Giunta senza rispetto delle indicazioni date dagli operatori

Gravi e insostenibili ritardi nelle istruttorie e nelle verifiche per l'accesso e l'utilizzo dei contributi

Burocratizzazione e discrezionalità nella applicazione delle regole da parte dell'apparato politico e amministrativo dell'Assessorato

Accesso negato ai dati elaborati dall'Osservatorio regionale sullo spettacolo.

E tutto ciò nonostante il 4 maggio 2011, il Consiglio regionale all'unanimità avesse votato un ordine del giorno (vedi nota) che impegnava la Giunta regionale ad atti ed azioni concrete di sostegno e indirizzo.
Annus horribilis quindi il 2011! Peraltro chiuso da un lato all'insegna dello spreco (vedi i fondi del Presidente che ‘offre' ai cittadini cagliaritani a Natale, 4 repliche di uno spettacolo per la modica cifra di 150.000 euro) e dall'altro con la proposta di Finanziaria attualmente in discussione che prevede per il 2012 tagli di oltre il 60% alla Cultura e allo Spettacolo (-40% alle Scuole civiche di musica, -50% al Teatro Lirico di Cagliari, -62% allo Spettacolo dal vivo, -60% alla Produzione cinematografica e decurtazioni anche ai fondi di Biblioteche, Archivi e Musei, ecc.).

Chiamiamo a una rivolta verso questa politica che continua a pensare che l'investimento per la cultura sia una spesa e che, con la scusa della crisi, opera tagli così pesanti, indiscriminati e inutili anche dal puro punto di vista economico. Ricordiamo infatti che le risorse complessive che la Regione mette a disposizione per il comparto sono pari appena allo 0,16% del bilancio totale. Undici milioni di euro per un settore che occupa oltre 3000 addetti.

La crisi che altri hanno determinato rifiutiamo di pagarla sulla nostra pelle: non siamo stati noi a scegliere di degradare la cultura disattivando la sua funzione e il suo significato profondo con investimenti o tagli che premiano star system e modelli televisivi, orientando la programmazione artistica a favore di logiche di semplice intrattenimento, mortificando il ruolo esercitato da centinaia di teatranti, musicisti, danzatori e artisti nel contribuire alla formazione e alla crescita civile e democratica.
Altri e non noi hanno scelto di incrementare il pubblico dei consumatori passivi, assuefatti, piuttosto che stimolare e incentivare lo sviluppo del pensiero critico, di autonomia creativa, di innovazione delle estetiche di comunicazione che riconducono alla centralità della dignità della persona, mobilitandosi per il miglioramento della qualità della vita, verso la sfida della conoscenza e lo sviluppo della consapevolezza.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: una società sarda marcata da gravi fenomeni di degrado, sottosviluppo, criminalità e microcriminalità crescente, dispersione scolastica e disoccupazione giovanile e femminile oltre ogni limite sostenibile. Una società che soffre di gravi disagi che possono essere ignorati solo per disonestà o per colpevole incompetenza.
Quindi no ai tagli alla cultura! Ma serve anche, e subito, una nuova politica per la cultura. O forse sarebbe meglio dire che serve finalmente una politica per la cultura, per lo spettacolo e per l'arte in Sardegna. Una politica che riconosca alla cultura, al teatro, alla musica, alla danza il ruolo e il valore di bene comune.

E’ responsabilità politica lo stato di sbando e baratro in cui versa il settore dello spettacolo che sprofonda per la mancata visione e realizzazione di un programma istituzionale che abbia investito organicamente sulla creazione di modelli sostenibili che tenessero conto delle specificità culturali, sociali ed economiche dell’isola. Siamo stati testimoni e vittime del succedersi di giunte, assessori e assessorati, commissioni, leggi attese e mai attuate, delibere e controdelibere che hanno disatteso e minato alle fondamenta qualunque processo virtuoso generativo di qualità artistica, etica della trasparenza, capacità di condivisione e inclusione partecipativa.
La mancata tutela del diritto e dignità del lavoro e dello status d’artista, privato recentemente anche dell'unico ammortizzatore sociale di cui disponeva, gli incerti sistemi di professionalizzazione del settore dello spettacolo, l'assenza di regole certe e condivise hanno consolidato pratiche ‘nazionali' e modelli importati, scambiando per ‘eccellenze' vere e proprie cattedrali nel deserto, mortificando e sottovalutando una straordinaria ricchezza di professionalità e potenzialità che il territorio esprime nel campo artistico e della creatività nelle arti sceniche e performative.
Ora basta!! Basta ai tagli alla cultura! Ciò che c’è da tagliare sono i privilegi, gli sperperi, le spese clientelari ed il superfluo! Basta ad una politica che continua ad usare l’arte e gli artisti come strumento di propaganda! Basta a chi non conosce né riconosce il nostro ruolo e operato! Basta a chi non capisce che siamo un pezzo fondamentale della crescita e del benessere dei nostri paesi, quartieri e città! Basta a Istituzioni che non hanno competenza in materia artistica e decidono senza confronto con il settore! Basta a chi non ascolta la protesta né le proposte! Basta agli sprechi e ai ‘grandi eventi'! Ora basta!!

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