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Teatro – Anton Cechov

Creato il 13 febbraio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

13 febbraio 2014 2 commenti

Teatro - Cechov
A questo punto risultera’ gia’ chiara la mia passione per i grandi scritturi russi e per quanto tardiva, e’ benvenuta quindi non mi resta che recuperare il tempo perduto.
In particolar modo trovo grande soddisfazione nel teatro o meglio negli scritti teatrali, quindi l’edizione economica della Mondolibri, e’ una grande opportunita’ per approfondire l’argomento.
240 pagine per quattro novelle, "Il gabbiano", "Zio Vanja", "Tre sorelle" e "Il giardino dei ciliegi", crema della narrativa teatrale di Cechov, del suo stile intimo ed intimistico, soggetti di pura parola nei quali il tempo si annulla nei dialoghi e l’azione si scioglie nel dramma dei personaggi.
Niente fuochi d’artificio, molta passione che scaturisce dalla simbiosi che si crea tra lettore e scrittura, anime diverse in diverse epoche, talvolta emblema di un diverso modo d’intendere il mondo, la vita, l’arte, ognuno campione di una idea che esiste per esprimersi non per imporsi.
I racconti hanno di massima identica struttura, una interminabile successione di dialoghi nei quali i personaggi ben definiti ed abbondanti, si mostrano immediatamente per cio’ che sono e piuttosto nettamente inscrivibili nelle categorie buoni, cattivi e stupidi. Le sfumature sono piu’ ampie s’intende ma sovente gia’ dalle premesse e’ possibile intuire lo sviluppo successivo. L’aria che si respira e’ di una decadenza della nobilta’ che evidentemente si appresta ad un declino inevitabile e che da li’ a pochi anni l’avvento del comunismo concludera’ in via definitiva. C’e’ aria viziata tra le stanze popolate da uomini e donne comunque infelici che come scrive l’autore, pare non abbiano altro scopo che riprodursi rabbiosamente e generare figli che a loro volta saranno delusi, rabbiosi ed infelici. L’amore quando c’e', e’ sottomesso all’interesse per poi spendere il resto della vita a rimpiangerlo.0
La promisquita’ e il degrado non raggiunge certo il livello della nobilta’ francese precedente alla ghigliottina ma anche quella russa assaggera’ presto il freddo sapore della giustizia del popolo, o di chi ne fa le veci s’intende .
Non il mio russo preferito ma l’edizione vale ampiamente il suo prezzo.


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