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Teatro dei Conciatori di Roma: al via la prima stagione estiva di teatro contemporaneo

Creato il 06 giugno 2013 da Luana Savastano @VistaSulPalco

Dal 7 giugno al 1 agosto spettacoli di teatro contemporaneo

 

Il Teatro dei Conciatori di Roma, diretto da Antonio Serrano e Gianna Paola Scaffidi, regala ai romani e non solo la sua prima rassegna teatrale estiva. E lo fa proponendo una serie di interessanti proposte di teatro contemporaneo nel cuore del  quartiere Ostiense, a pochi metri dalla fermata metropolitana “Piramide”.

Il Teatro dei Conciatori – Contemporary Urban Theatre, ha iniziato la sua attività proprio nella stagione teatrale appena conclusa, distinguendosi per gli ottimi artisti che si sono alternati sul palcoscenico (Luca de Bei, Angelo Longoni, Pamela Villoresi, solo per fare alcuni nomi).

Con questa stagione estiva, i due direttori vogliono confermare e consolidare il Teatro dei Conciatori a spazio teatrale dedicato alla drammaturgia contemporanea di qualità. Spazio in cui trovano posto compagnie provenienti da diverse città italiane che possono così dare vita ad un confronto incentrato sui diversi modi di interpretare il contemporaneo.

La stagione estiva partirà da domani, venerdì 7 giugno, e si concluderà giovedì 1 agosto. Nove appuntamento con importanti nomi del panorama teatrale italiano. Nove spettacoli che spazieranno dal disordine mentale alla condizione stessa dell’essere donna; dall’amore di un uomo verso una donna alla difficile situazione che sta vivendo la creatività artistica, in tutti i sensi; fino alla tragedia più inevitabile.

 

Di seguito il programma completo

Giugno 7, 8, 9 – “4:48 Psychosis” di Sarah Kane
con Elena Arvigo
Regia: Valentina Calvani.
Traduzione: Barbara Nativi
Musiche: Susanna Stivali

teatro dei conciatori_Elena Arvigo
“4:48 Psychosis” è il testamento di Sarah Kane, autrice morta suicida nel 1999. Il dramma è scritto dal punto di vista di qualcuno con gravi problemi di depressione, un disordine mentale di cui Sarah Kane stessa soffriva.

Il monologo è una partitura lirica sull’amore e sull’assenza che va oltre ogni possibile definizione, ma che pure, quando il fiume della vita pare attraversato tutto e la barca della speranza respinta al largo, lascia parlare la verità.
Elena Arvigo ne è straordinaria interprete, spingendosi fino alle corde più profonde e dando immagini emotive al silenzio. Il monologo, molto più del punto di vista di chi soffre la depressione, è una forte denuncia, al tempo stesso socio-culturale e squisitamente intima.

Giugno, dal 10 al 13 – “Mondo Rosa”
con Pina Bellano, Valentina Tramontana, Patricia Vezzuli, Maria Teresa Pintus, Duska Bisconti
Scritto e diretto da: Duska Bisconti
Musiche: Francesco Verdinelli

Di che cosa parlano le donne? Delle stesse cose che si trovano sui settimanali di gossip e sui programmi televisivi? Oppure passano il tempo a parlare di uomini e corna come nei salotti borghesi del secolo scorso? Sono decerebrate come le dipingono in questo” mondo gossip” che ci appare in ogni dove? Queste le domande che hanno tormentato a lungo l’autrice e spinta a cercare testimonianze di un “Mondo Rosa”.

Il suo occhio alla fine si è concentrato sul bar di Antonella, un piccolissimo posto di ristoro, quasi invisibile ai più, la cui clientela è esclusivamente femminile. È così che un piccolo pezzo di questo mondo si dispiega davanti agli spettatori: Monica, operatrice ecologica che consuma cappuccini a tutto spiano, Federica, neo allieva-infermiera, Samantha, la giornalista senza contratto, Antonella la proprietaria che ha un problema… le sue clienti affezionate cercheranno di aiutarla. La soluzione, però, sarà imprevedibile, proprio come le donne del “mondo rosa”.

Giugno, dal 17 al 20 – “Come può ridursi un uomo”

teatro dei conciatori_Ratti

con Giancarlo Ratti
Piece liberamente ispirata ai poemi “Di questo” e “La nuvola in calzoni” di Vladimir Majakovskij

Un monologo tragi-comico che racconta l’amore per Maria…
La storia di un poeta innamorato che ci parla della storia di ognuno di noi, dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni.

“Un attore solo. Senza difese, senza coraggio, senza domani – afferma Giancarlo Ratti – solo parole, parole che inseguo da anni e che forse non ricordo più? Parole non mie, parole rubate. Dite a Majakovskji che non stavo bene”.

Giugno, dal 24 al 27 – “Effetto Larsen”
di Marco Muscarà
Regia: Lina Bracaglia

L’effetto Larsen in fisica è il tipico fischio stridente che si sviluppa quando i suoni emessi da un altoparlante ritornano a essere captati da u microfono.
Più semplicemente rappresenta quel fastidioso rumore che avviene, ad esempio, quando uno speaker parla al microfono con il volume in cuffia troppo alto; oppure quando un ascoltatore interviene al telefono mantenendo la radio accesa nelle vicinanze.

Qualsiasi siano i contenuti del messaggio che l’ascoltatore vuole proporre, il suo pensiero risulta, in queste circostanze, assolutamente inascoltabile.

Il mondo della radiofonia privata, soprattutto romana, è ricco di effetti Larsen, cioè di fattori esterni che impediscono la realizzazione di un prodotto con una qualsiasi rilevanza artistica. Ci si trova immersi in un magma di ignavia, di scarsa competenza, di marchette da quattro soldi e di interessi personali che finiscono sempre per prevalere sul messaggio da comunicare. È una dura guerra di compromessi tra la volontà di cambiare questo mondo e la tentazione di cedere alla pigrizia che lo contraddistingue. L’incredibile è come a volte, in questo oceano di mediocrità, si riesca a realizzare qualcosa di buono.

Luglio, dal 2 al 4 - “Come Evita, più di Evita mi amerò”
di e con Arnolfo Petri
Musiche originali: Marco Mussomeli
Scene: Armando Alovisi
Costumi: Roberta Mattera

Chi avrebbe potuto trasformare le ultime ore di vita di Eva Peron, la grande eroina dell’Argentina moderna, nel delirio di una pazza ossessionata dalle trame di palazzo e dai gioielli da indossare per il suo funerale? Ma naturalmente Arnolfo Petri, che attraverso il suo universo surreale e chiassoso delinea una satira crudele sul potere. Un affresco shocking e irriverente in cui militari, preti, affaristi, perfino dio si confondono e mescolano in uno spaccato beceramente kitsch sui guasti del potere. In cui anche il cancro, esibito da Eva, nouvelle Giovanna d’Arco, come un moderno martirio, diventa fonte di spettacolarità.

Un’ironia spietata sulla decomposizione del nostro presente. In un camerino kitsch da avanspettacolo, Eva ride, piange, grida al mondo la sua disperazione. Rinchiusa dentro la sua stanza, nelle ultime ore della sua vita, vomita tutto il suo disprezzo per quel potere che l’ha resa la regina dei descamisados ovvero Nostra Signora dei Miserabili.  Attraverso una costruzione a spirale, in un vortice variopinto di insulti e di crudeli verità, Eva rivive il suo passato: il suo passato di miserabile nel fango di Los Toldos, la sua giovinezza di prostituta a Porto Madero e il suo apice di splendore come Presidentessa dell’Argentina.

Uno spaccato irriverente, crudele, dissacrante sulla putrefazione del potere.

Luglio, dal 8 al 11 – “Il Buco”
di Roberta Calandra
con Nadia Perciabosco
Regia: Laura De Marchi
Allestimento scenico Maria Teresa Padula

C’è chi nasce bomba e chi nasce ciambella e, per motivi assolutamente personali, passa la vita a nascondere, tentar di riempire, mediare, ostentare il proprio “buco di formazione”. Questo monologo tragicomico, che utilizza diversi registri di umorismo, da quello psicoanalitico di matrice anglosassone al ritmo concitato del cabaret, mostra in scena una donna sola, autoironicamente introspettiva, irrimediabilmente (o quasi) avvoltolata su se stessa e sui propri fantasmi, ma non del tutto chiusa al cortocircuito che spezza il cerchio della solitudine, in un inarrestabile flusso di parole, impressionantemente simile a quello di tutte noi, almeno in alcuni snodi cruciali dell’esistenza…

Luglio, dal 15 al 18 – “Hamletelia”
di e con Caroline Pagani

teatro dei conciatori_HAMLETELIA

“Hamletelia” è una riscrittura dall’Amleto di William Shakespeare dal punto di vista di Ofelia. Del fantasma di Ofelia. Amore – nei suoi vari aspetti – morte, al di là, e metateatro. Una storia di fantasmi, amori, morti violente, ambientata in un cimitero avvolto da terra scura, abitato da un corvo nero appollaiato su una vanga e da una pantegana dietro a una tenda. Su un palco ricoperto di terra, lo spazio vuoto di una fossa, con costumi teatrali, lettere, ricordi. Lo spirito di Ofelia riporta in vita i vari personaggi attraverso gli espedienti teatrali dell’amnesia, della schizofrenia, e di una poliglossia ragionata, ricreando in sintesi la storia di Amleto, attraverso le riviviscenze del padre, del fratello, dell’amato, di Gertrude, “diventando” di volta in volta l’uno o l’altro, dal suo punto di vista.
“Hamletelia” vuol essere anche un percorso e riflessione sul senso, dalla sensualità libidinosa di Gertrude a quella pura di Ofelia, al disgusto per il sesso e alla misoginia di Amleto, soprattutto attraverso l’olfatto, da sempre considerato il più erotico di tutti i sensi. Il concime, come elemento scenico, rimanda al letto reale, diventato una porcilaia di lenzuola incestuose, ai corpi in disfacimento nel cimitero, al marcio della Danimarca. Ofelia voleva veramente suicidarsi? Morì casta? Ha vissuto le gioie dell’amore? Sicuramente Ofelia – come Amleto – in questo uniti dal tema della follia e della lacerazione – rappresentava uno scandalo alla corte di Danimarca.

Luglio, dal 22 al 25 - “Pazza d’amore” (tratto dal testo di Dacia Maraini)
con Sara Pallini e Matteo Castellino
Regia: Emanuele Vezzoli

teatro dei conciatori_EMANUELE VEZZOLI

In uno studio televisivo una prostituta racconta senza pudore la sua storia.  Sotto i riflettori, eccitata dalla luce e dal microfono, “come i cantanti!?” chiede al regista, interrompendo ripetutamente il suo racconto con domande spesso inadeguate. Come un flusso di coscienza la protagonista ci trasporta in un mondo di caleidoscopica umanità dai risvolti perfino grotteschi, accentuati nel rapporto col regista-intervistatore che, sempre più spazientito dalla goffaggine di lei, finisce per imbarbarire senza scrupoli quanto di più sincero e amorevole ci sia nella storia di Renza.
Se lo scopo dell’intervista è lo scoop, piuttosto che conoscere e approfondire una vicenda umana, si focalizza l’attenzione su quanto, anche attraverso i media, emerga ancora una concezione del tutto maschilista della nostra società e, con eleganza e ironia, si pone un quesito molto attuale: si può chiamare questa TV in-formazione?

Dal 29 luglio al 1 agosto - “Closer”
di Patrick Marver
con Alessandra Basile, Simone Spinazzé, Valentina Pescetto, Gianluca Sollazzo
Regia: Adriana Milani

Dan, innamorato di Alice, splendida e insicura ex spogliarellista incontrata appena giunta a Londra, conosce la sofisticata Anna per un caso e inizia a esserne tormentato. Lei non sembra ricambiare, ma la passione di lui la stuzzica e la tenta fino al punto di farla cedere alle sue lusinghe e di lasciare Larry, il marito conosciuto proprio grazie a un sadico scherzo di Dan. Con Dan e Anna legati, per gli altri due si apre un periodo di angoscia e disperazione, che ognuno risolve a suo modo, anche attraverso un imprevisto incontro, ma i travagli per le due coppie non sono finiti. Anna concede a Larry, disposto a firmare i documenti per il divorzio, un’ultima volta facendo impazzire di gelosia Dan e finendo col rovinare tutto. Dopo aver riconquistato Anna, Larry si prende un’altra rivincita sul rivale deridendolo e ventilando l’eventualità di un incontro sessuale con la sua ex. Tornato felicemente con Alice, Dan, non riesce a cancellare questo dubbio. Il tarlo lo rode fino a ossessionare la ragazza, che delusa finisce con il lasciarlo definitivamente.  Purtroppo la tragedia è dietro l’angolo. Tutte le coppie si sfasceranno e Alice perderà la vita.

 

Teatro dei Conciatori
Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031
Mail. [email protected]

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