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Teatro e Costituzione

Creato il 13 marzo 2011 da Nonzittitelarte

189435_1951992999019_1218455400_2462514_7482235_nL’ intervento tenuto dal collega Paolo Piras il 12 marzo alla manifestazione “A difesa della Costituzione” a Cagliari

ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE:

la repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione.

intanto se oggi siamo qui a parlare di “difesa della costituzione” c’è qualcosa che non va. la costituzione non deve essere difesa, semmai dovrebbe difendere.

noi siamo i lavoratori del Teatro Lirico di Cagliari, l’industria culturale più grande della Sardegna, per dimensione e per professionalità. Cosa c’entriamo noi con la Costituzione? L’articolo 9 ci riguarda molto da vicino. Ma non solo noi del settore, anche voi!

I padri costituenti non a caso nello stesso articolo hanno accorpato la cultura alla ricerca e alla tutela del patrimonio storico e artistico. Perchè è dalla nostra storia che si capisce ciò che siamo, ed è la nostra storia che ci permette di creare un futuro migliore. Il patrimonio culturale, storico, artistico: è quello che siamo. Nessuno può sfuggire a questo. Nessuno. Neanche quelli a cui non piace Verdi, o il Colosseo, o l’Anfiteatro di Cagliari.

In questo periodo il nostro settore sta attraversando una gravissima crisi, i tagli indiscriminati hanno minato la stabilità delle aziende culturali tutte, compresa la nostra che è quella decisamente messa peggio in Italia: per dire, siamo arrivati a non percepire lo stipendio a dicembre e gennaio e ancora adesso, notizia proprio di ieri l’altro, non ci sarà corrisposto quello di febbraio, forse anche marzo…forse chissà. Nel mentre però noi non abbiamo mai smesso di esibirci, mai privato il pubblico della nostra arte. Gli amministratori dei teatri italiani, sono nomine politiche, sono sempre loro: loro danno il denaro (sempre meno) e loro lo gestiscono. Male, è evidente.

Lo strumento principale che dovrebbe tutelarci, per legge, è lo stesso che ci ha messo in ginocchio: LA POLITICA.

Noi riceviamo del denaro dallo stato per allestire opere, eseguire concerti, tenere viva la cultura e tramandare il nostro/vostro patrimonio e quello stesso stato ci sta abbandonando. Vi sta abbandonando.

Sta abbandonando la scuola, la ricerca, l’università, i conservatori, i teatri, il cinema, tutti i settori più importanti nella trasmissione del sapere, del bello, della nostra identità, e nello stesso modo sta privando voi e i vostri figli di tutto questo. Con la cultura non si mangia (famosa e infelice esternazione di un nostro ministro al governo), infatti.

Ma neanche con la scuola, o con la ricerca. Una scuola non produce reddito, una università non sforna manufatti industriali, non vende nulla, ma crea persone capaci di farlo! Il teatro e il cinema creano beni immateriali di cui si pensa di non aver bisogno: sogni, storie, fa rivivere personaggi di altri secoli, che sono però capaci di far riflettere, di incuriosire, di stimolare il pensiero, di scoprire talenti, di tramandare quello che è l’unica vera risorsa inesauribile che abbiamo e che sembra così astratta e lontana eppure così reale e vicina: la nostra cultura. E’ questo alla fine quello a cui ci porteranno: a non dover pensare, a non dover sognare, a non dover riflettere e interrogarci, a non poterci stupire del bello, quel bello che grandi artisti italiani ci hanno lasciato e che stiamo perdendo.

L’articolo 9 tutela e promuove tutto questo: difendiamo la nostra costituzione e difenderemo la nostra identità e il nostro futuro.

Teatro e Costituzione
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