TEATRO Fornitori e artisti passano per le vie legali e chiedono il pagamento di quanto dovuto. Mentre oggi in consiglio regionale dovrebbe arrivare la leggina sullo sblocco dei fondi
La Fondazione Teatro Lirico è ancora inadempiente nei confronti di artisti e fornitori. E così partono i pignoramenti, nonostante il prestito di 10 milioni senza interessi sottoscritto dalla Regione ma ancora bloccato per la mancata presentazione del piano di risanamento. Oggi in consiglio regionale si dovrebbe discutere una leggina urgente per anticipare almeno due milioni dei dieci già impegnati. Mossa fondamentale per evitare il tracollo del teatro di via Sant’Aleni – xedda e soprattutto per scongiurare il pericolo del ricorso, per la prima volta nella storia, della cassa integrazione per i circa 500 dipendenti. Intanto da quelle parti si naviga a vista, e nel frattempo manca ancora un piano di rientro della situazione debitoria, con conseguenze non certo piacevoli per i conti in rosso. Senza quello la montagna di soldi che il Lirico deve ai suoi creditori rischia di andare fuori controllo, con relativo aumento di spese legali ed interessi. Eppure la strada era stata tracciata dal direttore amministrativo Alessio Loi ma sulle sorti del documento il mistero è ancora fitto. In compenso però filtrano i “rumors ” sul primo piano industriale firmato dalla contestatissima sovrintendente Marcella Crivellenti che prevede un aumento del prezzo dei biglietti per assistere agli spettacoli nelle poltroncine di velluto rosso. Intervento che però, visti i tempi di crisi, potrebbe far allontanare gli spettatori dal teatro, dopo il crollo già certificato degli anni scorsi. Quanto poi ai debiti finiti sul groppone del Lirico, si scopre che una somma consistente deve ancora approdare all’assessorato della Cultura diretto da Sergio Milia, e per la precisione, circa 259 mila euro. Altri 45 mila euro, aumentati del 50 per cento e quindi 90 mila, sono oggetto di pignoramento anche se al momento non risulta alcuna procedura esecutiva. Vanno insieme con altri 12 mila, sempre raddoppiati del 50 per cento, dove però “la procedura esecutiva” è andata a buon fine anche se l’importo non è stato ancora liquidato per mancanza di alcuni documenti. Mentre invece sono stati già racimolati dai creditori, grazie all’intervento dell’assessorato, circa 83 mila euro. E così si capisce meglio la stretta ai cordoni della borsa voluta dall’assessore Milia: «Basta con i finanziamenti erogati al buio», aveva fatto sapere annunciando i tagli al contributo ordinario e il blocco del prestito da 10 milioni, «nella mia scrivania non è ancora arrivato il piano di risanamento, già sollecitato più volte». Ma adesso c’è. F. O.
Fonte: Il Sardegna
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