Diciotto sono i titoli che andranno a comporre la proposta teatrale del cartellone 2012-2013 del Teatro Toniolo di Mestre. Una struttura, quella dell’entroterra veneziano, avviata sempre più verso una dimensione che trascende la realtà della città per rivolgersi a un bacino di appassionati sempre più ampio, identificabile nell’hinterland e in tutte le province limitrofe che, salvo approvazione, andranno a comporre la nuova identità della “città metropolitana” di Venezia. Prossimo a festeggiare il secolo di vita, il teatro mestrino, inaugurato nel 1913 con il Rigoletto di Giuseppe Verdi, si è andato man mano emancipando dall’ingombrante ombra della vita teatrale veneziana. Fortemente voluto dalla popolazione ed eretto tra il 1908 e il 1913 dai fratelli Domenico, Marco e Giovanni Toniolo, l’edificio è stato nel corso degli anni il vero e proprio cuore della vita culturale cittadina, assurgendo, negli anni orribili del regime Fascista, anche a luogo, contenitore per tutte quelle associazioni che il buio di quel periodo storico aveva bandito e reso fuorilegge. Molteplici restauri, il più radicale del 1951, l’ultimo datato 2007, hanno portato alla struttura odierna, polifunzionale, in grado di recepire molteplici richieste. Dalla musica leggera alla prosa, dal balletto alla classica, le più differenti tipologie di spettatori possono accomodarsi nella rinnovata sala da 720 posti. Quest’anno il Teatro Toniolo ci propone un cartellone composto da tredici spettacoli di prosa, quattro di danza e l’anteprima mondiale per il Veneto del nuovo show dei Momix Alchemy che si porrà come ponte ideale tra le due categorie. Una stagione fitta e intensa, quella presentata alla stampa e al pubblico lo scorso 24 luglio presso il foyer del teatro.
L’allestimento di un programma vasto, all’altezza di un “Teatro metropolitano” e che intercetti e che ospiti tutti gli appassionati della “Città metropolitana”, è un impegno preciso e forte posto in essere dall’assessorato alla cultura del comune di Venezia, il quale, come ha tenuto a ribadire l’assessora Tiziana Agostini, riuscendo ad attenuare i tagli annuali di bilancio (10% circa rispetto al 20% degli altri settori) si pone come obiettivo di «continuare a dare priorità al teatro dal momento che questo significa credere e investire nella crescita civile e sociale della realtà locale». I toni enfatici e orgogliosi dell’assessora sono poi stati ripresi da Pierluca Donin, direttore del Circuito Teatrale Regionale Arteven, il quale ha preso la parola addentrandosi nello specifico della proposta di prosa. «La partenza della nuova stagione è forte e significativa». Si inizia infatti la prima settimana di novembre con Glauco Mauri e Roberto Sturno «due dei più grandi attori del panorama teatrale italiano» che, nel trentennale della compagnia, proseguono nella loro opera di revisione e riscrittura del teatro contemporaneo mettendo in scena Quello che prende gli schiaffi di Leonid Nikolaevič Andreev.
Irrinunciabile è lo sguardo ai classici, cominciando con il teatro napoletano. Dal 20 al 24 marzo l’attore e regista Luca De Filippo porta sul palco l’opera di Eduardo La grande magia, seguita, nel mese di aprile, da La mandragola di Niccolò Machiavelli per la regia di Ugo Chiti. Non mancano nel programma i grandi classici stranieri, da La resistibile ascesa di Arturo Ui di Bertolt Brecht con Umberto Orsini, definito da Donin «una delle più belle rappresentazioni degli ultimi dieci anni, da non perdere», passando per un Macbeth di William Shakespeare “molto splatter”, per arrivare a John Gabriel Borkman di Henrik Ibsen, un testo difficile che vede la magistrale regia di Piero Maccarinelli e la traduzione di Claudio Magris. Il Toniolo nella stagione 2012-2013 è anche leggerezza e fantasia. Partendo dai già citati Momix che regaleranno con Alchemy, ancora una volta, una serata indimenticabile e magica agli spettatori. Il 23 e 24 febbraio sarà la volta di Michelle Hunziker che, accompagnata dal Mago Forest, lascerà il piccolo schermo per il teatro impegnandosi nello spettacolo, un po’ musical un po’ varietà Mi scappa da ridere. Un altro volto noto che calcherà il palco del Toniolo sarà Margherita Buy. In Nel nome del padre, commedia sentimentale e dalla forte impronta simbolica, la Buy sarà la sorella di John Fitzgerald Kennedy protagonista di un incontro suggestivo con il figlio di Palmiro Togliatti.
Il teatro come finestra sul mondo politico degli anni cinquanta dunque, ma anche il teatro come sguardo preciso sulla politica italiana attuale e dell’immediato passato. A rispondere a questa esigenza il cartellone del Toniolo propone due opere diverse ma di eguale interesse. In Una notte in Tunisia, testo di Giulio Scarpati con la regia di Alessandro Gassman, un somigliantissimo Alessandro Haber si cala nei panni del famoso segretario del partito socialista italiano e riprende gli ultimi anni dell’epopea Craxiana, dall’apice del potere della “Milano da bere”, passando per Mani Pulite, fino alla solitudine della residenza di Hammamet. In Vandali. L’assalto alle bellezze d’Italia il racconto accoglie il tono della cronaca e del giornalismo di inchiesta affidandosi alle voci affabulanti e coinvolgenti delle firme del Corriere della Sera Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella che si affacciano al teatro dopo il successo di pubblicazioni come La Casta.
Piccole ma importanti novità le troviamo sul fronte degli abbonamenti. Agevolazioni alle scuole e alle università, ma soprattutto, accanto alla classica proposta dell’abbonamento annuale, quest’anno si è deciso di affiancare la forma più snella ed economica dei Mini-Abbonamenti, con i quali, al costo della metà dell’abbonamento intero, si ha diritto alla visione di sei spettacoli a scelta. Con questa corposa offerta teatrale di prosa, Mestre si pone ulteriormente come punto di riferimento “metropolitano” e polo di aggregazione sociale che vuole spaziare al di là dei confini cittadini. Si prosegue quindi a investire nel progetto (M9, Villa Settembrini, Centro Culturale Candiani, Multisala Furlan) di creare, nel cuore della nostra città, e specificamente attorno alla piazza Ferretto, un punto di incontro, un “Agorà” la cui impronta e proposta culturale sia subito riconoscibile e fruibile per una popolazione sempre più vasta ed esigente.