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teatro/recensione: “The Pride”

Da Uiallalla

zingaretti in una foto di scena“The Pride” di Alexi Kaye Campbell, portato in scena da Luca Zingaretti nelle vesti di regista e interprete, comincia raccontando una storia ambientata negli anni ‘50 che vede al centro il “triangolo” composto da Oliver, Sylvia e Philip. A questa si alterna una storia ambientata ai giorni nostri i cui protagonisti hanno gli stessi nomi.

Le due storie si alternano in cambi di scena che si fanno via via più sfumati e sempre meno netti, rivelando la sovrapposizione tra le due vicende che va oltre l’omonimia dei personaggi. L’omosessualità dei protagonisti maschili (velata se non espressamente negata nella prima vicenda, dichiarata ma non meno ‘problematica’ nella seconda) fa da perno a un testo che parla di amore e fedeltà, di perdono e destino, che vede i protagonisti fare i conti con la propria identità, con la società e i suoi pregiudizi.

Le due vicende svelano, nel loro alternarsi e sovrapporsi, di come la società cambia e di come il passato influenza il presente; ma più che essere due estremi, le due storie si rivelano essere due tappe di un percorso in divenire, prefigurato nella scena finale che si svolge, appunto, nel corso di un Pride.

Visto al Teatro Bellini di Napoli, martedì 16 febbraio 2016.


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