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Tecniche di Marketing virale: il marketing azione-reazione

Creato il 10 ottobre 2015 da Dmfastprint @dmfastprint

Nonostante negli ultimi anni il marketing virale abbia conosciuto una nuova vita in realtà si tratta di una tecnica “antica”. La pubblicità in qualsiasi sua forma deve stimolare l’interesse delle persone in modo tale da realizzare l’obiettivo di mercato. Pensate ad esempio alla più classica distribuzione di volantini. Si tratta di una tecnica di marketing, certo, ma c’è veramente un’azione-reazione?

Curiosità pubblicitaria, agisco e re-agisco, marketing di azione e reazione.

La nuova frontiera del marketing virale infatti è proprio questa e si basa, come suggerisce il nome, su un’azione (in cui si preferisce l’attività diretta del soggetto coinvolto, rispetto ad un’azione meccanica e passiva), da cui scaturisce una reazione. Tornando all’esempio dell’omino dei volantini, sicuramente possiamo definire questa tecnica come passiva perché da essa non si genera nessuna reazione, se non quella di raggiungere il primo cestino dell’immondizia, a meno che non si sia realmente interessati all’argomento preso ad oggetto della campagna pubblicitaria.
Sarebbe un altro paio di maniche sa la stessa campagna pubblicitaria fosse attuata con tecniche che stimolano la curiosità, inserendo lo spot in un contesto trafficato e richiedendo un’azione diretta alla persona. Mettiamo caso che vi sia un robot con un cartello che dice “saluta XXX, il robot magico, e stai a guardare”. Di primo acchito saranno pochi a reagire, ma non appena il primo temerario dirà “CIAO” al robot saranno in tanti a seguirlo, creando un vortice di interesse, un vero e proprio virus. Questa è una tecnica di marketing virale – azione e reazione. È l’interesse umano che la muove e che prescinde in parte dai contenuti pubblicizzati.

Il marketing si sposta sul web.

Naturalmente oggi il campo d’applicazione non è più la strada del quartiere più frequentata o il corridoio del centro commerciale. Le tecniche di marketing si sono dovute adeguare a nuovi canali di trasmissione, di cui Internet è il re incontrastato. La pubblicità diventa web, ma i principi generali rimangono gli stessi. Le strategie cibernetiche prendono spunto comunque dalle emozioni dei soggetti (la scienza della psicologia in questo senso è di grande aiuto), ma si spostano via internet. Like, condivisioni, contest, banner ecc. sono termini che sono diventati di linguaggio comune, ma in pochi ne conoscono il potenziale “monetario”. Il web marketing comprende anche il cd. Social Media, che fa utilizzo proprio del social network per diffondere notizie pubblicitarie, sfruttando il già citato emotional-maketing. La reazione a catena si completa con il giusto posizionamento sui motori di ricerca del sito “madre” cioè quello che commissiona o su cui si svolge la campagna di marketing. Seo, indicizzazione e SERP collaborano per rendere il piano di marketing più proficuo, massimizzando il fatturato dell’impresa che lo propone.

Più sei “emozionabile” più il marketing funziona.

Il marketing virale sfrutta in maniera astuta l’emozione, il sentimento. È una tecnica che funziona e quando agisce si comporta come una vera propria bomba. L’estate scorsa, una nota bibita gassata decise di inserire delle personalizzazioni delle etichette delle proprie bottiglie, corredandole con i nomi più comuni per regione di vendita. Anche questa, fu l’applicazione (peraltro ben riuscita) di una tecnica di marketing virale indiretta. L’azione era quella della condivisione, la reazione, com’è ovvio, la diffusione, che genera l’acquisto del prodotto. Chissà quanti di voi hanno una foto in bacheca con la bottiglietta in bella vista?

La pubblicità diventa un’arte che si muove tra mondo offline e online.

Nonostante possa sembrare semplice creare una campagna di azione e reazione, in realtà non è così immediato. Servono delle vere doti artistiche, da affiancare alle conoscenze scientifiche (già ampiamente applicate). Che sia su una strada o sulla pagina di un social, l’attenzione va catturata. Il mezzo di internet limita in parte le possibilità perché l’informazione deve essere veicolata senza il diretto contatto umano. Non è escluso però che l’azione, partita da internet non possa diventare una reazione “fisica”. Sono sempre più le attività di marketing che includono la partecipazione ad eventi, workshop, incontri. L’online incontra l’offline e viceversa. L’importante è che il virus si contagi.

Articolo originale: Tecniche di Marketing virale: il marketing azione-reazione.

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