Nella nota sul sito della Federcalcio russa (www.rfu.ru) viene esplicitato che la tassa riguarderà anche gli allenatori che possiedono la doppia cittadinanza e il denaro incassato sarà impiegato interamente per sostenere il calcio giovanile in Russia. Il presidente della RFU Nikolai Tolstykh ha infatti dichiarato: “Dobbiamo sostenere il nostro popolo”.
Nove dei 16 tecnici della lega sono nati in terra straniera e ciò mostra il motivo per cui gli allenatori russi sono così sconcertati. Tuttavia questa non è la prima volta nel corso di questa stagione che il nazionalismo è venuto alla ribalta nel calcio russo. Nel mese di dicembre, un gruppo di sostenitori dello Zenit aveva chiesto che il club escludesse i giocatori neri e gay dalla squadra al fine di “mantenere l’identità nazionale del club”. Il manager italiano dello Zenit, Luciano Spalletti, chiarì che questo non sarebbe successo. Prima di allora, il capitano dello Zenit Igor Denisov venne punito per essersi lamentato pubblicamente contro i giocatori stranieri della squadra che stavano facendo molti più soldi rispetto ai loro colleghi russi. Questi sono solo alcuni dei sintomi che la malattia della crescita degli introiti nella Russian Premier League ha comportato e ai quali la Federcalcio russa spera di trovare cura e rimedio con questa piccola, ma grande decisione.