Quale sono stati, sono e saranno ( da sempre e per sempre) i rapporti esistenti fra essere umano, tecnologia, pianeta Terra e suoi abitanti?
Fenomeni quali crescita del benessere ed aumento dell'inquinamento a livello globale sono solo due delle moltissime risposte che l'impiego della tecnologia ha saputo generare, nel corso dei secoli, da parte dell'essere umano. E' possibile frenare e/o mitigare gli utilizzi della tecnologia e del progresso quali pilastri dell'agire umano? Citando Piero Angela, la risposta a questa domanda appare molto eloquente. Per fortuna e/o purtroppo:
"[...] nessuno di noi è in grado di fermare lo sviluppo tecnologico: perché è qualcosa che cammina per conto suo, attraverso sterminate ramificazioni che si estendono ormai in tutto il mondo. [...]. Limitarsi a denunciare i rischi dello sviluppo tecnologico non è quindi sufficiente, perché, comunque, la tecnologia continuerà ad avanzare (e la gente a usarla). [...] Quello che si può fare è prender atto di questa situazione e [...] governarla. [...]"
Cercando di analizzare la relazione fra essere umano e tecnologia, è quindi possibile affermare che la seconda si è progressivamente ' ribellata' al primo? Nel contesto moderno, qualsiasi siano i punti di vista, la tecnologia ha assunto molteplici vesti ed aspetti che hanno reso per alcuni versi l'essere umano assuefatto e pressoché impossibilitato al " fare senza" certe tecnologie progressivamente entrate nel vivere quotidiano. Nonostante questo, però, appare comunque normale chiedersi cosa potrebbe esserne dell'umanità qualora certe forme di tecnologia non fossero a piena disposizione.
Nell'indagine del rapporto fra umanità e tecnologia, risulta quindi essenziale cercare di pesare una lunga serie di aspetti ed azioni. Ciascuno di questi fattori dovrà essere attentamente valutato e ragionato, proprio per evitare di incorrere in rischi capaci di svalutare o sottovalutare potenziali negatività e positività. Da quali fonti è possibile trarre spunti il più possibile costruttivi per formarsi una opinione propria e propriamente piena di spirito critico?
E' possibile rispondere a questa domanda attingendo al saggio " Tecnobarocco", pubblicato da Passaggi Einaudi e scritto da Mario Tozzi. Il perché di questo titolo ' composito' appare chiaro sin dalla copertina della stessa opera:
"[...] La tecnologia del terzo millennio non aiuta gli uomini a migliorare la loro esistenza né a ridurre gli impatti sul pianeta. Non è semplice, né utile e nemmeno educativa.
Essa, totalmente slegata dalla radice scientifica, è [...] fine a se stessa, 'barocca', dannosa e insostenibile da un punto di vista ambientale.
Viene spesso usata per rimediare ai danni perpetrati da una tecnologia precedente, incrementa i profitti basati sui bisogni indotti, accelera l'obsolescenza di molti oggetti e macchine, è costosa, fa perdere tempo. [...]"
Precedentemente all'avvento del terzo millennio, cosa si potrebbe dire dello sviluppo tecnologico che ha caratterizzato anche il primo ed il secondo millennio del passaggio umano su questo pianeta?
Qualora fosse possibile tracciare un bilancio dell'avvento tecnologico, sarebbe un conto economico in positivo od in negativo rispetto agli effetti assegnati al pianeta Terra che ha ospitato nel tempo tutto questo incremento di fenomeni incontrollabili?
E' sempre vero che il progresso tecnologico possa generare progressione culturale e presa di consapevolezza riguardo alla precaria sorte dell'essere umano?
Non sembrano esserci risposte pienamente affermative alle presenti domande:
"[...] Sono in molti a credere che progresso tecnologico sia sinonimo di progresso culturale.
Visto che la tecnologia avanza così speditamente ed è tanto comoda, ci sentiamo al riparo da eventuali fatiche che l'elaborazione culturale dovrebbe [...] comportare.
La conoscenza è un processo lungo che spesso costa fatica [...], ma la tecnologia ci illude di poterlo saltare a piè pari, senza rinunciare ad ampliare il sapere.
E' possibile, invece, che la tecnologia abbia cambiato radicalmente il concetto di cultura?
E, oltre a registrarlo, possiamo stabilire se questo è meglio o peggio rispetto al passato?
C'è una legge generale della tecnologia che è stata sempre rispettata: ogni nuova tecnologia distrugge un pezzo di cultura pre-esistente. Qualche volta con la scusa di conservarla, quasi sempre col pretesto di migliorarla. [...] La nuova tecnologia nasce quasi sempre per rimediare ai danni delle tecnologie precedenti. [...]"
Risulta essere sempre così vera e/o quantomeno estremizzata l'ultima affermazione citata?
Vi sono state forme di progresso e sviluppo tecnologico che hanno contribuito al benessere di umanità e pianeta Terra senza aggravare le condizioni prodotte dai danni di tecnologie precedenti?
Potrebbero in linea teorica essere scoperte ancora oggi forme di tecnologia adeguate e ' non barocche', proprio in quanto finalizzate al regalare forme di benessere tanto esclusive quanto svuotate di eventuali effetti collaterali da dover pesare e valutare?
E' su domande come queste che si giocano moltissimi concetti, tutt'ora e forse per sempre senza piene e consapevoli risposte: etica, progresso, ricerca, autodeterminazione umana, libero arbitrio, sopravvivenza delle specie, [...].
La necessità di stilare una sorta di ' bilancio' non dovrebbe prescindere dall'opportunità di definire entro quali ' confini' costruire una proposta storico-sociale per certificare una valutazione positiva o negativa legata allo sfruttamento delle infinite opportunità tecnologiche maturate dall'essere umano nel corso dei secoli:
"[...] Una tecnologia ridondante e fine a se stessa, che si auto-alimenta e che esaurisce le risorse naturali sostanzialmente impoverendo gli stessi uomini. Una tecnologia barocca, appunto.
Il problema è lo squilibrio ormai insopportabile fra gli investimenti in tecnologia ed i vantaggi reali, concreti. Uno squilibrio [...] poco visibile ai più, perché la tecnologia sembra sempre indiscutibilmente utile: viviamo bombardati dalla notizia di scoperte scientifiche che si susseguono quotidianamente e che sembrano destinarci a un futuro illuminato dal progresso più grande mai vissuto [...]. Ci vuole poco a rendersi conto che così non sarà, anzi che l'impatto turbotecnologico rischia di mandare definitivamente in rovina quel poco di equilibrato che ancora esiste. [...]"
Attraverso quali forme di tecnologia potrebbe quindi essere sviluppabile ed articolabile il futuro dell'essere umano nel corso dei prossimi secoli? Sarà possibile davvero continuare a definire come irrealizzabile ed inevitabile l'avvento di tecnologie utili per il progresso ed il benessere di esseri umani ed animali? L'opinione dell'autore risulta essere, a questo proposito, alquanto chiara:
"[...] Credo che il livello tecnologico utile sia stato ormai raggiunto e superato e che non sia più incrementabile, se non a prezzo di disastri ambientali e ingenti spese, tali da far pensare che non sia meglio astenersi da ulteriori miglioramenti. Purtroppo la tecnologia va avanti globalmente e non è possibile selezionare quali invenzioni migliorare e quali no: avanza tutta insieme oppure non avanza affatto e il condizionamento pubblicitario, la globalizzazione e gli interessi economico-politici non consentono alcun margine di intervento dal basso: decide solo il mercato. [...]"
Senza valutare, poi, di quanto certe forme di tecnologia siano tanto barocche quanto parziali e/o anche mal distribuite sull'intero pianeta Terra:
"[...] Quando parliamo di tecnologia barocca parliamo [...] solo del mondo che se la può permettere, cioè quello nostro, occidentale, ricco e avanzato. In tutto il resto del mondo, al contrario, si vive spesso come prima della rivoluzione industriale. [...]"
A prescindere da punti di vista personali ed individuali, leggere ed approfondire tale tema quantomeno per disposizione di spirito critico potrebbe essere importante.
Oltreché produttivo, in chiave tanto futuribile quanto prospettica di indagini dettagliate.
