Dopo The Legend of Korra e Transformers Devastation, continua con Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan la collaborazione tra Activision e Platinum Games. Siete pronti per il ritorno delle Tartarughe Ninja?
Articolo a cura di Stefano Talarico
- Disponibile per:
- Xbox 360
- Ps3
- Pc
- PS4
- Xbox One
Per chi è cresciuto a pizza e Tartarughe Ninja (e magari ha pure giochicchiato a Turtles in Time e altri prodotti su licenza dell'epoca 8-16 bit), l'annuncio di PlatinumGames al lavoro su Mutants in Manhattan ha rappresentato senza ombra di dubbio un'ottima notizia. Dopo aver lavorato sulle licenze di Avatar: The Last Airbender (The Legend of Korra) e di Transformers (per Devastation), lo studio di Hideki Kamiya e soci consolida dunque il sodalizio con il publisher Activision, portandoci questa volta sull'isola newyorkese e mettendoci nei panni dei quattro fratelli teenager corazzati, perfetti interpreti di quella stylish action che da sempre caratterizza le opere di Platinum.
Per la pizza vanno pazzi, sai!
Durante la GDC 2016 abbiamo avuto modo di provare brevemente la prima demo pubblica di Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan, e l'impressione è proprio quella che la formula dello studio giapponese si applichi perfettamente alle tartarughe più ganze della storia dell'animazione. Michelangelo, Raffaello, Donatello e Leonardo, oltre a un nuovo look studiato appositamente per il gioco da PlatinumGames, presentano ovviamente diverse abilità e caratteristiche date dal loro diverso arsenale, e questo si traduce in un'ottima varietà di gameplay pad alla mano, considerando che ogni personaggio ha ovviamente due attacchi principali, una miriade di combo a disposizione e la sempre determinante schivata, che come ben sapranno i fan di Bayonetta e co. è il modo migliore per dominare gli avversari. Giocando in single player, inoltre, la possibilità di cambiare velocemente da un personaggio all'altro permette di sfruttare al meglio le abilità speciali dei vari protagonisti: oltre ad attacchi speciali devastanti e signature-move per titillare i più nostalgici, ogni tartaruga avrà a disposizione un attacco combo, per infliggere ancora più danni e mettere in scena una coreografia degna di un film wuxia. In questo senso, l'impostazione prettamente arcade si fa apprezzare molto, visto anche il folto numero di avversari che incontreremo sul nostro cammino e che, a detta dello sviluppatore, popoleranno le diverse aree in maniera sempre diversa, per garantire un buon tasso di rigiocabilità anche nelle zone già affrontate. C'è addirittura un mini-gioco arcade pensato per tornare in azione dopo un KO, nel quale dovremo mangiare più pizza nel minor tempo possibile... un po' come Pac-Man, ma con più mozzarella filante. Inoltre, durante le partite in multiplayer online (niente co-op da divano, come a testimoniare che i bei vecchi tempi dello SNES sono ufficialmente finiti) i compagni d'avventura possono darci una mano in qualsiasi momento, anche se veniamo abbattuti dalle orde di nemici o dai temibili boss di fine area. Già, perché TMNT: Mutanti a Manhattan intende sfruttare a piene mani l'ambientazione che porta nel titolo, mettendo in scenda diverse zone open world completamente esplorabili e ricche di collezionabili e oggetti da raccogliere, per avere la meglio dei nostri avversari. La città, renderizzata con lo stesso ottimo cel-shading che anima anche tutti i personaggi del gioco, è piuttosto varia negli elementi che la compongono e, almeno nel quadro che ho potuto vedere, promette ampi spazi in cui girovagare liberamente, tra grind, wall jump e trampolini di varia natura. Per farvi un esempio pratico, giocando a Mutanti a Manhattan ho avuto la stessa, fantastica sensazione che mi dava girare per la City di Sunset Overdrive, anche se forse il titolo Insomniac poteva garantire un po' di velocità in più. Ma, insomma, dettagli di poco conto: ciò che importa è che il nostro quartetto di Tartarughe sarà davvero Ninja, e non solo per le armi e le mosse spettacolari.
Dopo aver brevemente esplorato i dintorni e gonfiato di mazzate i soliti scappati di casa del Clan del Piede, prima della fine della demo abbiamo avuto un incontro ravvicinato con Bebop, il solito cinghialone agguerrito con l'amore (non ricambiato) per i caveau delle banche. Anche qui, come da tradizione Platinum, la boss fight ci è parsa particolarmente curata e con dei pattern d'attacco chiari, a cui prestare comunque molta attenzione per non finire male. Pur avendolo affrontato in quattro contemporaneamente con altri colleghi della stampa internazionale, Bebop è parso nettamente più coriaceo rispetto ai classici scagnozzi che riempono i livelli. Una dimostrazione del fatto che - come accade solitamente con le sue produzioni su licenza - Platinum ha voluto proporre un tasso di sfida che sapesse accontentare tanto i giovani appassionati della serie CGI di Nickelodeon quanto chi, invece, è un vecchio scafato cresciuto smagnetizzando le VHS con le puntate e i film.
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