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Tekken – Dwight H. Little

Creato il 28 novembre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

28 novembre 2012 Lascia un commento

Tekken
E’ dai tempi dell’indimenticabile "Karateka" della Broderbund giocato in quell’improbabile ma efficacissima macchina da gioco che fu L’Apple II, che i fighting game rivestono un ruolo importante nel mercato videoludico.
Anche senza ripercorrere la storia del genere, pensare a "Tekken" significa tornare a quasi 20 anni fa quando il 3D rivoluziono’ il concetto stesso di gioco che nel frattempo era passato attraverso un 2D sempre piu’ complesso e raffinato.
Non e’ la prima trasposizione che trasborda sul grande schermo e certo non sara’ l’ultima per via del fatto che se devo imbastire un soggetto su gente che si prende a calci sulle gengive dall’inizio alla fine, tanto vale farlo sfruttando un nome noto, evitando di inventare l’acqua calda e usare nomi, caratteristiche e ambientazioni di buoni e cattivi gia’ esistenti. Poi diciamocelo a chi frega nulla della trama?
Semmai e’ divertente vedere l’accumulo di pixel da prima gettonato poi divenuto carne, sudore ed ossa saltellare come un ossesso tra fili nascosti e CGI.
Trama fatta di guerre mondiali, corporazioni al potere, ricchi ricchissimi, poveri poverissimi e il riscatto del popolo oppresso attraverso il suo campione che rischia la vita sul ring per se’ e per il suo popolo, solito ed inutile blabla quindi e come si diceva, una bella scusa per giustificare le mazzate tra contendenti.
Regia che non conta, interpretazione quando mai eppure non mi e’ dispiaciuto, anzi tra le tante trasposizioni e’ forse quella che ha piu’ senso. Non che si corra rischio di scambiare uno degli sceneggiatori per Chayefsky, pero’ ci provano a dare un corpo e soprattutto un’anima alla pellicola, forse con alterni risultati ma tutto sommato non e’ tremendo. Certo e’ che devo essere l’unico a pensarla cosi’ dal momento in cui e’ stato uno di quei flop che fanno male ma forse non e’ un caso se ancora una volta mi trovo contro la massa compatta.
Certo, avrei tanto voluto vederlo tornando indietro a 16 anni, l’eta’ giusta per godersi i fisici delle splendide signorine con in testa Kelly Overton e un bel po’ di sganassoni che fanno male, pero’ come si dice, e’ uno spettacolo per tutte le eta’ quindi…

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