Telecoma profondo

Da un po’ di tempo la guerra con la connessione internet e con la sua agente fiancheggiatrice, la sinistra Telecom, sembrava in quiescenza, ma questo fine-settimana è ripresa trionfalmente, come potete vedere dalle pagine vuote del blog. La linea va e viene ogni dieci minuti rendendo impossibile utilizzare internet o leggere le email. Si fa magari in tempo a vedere che intanto ne sono arrivate 256, ma di aprirle non c’è verso. Come sempre faccio la solita trafila del 187 (al cellulare che è Wind e quindi ancora funziona) e parlo con uno robo-schiavo replicante del call-center. “Sono Pasqualino, in cosa posso servirla?” “Pasqualino, guarda che qui non funziona niente…né la linea telefonica né quella internet…ti risulta?” Rumori e rumoretti di fondo. “Effettivamente c’è un problema alla piastra, quindi non è colpa del suo computer…” (Ora sì che sono tranquillo, caro Pasqualino, non devo gettare il computer, ma solo cambiare operatore). “Ma tutti i weekend c’è un problema alla piastra? Non è che per caso ci sono trentamilioni di connessioni tutte sulla stessa piastra e quindi se la gente è a casa e accende internet a me cade la linea, Pasqualino?” “Beh questa potrebbe essere un’ipotesi, signore…in ogni caso abbiamo segnalato il caso ai tecnici che interverranno fra 48 ore lavorative”. Cioè martedì, quando ormai il problema si sarà risolto da solo. Mentre sarò in ufficio a pasticciare su internet, mi telefonerà il tecnico e mi annuncerà: “Ho effettuato i controlli e adesso va tutto bene…” Ovviamente fino alla settimana prossima, quando nel weekend la piastra, qualsiasi cosa sia, si guasterà di nuovo. Mi pare una paurosa metafora di un paese che sul versante delle tecnologie e delle infrastrutture si è immobilizzato da tempo, gli unici progressi sono nel campo delle truffe immobiliari, dove ci avviciniamo alla perfezione esecutiva, e nei trapianti di capelli, dove siamo giunti al virtuosismo. A qualcuno basta il cosmico, all’Italia necessita il cosmetico, nessuno teme più il comico.