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Telecomando nel citofono per l’attentato a Borsellino

Creato il 12 marzo 2014 da Justnewsitpietro

Telecomando nel citofono per l’attentato a Borsellino
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Totò Riina, ex-numero uno di Cosa nostra, rivela quasi involontariamente nuovi dettagli sulla strage di Via d’Amelio a Palermo, del 19 luglio 1992, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino ed i cinque poliziotti della scorta.

Nell’ora di aria, l’ex capo di Cosa nostra, avrebbe raccontato al boss pugliese, Alberto Lorusso, una notizia fino ad ora sconosciuta anche a magistrati e investigatori: il telecomando usato per la strage era stato inserito proprio nel citofono dell’abitazione della madre di Borsellino. Sarebbe stato proprio il giudice ad attivare la bomba, collocata dentro la Fiat 126, parcheggiata proprio davanti al condominio, nel momento in cui ha citofonato all’appartamento della madre.

Tutto quanto appreso e trascritto dagli investigatori della Dia, è ora al vaglio dei pubblici ministeri di Caltanissetta, coordinati dal procuratore Sergio Lari, che da anni seguono la vicenda.

Se tali dichiarazioni fossero veritiere, sarebbe finalmente chiarito il mistero su chi azionò il telecomando per la strage di via d’Amelio, a cui nessuno fino ad oggi, ha saputo dare una risposta, nemmeno gli ultimi due pentiti, Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina.

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