Supernatural
- Era Kripke-
“Due cowboy moderni con una Chevrolet Impala al posto del fedele destriero”. Così Eric Kripke presentò il progetto alla rete. Un progetto che poi è diventato molto di più…
Da dove iniziare a parlare di questo capolavoro? Ebbene sì, parlo di Supernatural, i cui attori principali sono Jensen Ackles e Jared Padalecki (il primo ha un talento recitativo da fare invidia anche alle più grandi star del cinema, il secondo invece se la cava soltanto).
Vorrei poter fermarmi solo ai lati positivi di questo show ma (putroppo) hanno avuto la brillante idea di licenziare il creatore perché costava troppo e sostituirlo con una totale incapace di nome Sera Gable.
Ma questo è accaduto alla fine della quinta stagione, quindi preparatevi ad approcciarvi ad un capolavoro lungo cinque stagioni e il cui finale è IL finale, un finale che sa di conclusione del monologo iniziale ai titoli di coda, oltre cui non si può nemmeno immaginare un continuo.
Loro l’hanno fatto, e hanno toppato alla stragrande. Ma andiamo per gradi…
*La recensione sarà divisa in due parti: la prima fino alla quinta stagione (Era Kripke) e la seconda dalla sesta stagione in poi (Era Sera). La seconda conterrà più spoiler quindi rivolgo l’invito a leggere solo a chi ha seguito la serie*
Scheda Info
Ideatore: Eric Kripke
Genere: Soprannaturale, drammatico.
Stagioni: 8 stagioni ( Ma dipende dai punti di vista, per me ne sono solo 5)
Puntate per stagione: 22
Durata singola puntata: 40 minuti
Telefilm: In Corso (come sopra, dipende dai punti di vista)
Paese: America
Rete americata: CW/WB
Rete Italiana: Rai 2, Rai 4.
Lingua Originale: Inglese
Voto:
Recensione
di Macci_Mellow
La prima serie inizia con una donna, Mary Winchester, che vive tranquillamente la sua vita in una casa di periferia; è ritratta nell’atto di mettere nella culla un bambino, quando scorge un’ombra nella casa. Pensando si tratti di suo marito, John, non vi dà peso e si allontana. Scesa in salotto, però, vede l’uomo dormire sulla poltrona, torna quindi di corsa nella stanza del pargolo, il terrore più puro a guidare i suoi passi. Il marito, svegliatosi per le urla della donna, corre al piano superiore. Vede il bambino nella culla, salvo, ma subito dopo fa un’agghiacciante scoperta. Mary è sul soffitto, cosparsa di sangue, e in un attimo il fuoco divampa dal suo corpo.
John salva i suoi figli e, mentre li abbraccia, promette a se stesso che vendicherà la donna che amava.
Passano anni e Sam Winchester (Jared Padalecki), il bimbo nella culla, è alle prese con l’università, gli amici e la fidanzata Jessica. Sembra non esserci nulla di speciale in quel ragazzetto dai buoni voti che sta perfino per cercare un lavoro.
Tutto cambia quando qualcuno fa irruzione nella casa che condivide con la fidanzata. Questo qualcuno si scopre essere il fratello Dean Winchester, venuto a chiedergli aiuto per cercare il padre, uscito a “caccia” e non ancora tornato. L’unico indizio per trovarlo è il suo diario, dove ha annotato tutte le sue memorie e le prede cacciate.
Si scopre che il padre, dopo la morte di Mary, ha iniziato a vedere l’oscurità che si cela nella notte, gli incubi che la abitano, i mostri delle favole che forse non sono poi così immaginari: vampiri, wendigo, mutaforma, e altre creature come queste. Si scopre anche che loro sono stati cresciuti per dargli la caccia.
Non trovano il padre (non nella prima puntata, almeno) ma Sam, quando torna a casa, trova Jessica sul soffitto che, con occhi vitrei, lo guarda prima di consumarsi tra le fiamme che divampano da lei.
E così la decisione è presa, i due cowboy moderni sulla loro fidata Impala partono per le strade di tutti gli stati alla ricerca dei mostri e del “demone dagli occhi gialli” reputato il colpevole di tutto.
La prima impressione che si ha di Supernatural è che sia un telefilm a puntate autoconclusive, con il mostro della settimana; avventure interessanti, spaventose, qualcuna che fa perfino venire i brividi come nei migliori film horror. Ma la prima impressione è solo una maschera. Tra lo humour del giovane Dean, latin lover dalla battuta pronta e colonna portante di tutte le serie, con il suo senso dell’onore e del legame familiare, e il mistero delle capacità quasi magiche di Sam, il telefilm scopre passo dopo passo tasselli di una trama più grande e complicata… che non vi sareste mai aspettati.
Ma a farla da padrone in tutto il telefilm è il legame dei fratelli, alchimia nata dall’avvicinamento dei due attori e diventata centrale nella serie. La morbosità con cui i due si vogliono bene, tanto da sacrificarsi l’uno per l’altro, nata dal loro essere cresciuti nomadi e dal doversi proteggere a vicenda, ha dato vita ad un legame dal fascino quasi peccaminoso e sconcertante che, per gli amanti del genere, fa sì che gli occhi restino incollati allo schermo anche quando magari la trama principale sembra lontana e il caso della settimana non attira molto.
Dean, in particolare, avendo vissuto sempre all’ombra del padre senza nemmeno la prospettiva di una vita migliore, risente molto di questa condizione, e vede in Sam l’unico legame vero che abbia mai avuto. Così dà la vita, l’anima e tutto il suo dolore per salvare il fratello che sembra nascondere più che un lato oscuro.Questo è il contesto in cui nasce la trama: una famiglia, due fratelli a confronto; l’uno fedele ad un padre assente, l’altro fedele alla prospettiva di ribellione. Ma chi ne subisce tutte le sventure e delusioni è Dean, con cui l’empatia è inevitabile. Il concetto delle serie sembra dunque essere “Quanto facciamo soffrire Dean? E come?” rendendolo, a mio avviso, l’unico e indiscusso protagonista della serie, l’unico con uno spessore emotivo così intenso da stringere il cuore ogni volta che Sam ne rifiuta l’affetto.
Ma questo è solo il sale che dà più sapore ad una pietanza già tutt’altro che insipida. Quando, infine, si scopre la trama principale, che la guerra va oltre un nemico comune, che va oltre il demone che sia con occhi gialli, neri, a pois o cangianti, ci si ritrova davanti ad un capolavoro come pochi, con l’eterna lotta tra bene e il male mai stata più reale e a portata di mano. E il male sembra farla da padrone, giocando e manipolando i protagonisti sin da il primo ciak. Ma il tutto senza dimenticare le risate e le situazioni ironiche, che creano un equilibrio mai pesante e assolutamente godibilissimo.
Info e Curiosità
- Il cognome Winchester è stato scelto in onore della Casa Winchester, la casa più infestata del mondo.
- Jensen Akcles si presentò per il ruolo di Sam. Fu preso per il ruolo di Dean a cui fu dato questo nome per prendere in giro Jared, il cui personaggio in Gilmore Girls era appunto Dean.
- La serie doveva essere più simile ad una sceneggiatura a puntate, ma l’alchimia tra i due attori li ha spinti a rendere il tema dell’amore filiare centrale.
- Ogni serie ha una proprio intro dove viene presentato un elemento che è base nella serie.
- Prima di ogni season finale viene presentato un riassunto di tutta la serie con sottofondo “Carry On My Wayward Son”.
- Alla fine della puntata “Febbre Gialla” vi è un piccolo pezzo in cui Jensen balla la canzone “Eye of the Tiger” dei Survivor, attimo di spontaneità momentanea, subito immortalata dalle telecamere e poi propagandata.
- Nel 2007 è iniziata una miniserie a fumetti pensata come prequel della serie.
- Fu lanciata una Web Series comica, i Ghostfacers, già presentati nella serie principale, dove si narrano le avventure di due impacciati e imbranati acchiappafantasmi.
- Nel 2010 fu lanciata la Serie Animata Giapponese Supernatural, che ricalcava la prima serie ma condensandola in 22 puntate da 20 minuti.
- Il personaggio Robert Singer, praticamente padre adottivo dei fratelli, prende il nome dal regista delle puntate.
- Jensen Akcles ha affrontato anche il ruolo di regista nella sesta serie.