Non ho problemi a confessare che ho sempre dato un'occhiata al Festival di Sanremo: diciamoci la verità, chi non lo fa? E' un po' come chi dice di non votare mai per Berlusconi... E quindi ho seguito, divertito, la "sommossa" dei musicisti sul palco dell'Ariston che inveivano contro il popolo-caprone dei televotanti, "rei" di aver incoronato vincitore un ragazzotto brufoloso sponsorizzato (e daje!) da Maria DeFilippi, e premiato con il secondo posto l'orrendo pistolotto nazional-savoiardo di Pupo e Sua Altezza Emanuele Filiberto (sic!). Normale, si dirà, se si consente al pubblico da casa di votare con il meccanismo diabolico del televoto: è ovvio che saranno avvantaggiati coloro che escono dai talent-show (gli unici programmi che si vedono oggi in tv, o quasi) oppure quelli che strumentalizzano la propria popolarità catodica per remare acqua al loro mulino (vedi Pupo).
Normale, certo. Però a un certo punto (sarà perchè non riuscivo a dormire) ho provato a chiedermi: e se anche ai Festival del Cinema si facesse la stessa cosa? Ovvero, se a decidere l'Oscar, la Palma, il Leone, l'Orso, il Pardo o chi volete voi, fosse direttamente il pubblico pagante e accreditato, anzichè la classica giuria di esperti? Pensate che i risultati sarebbero altrettanto inquietanti? Chissà... dopotutto non è che anche le giurie "tecniche" in passato abbiano spesso brillato per lungimiranza: se parliamo di Oscar, vediamo che gente come Kubrick, Chaplin, Hitchcock, Mann, Altman non hanno mai accarezzato la preziosa statuetta... per non parlare di certi risultati che, a distanza di anni, fanno letteralmente sorridere: si pensi per esempio a Cannes 1979, quando ad Apocalypse Now venne preferito nientemeno che Il Tamburo di latta di Volker Schlondorff. Eppure, allo stato attuale, vediamo che quasi nessuno dei festival più importanti prevede tra i premi da assegnare quello relativo al giudizio del pubblico. L'unica rassegna che invece consente agli spettatori di esprimersi per un riconoscimento ufficiale e tangibile è, guardacaso, la più piccola e sperimentale: Locarno. E allora, sempre beninteso perchè non riuscivo a prendere sonno, mi sono letto l'albo d'oro del "prix du publique" del concorso ticinese, "scoprendo" che nell'ultimo decennio la folla che anima Piazza Grande ha premiato film come Lagaan, Le Vite degli Altri, Sognando Beckham, Il miracolo di Berna e Funeral Party. Come si vede, scelte tutt'altro che orrende. Anzi!
Cosa significa allora tutto questo? Semplice, che la "ggente" (per dirla alla Nanni Moretti) è meno stupida di quello che si crede, e sa riconoscere un bel film da una ciofeca. E che il (piccolo) popolo di chi va a vedere i film al cinema è, per ora, molto più intelligente di quello che guarda la tv! Il problema è che è solo una piccolissima minoranza. Sì, signori. Perchè, se ancora non l'avete capito, il problema è tutto italico: viviamo in un paese dove l'80% di chi si reca a votare esprime i propri giudizi basandosi su quello che vede, sente e si consuma in tv. Viviamo in un paese dove ormai la videocrazia ha sostituito la democrazia, e dove "conta" solo quello che viene passato in televisione. Ecco perchè in questo paese lobotomizzato e decerebrato vincono Valerio Scanu, Pupo e Berlusconi: perchè la parte del manico ce l'hanno loro, e il popolo-bove, a comando, li esalta come si deve. E se non è questo un horror, allora cos'è?