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teletotalitarismo

Creato il 20 luglio 2011 da Occhio Sulle Espressioni
teletotalitarismoLa antena
2007
Argentina
Regia: Esteban Sapir

Soggetto: Esteban Sapir

Sceneggiatura: Esteban Sapir

Favola distopica che è una boccata d'aria nel panorama fantascientifico del primo decennio del Duemila, pur pescando ottimamente fra fior di classici, omaggiati e riproposti con viva personalità, brilla di luce propria.
Il tema è quello di un città imprecisata, in un tempo non definito ma simile agli anni Venti e Trenta, schiacciata sotto un regime totalitario, talmente forte da essersi appropriato della voce degli abitanti. Essi sono controllati dallo strapotere della comunicazione televisiva, gestita tramite un "cervello" ed elementi di retro tecnologia, con una simbologia opprimente presente un po' dappertutto, addirittura anche nell'unico cibo disponibile, l'esplicativo "Alimentos TV"; unico svago rimangono la boxe e degli spettacoli canori. La star di questi ultimi è "La Voz", unica persona, insieme al figlio, ad essere ancora in possesso della propria voce, sfruttata dapprima come elemento di distrazione, poi, abbinata ad una macchina speciale, per giungere ad un nuovo passo di oppressione... Sarà un tecnico riparatore TV, con sua figlia, la sua ex moglie ed il figlio di La Voz a dover fronteggiare la minaccia, combattendo sullo stesso piano scientifico.
Sperimentale oggetto centrale del film sono i sottotitoli, anche se è riduttivo chiamarli così, sono infatti una vera presenza attoriale che si muove secondo il contesto: "recitano", vivono quasi di vita propria, partecipando all'azione ed amplificano concetti ed emozioni. Sono ovviamente l'unico modo per permettere ai muti personaggi di esprimersi, la comprensione reciproca avviene tramite labiale o vera e propria presenza materiale diegetica degli stessi, che diventa un'estensione della loro mente.
La sperimentazione non finisce qui, e sono evidenti i rimandi all'espressionismo tedesco, così come al Kammerspiel, ai drammatici e ai sentimentali fra le due guerre mondiali, con tanto di musica da grammofono, e al muto in genere. Pullulano i riferimenti alla sci-fi di molti periodi, con Metropolis e 1984 dinanzi tutti. Simpatico l'ammiccare a Viaggio nella Luna e Viaggio attraverso l'impossibile, da segnalare i tocchi di estetica sovietica.
C'è da dire che Sapir ha iniziato la carriera e l'ha impegnata essenzialmente come direttore della fotografia, e la cura posta al comparto visivo è notevole. Il film è in un bianco e nero livido, non molto contrastato, ed è stata data gran importanza ad ombre e sagome in controluce, vieppiù alla composizione dell'immagine, che comprende nei suoi spazi i già citati sottotitoli.
La distopia di una tirannia che manipola le coscienze tramite i media ed il consumismo, privando di altro, continua a turbare le coscienze.

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