Svolgimento
Questa la dedico a quel signore della fila alle poste – è in fila allo sportello per pagare dei bollettini, non ho notato altro, se avesse baffi, o capelli, cappello, cosa non si fa per distrarsi quando si è in fila, conosco gente che analizza le piombature a vista delle persone che parlano, chi legge tutti gli avvisi del muro comprese le crepe, le fughe, allinea mentalmente le file delle lampade, conta le viti dei pannelli del controsoffitto, conta le scanalature e le percorre ruotando il capo fino a che si confondono con le righe della camicia dell’impiegato allo sportello, conta i dentelli dei francobolli e le pietruzze scure del pavimento di graniglia, ne controlla e cataloga tutte le forme e i colori, tenendole ben distinte da quelle più chiare, impara a memoria il codice del conto corrente postale di tutti i bollettini che aspetta di pagare, e intorno baffi, occhiali, gonne lunghe e corte, pantaloni a cavallo basso, permanenti, ciuffi, conosco gente che riconosce altra gente in fila dalla volta precedente, la riconosce benissimo, con sicurezza, e la saluta, ma quella gente non risponde perché non si conoscono, eppure si sono incrociati mille volte, sono quasi conoscenti, ma fondamentalmente estranei, conoscenze di mezzora che nascono e si disperdono, piccole onde di risacca che spariscono subito dopo aver pagato il dovuto all’impiegato, piegato la ricevuta con cura, curato che il resto ricevuto sia quello giusto, intanto dietro si accalcano altri baffi, borse, cartellette, scarpe comode, scarpe strette, non sempre c’è da sedersi, si sta in piedi come numeri, chi è l’ultimo non può negarlo e dice Sono l’ultimo, e lì si compie il miracolo, perché nello stesso istante in cui pronuncia questa frase diventa automaticamente penultimo, in compenso c’è sempre qualcuno che si lamenta - quel signore per esempio, in fila allo sportello si sta lamentando perché c’è una coda più lunga di lui.
Raimondo Quagliana