Magazine Diario personale
Non sono un esperto di fisica. Quando frequentavo le scuole medie facevo confusione tra fisica ed educazione fisica, talvolta ci spiegavano come sollevare il mondo con una leva, quindi era un fatto di muscoli, in altri casi come calcolare il tempo impiegato da un uovo a cadere dalla torre, e lì cominciavo a capirci meno. Noi ragazzini per i primi dieci giorni non facevamo altro che lanciare matite e sputi dal balcone della scuola, e ribaltare gli armadietti, poi intervenivano i grandi e ci mettevano in riga. Con il passare degli anni ho continuato a capirci poco, la fisica che studiavamo alle scuole superiori era una materia traslucida e viscida, una specie di gelatina gommosa che noi studenti non riuscivamo ad afferrare. Nessuno di noi ebbe la fortuna di conservarne almeno un poco nel suo bagaglio culturale, come si diceva allora. L’educazione fisica invece l’avevo già persa per strada all’esame di terza media, il giorno in cui saltai la cavallina e ci rimasi a cavallo.Fisica, biofisica, patafisica, la scienza per me è sempre un po’ nebbiosa, ci sono molte cose che non ho mai afferrato. Per esempio, mi sono fatto un’idea tutta mia dell’atomo, l’ho sempre visto nelle immagini sui libri rappresentato come una pallina colorata, una pallina di plastica colorata, perfettamente lucidata, ne metti tante insieme e formi una molecola. La molecola è un grumo di palline, un mucchietto di palline di plastica colorata, alcune delle quali hanno una specie di calamita che attira, altre hanno un respingente che allontana. In questo modo, le molecole si uniscono tra loro in ammassi sempre più grandi e articolati.
Ci sono casi in cui si verifica una situazione di caos, dove le une si accavallano alle altre, si compenetrano, si aprono, si abbracciano. Ma è solo caos apparente, perché nell’ora di religione, e questo me lo ricordo bene, ci dicevano che in natura tutto è regolato in modo perfetto. Si ha l’impressione che queste molecole siano state aggrovigliate frettolosamente dal caso, ma è l’amore che le spinge ad abbracciarsi nel modo giusto. Mille, centomila, un miliardo di grovigli come questi riescono finalmente a strutturarsi in una cellula, che è già qualcosa di più ordinato. Non è stato facile darsi delle regole, talvolta è necessario rendersi impopolari, ma alla fine ci si riesce. Se guardiamo bene adesso non c’è neanche bisogno del microscopio, perché sotto i nostri occhi c’è già del tessuto umido molliccio, fibre muscolari, vasi sanguigni, tendini e cartilagini. All’interno, altra materia si è organizzata diversamente, in ossa di vario tipo, misura e utilità. Tutto si assembla correttamente, nelle proporzioni esatte, si spianano le asperità, si collegano le giunture, si allineano le falangi. Sopra tutto questo mondo nascosto e profondo, si avvolge come un mantello la comitiva più fanatica e superficiale di tutte. I suoi componenti sono narcisisti e permalosi, arricciano il naso alla minima ruga, non tollerano imperfezioni, soprattutto i punti neri, che vengono schiacciati senza pietà non appena intercettati. D’inverno stanno al coperto, d’estate non fanno altro che prendere il sole e spalmarsi la crema abbronzante, poi si lamentano se si ritrovano raggrinziti a quarant’anni.Io non capivo bene, quando ne sentivo parlare a scuola, da piccolo, che gli atomi e tutto il resto sono una cosa reale. Da ragazzino sogni tante cose per il tuo futuro e non puoi immaginare quello che la vita ti sta preparando. Quel mucchietto di palline colorate e aggrovigliate tra loro in modo così meravigliosamente perfetto, chi l’avrebbe detto, ha preso le sembianze della mia compagna, si è laureato in fisica e ogni giorno che passa cerca di convincermi che l’atomo non è una pallina colorata. Dice anche che le molecole, quelle sì che si abbracciano davvero, lo fanno spesso, proprio come due persone, si avvicinano, si strusciano, poi una allarga le braccia e l’altra si lascia accogliere. Se non è amore questo. Raimondo Quagliana
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