Svolgimento
Fa buio presto in inverno. La stradina che fiancheggia l’argine del fiume fa una curva a gomito verso sinistra, poco prima di casa. Nella luce del crepuscolo hai sempre l’impressione di non sterzare e proseguire entrando nel tronco del grande albero che blocca il rettilineo. È un gigante centenario, ha un tronco che in due riusciremmo ad abbracciare a malapena. Un altro albero ti aspetta nell’aia, ti saluta facendo stormire le foglie. Ti accoccoli in poltrona, una tazza di tè profumato accanto, e la mente vaga, alla ricerca di qualcosa d’indefinito. Ricordi fatti d’immagini nette, colorate, calde e palpabili si susseguono. Due alberi gemelli, in un parco. Quando stavi in piedi tra di loro potevi toccare ambedue i tronchi allargando le braccia, la prima volta che li hai visti hai notato che il sole dietro di loro creava una cortina di luce nella bruma del mattino. Jachin e Boaz. La scena della curva. Ancora, e ancora, e ancora.
Un altro gigante nel tuo vecchio giardino, e poco lontano uno più piccolo dai rami pendenti che ti ha sempre fatto pensare a una donna con un’enorme capigliatura fatta di trecce di grossezze diverse. Ancora all'indietro, l’albero che aiutava i gatti ad andare e venire da casa dei tuoi genitori. Populus alba, sacro alla Madre Terra. La vita che sfugge alla morte passando da una forma a un’altra. Populus nigra, sacro a Ecate ed Eracle. Cinge la fronte di coloro che passano dal mondo superno al mondo infero senza smarrirsi. Una voce interiore ti dice chiaramente “I pioppi portano a casa”. Dubbio e incertezza. Ma hai una traccia da seguire. La cosa più semplice è cercare altrove le risposte che non trovi dentro di te; l’erboristeria dice che il pioppo è Aspen, uno dei fiori di Bach: combatte le paure vaghe, senza nome, che attanagliano nel profondo. Porta a conoscere la propria sensibilità e a radicarsi, stimolando un senso di protezione e di fiducia nella propria interiorità.
I pioppi portano a casa.Mauro Melon