Svolgimento
“you have gone you move to fast running for things to happen like you play the game you need to play“Claudia Gerini – Black Hole
Le coperte erano fredde, trasmettevano brividi lungo le spalle i fianchi e le natiche, e lui riusciva a distinguere perfettamente le scie che il freddo trasportava attraverso i suoi arti, da una parte all’altra, sempre più lente, deboli, fino a quando il corpo non si adattò alla situazione e smise di sussultare, quindi decise di non fare altri movimenti: il dubbio e la sensazione di trovarsi dentro un gioco - senza avere alternativa - lo terrorizzavano, eppure la situazione lo eccitava e si accorse che i brividi di freddo erano, una volta arrivati in superficie, di piacere; aprire gli occhi era inutile, era stato bendato, e di parlare non ne aveva voglia, preferiva ascoltare i rumori dell’ambiente per aggrapparsi a qualche certezza che cominciava a perdersi nel buio e nel silenzio della stanza in cui si trovava, quella che lui chiamava “stanza onirica” per via dell’atmosfera che si creava a ogni incontro: di sogno o di incubo, ma poco importava; l’immobilità della situazione creava tensione, tensione che si accumulava, tensione che destabilizzava, che rendeva l’aria pesante, tensione che entrava dentro il corpo, si amalgamava al sangue e dilatava i polmoni, tensione che creava inquietudine nella sua ricerca, sperando di trovare uno sbocco, uno sfiatatoio nervoso, era tutto ciò che cercava: un modo per distruggere quel momento placido e angoscioso.
Una pressione leggera sul materasso, un piccolo spostamento d’aria: qualcuno si era avvicinato; l’uomo disteso sul letto riusciva a sentire il respiro sommesso, l’energia che trasmetteva l’altro corpo, la tensione che continuava a crescere nel silenzio della situazione, e in pochi attimi ne fu sicuro: chiunque fosse, si trovava sul letto insieme a lui, sopra di lui, visualizzava il suo corpo nudo immobile in mezzo alle gambe dell’altro e i brividi esplosero in gran quantità lungo il suo corpo e dentro il buco che si era creato nella sua mente, e il rumore di una pagina sfogliata fece in modo che la sua attenzione fosse rivolta all’ignoto davanti a lui.
Dalla soglia di un sogno mi chiamarono…
Era la buona voce, amata voce.L’uomo rimase ad ascoltare in silenzio quella voce sopra di lui, se solo avesse avuto il potere di vedere, riuscire solo a vedere. Poi la benda cadde e si ritrovò sotto la donna che lo teneva in suo potere in mezzo alle gambe, da lì egli riusciva a osservare tutto il suo corpo nudo e il suo volto mascherato. I due fori degli occhi della maschera le permettevano di leggere ancora il libro che teneva in mano, quasi che le dita fossero un leggio.- Dimmi: verrai con me a vedere l’anima?…Una carezza mi raggiunse il cuore.L’uomo sul letto, immobile, avrebbe voluto rispondere: vedere l’anima, conoscere l’altro e specchiarsi in lui, era possibile? Sarebbe stato possibile vedere con gli occhi dell’altro la propria anima? Mentre pensava, un riflesso gli fece portare le mani in mezzo alle gambe a coprire il suo corpo di fronte a quella sconosciuta che, in realtà, sembrava conoscerlo bene, sembrava volesse perforare il suo corpo, scavargli dentro con le parole, parlargli con il linguaggio dell’inconscio.- Sempre con te… Ed avanzai nel sognoper una lunga, spoglia galleria;sentii sfiorarmi la sua veste purae il palpito soave della mano amica.L’uomo chiuse gli occhi e lasciò che le parole entrassero in lui, facessero su e giù lungo tutto il suo corpo, percorressero la stessa via del suo sangue o dell’aria respirata. L’ultima cosa che sentì, prima di lasciarsi andare, fu la mano della donna posarsi sulla sua, e poi calore.FO(Poesia di Antonio Machado - "dalla soglia di un sogno mi chiamarono")