Svolgimento
“Era un bravo cristiano, amava i suoi figli!”.“Chi quello? No, una brava persona, non faceva male ad una mosca…”.“Vuol dire: un signore, un signore! Simpatico, socievole, speciale”.Basta dare un’occhiata a qualche telegiornale in più oppure scegliere di passare una giornata nella piazza del paese, che ti rendi conto della grande potenza mutevole della morte. Cioè, tutti hanno paura di questa stanza sconosciuta, che ognuno tende ad allontanare, ma quando arriva colpisce tutto e tutti. Il morto e tutto il contorno, nessuno escluso.Quelle persone che in realtà tanto pulite non erano diventano dei canditi dolcissimi, che vastasi e porci quelli che prima avevano dubitato di loro. Qualsiasi telegiornale: “Tizio, si è suicidato perché…”.“Era un bravo cristiano, amava i suoi figli!”.“Chi quello? No, una brava persona, non faceva male ad una mosca…”.“Vuol dire: un signore, un signore! Simpatico, socievole, speciale”.Io mi ero distratto e non sono riuscito a sentire oltre dello speakerato della giornalista tanto cara della tv, così mi fidavo dei passanti intervistati. Però, andando col rewind noto che la giornalista non si era fermata, ma aveva continuato la frase: “Tizio, si è suicidato…perché non si voleva fare prendere dalla polizia vivo, dopo aver ucciso moglie, figli, suocera, animale domestico e dopo aver cercato di occultare i cadaveri nella distilleria clandestina sotto il pavimento, proprio alle spalle del magazzino dove Tizio si occupava del traffico di eroina”. Allora penso: “Eh, ma allora era un cuinnutu!”.
Sarà un caso, sarà una sciocchezzuola, una di quelle notizie stile “Studio Aperto” con burla finale. Un caso che però si lega benissimo con quello avvenuto qualche tempo fa e che riguardava quel fetente, figlio di una cana del mio compagno di scuola, ogni giorno preso dal suo giocattolo preferito: io. Che non se ne poteva più! Gli piaceva prendermi di peso e lanciarmi sulle sedie da tre metri d’altezza – cuinnutu – con il rischio che mi spezzassi qualche costola oppure ricordo quando mi obbligava ad ingerire la colla, che tanto bene non mi faceva e mentre vomitavo gli auguravo la morte, ma una morte di quelle che nessuno poteva dimenticare, che nessuno doveva dimenticare. Così, un giorno la morte lo prese mentre impennava in curva in una strada a contro senso. Il momento d’intensa libidine subì un drastico stop, quando iniziai a sentire i pareri della gente che dicevano:“Era un angelo, e suo padre? Un bravo cristiano, amava la sua famiglia!”.“Chi quello? No, una brava persona, non faceva male ad una mosca…”.“Vuol dire: un signore, un signore! Simpatico, socievole, speciale”.Cose da pazzi, ma allora è un incubo. M’incazzo, mi alzo, me ne vado, sbatto la porta, accendo la televisione, anzi no, la televisione no perché è orario di pranzo e ci sono i telegiornali, così vado nel salone dove c’è mia nonna e decido di chiaccherare con lei.“Gioia mi prendi questo, gioia mi prendi quello”. Fatto. Ricomincia: “Gioia mi è caduto l’occhiale, me lo prendi, ti spiace?”. Subito. “Gioia, l’hai sentito di quello che è morto? Era un bravo cristiano, amava la sua famiglia! Una brava persona, non faceva male ad una mosca…Vuol dire: un signore, un signore! Simpatico, socievole, speciale”. “Eh no, ebbasta! Ma che siete?”. Così, si offende ed io che già non la sopporto e che non la posso vedere, mi devo anche sorbire il senso di colpa,dicendomi che un giorno sarà lei a morire e che mi lascerà solo il ricordo della mia amata nonnina, tanto dolce che non mi ha mai privato di nulla e che non mi ha mai chiesto niente nella sua vita. Così mi fermo, la guardo negli occhi in un modo tale che lei si sente mossa dentro e si ferma pure lei, fissandomi. Così dico: “Eri una brava persona, amavi i tuoi nipoti!”.“Vuol dire: una signora, una signora!”.Gualtiero Sanfilippo