Magazine Diario personale
Cara maestra, mi sono fatto un serio esame d'incoscienza e ne esco tumefatto e logoro, come se mi avessero usato a mo' di scopa per ripulire la colata lavica dell'Etna.
Eh sì, perché mi sono reso conto che ogni anno ci facciamo tutti quei bei discorsi, ad esempio di essere più generosi, e poi puntualmente ce ne fottiamo del prossimo; di essere più gentili, e poi a ogni occasione calpestiamo l'esistenza del più debole; di essere più attenti, e poi ci facciamo volentieri prendere da ogni distrazione, ogni palliativo e ogni stupidata, solo per dimenticare ogni promessa.
Buoni propositi, li chiamiamo, e puntualmente li tradiamo.
E allora, in questo 2014, non sarà mica il caso di rovesciare il gioco, eh? Mi spiego meglio, maestra: se ogni volta in cui le lancette del calendario si azzerano noi ci mettiamo d'impegno a stilare i modi per migliorarci, sarà mica il caso di metterci a pensare ai modi migliori per peggiorarci? Se una volta ogni 365 giorni tradiamo i buoni propositi, forse la strada giusta è ingannare le nostre stesse pigrizie, i nostri tradimenti, stilando una lista dei buoni spropositi?
Allora, che ne dici se facciamo una prova, signora maestra? Così, tanto per gioco.
Nel 2014 prometto di essere molto più chiassoso, di non lasciare parlare gli altri, di giocare sempre al rialzo del volume, del baccano, del trambusto, fino a che ogni silenzio diventi fragore, fino a che nessuno ricordi più che cosa vuol dire “ascoltare”. Ché ascoltando mica finisci su Masterpiece. Nel 2014 vorrei diventare più violento, contro ogni categoria sociale cui non mi sento di appartenere. Vorrei vedere molti più negri espulsi, sentire numerose notizie di gay picchiati, e perché no, anche aiutare attivamente la diffusione di un discorso xenofobico serio. Voglio applaudire ai poliziotti che picchiano manifestanti inermi che tolgono il lavoro ai cittadini seri che obbediscono, ma voglio anche obbedire un po' meno del solito, magari trovando un modo per pagare meno tasse. Quest'anno spenderò un sacco di soldi in cazzate, aspetterò tutti gli iPhone che devono uscire e, alla faccia del risparmio, li comprerò a rate, non avendo un soldo in tasca. Noleggerò una Ferrari durante il weekend, solo per fare 50 km in centro con 15 euro di benzina, nutrendo quel bisogno di compensazione che l'anno scorso volevo combattere, che scemo! Poi, in ordine sparso: parlerò a sproposito (altrimenti che spropositi sarebbero?) ogni volta in cui se ne presenterà l'occasione, su argomenti di cui non so nulla; utilizzerò molto più spesso parole come “frocio” e “puttana”, per ribadire la mia appartenenza a un orientamento sessuale e a un genere superiori; andrò allo stadio con svastiche varie, incitando i bambini a odiare la tifoseria avversaria; parlerò di politica come fossi allo stadio, tanto nessuno ha ragione e non cambia nulla; seguirò la corrente politica che mi farà pagare meno, perché il mio weekend a Ibiza non me lo toglie nessuno, neanche l'IMU o come cacchio si chiama. Leggerò di meno, litigherò di più. Darò meno baci e guarderò molto più porno. Sarò meno amichevole, ma quelli del bar si faranno sbronze e risse colossali insieme a me, vedrai che figata, maestra! Prenderò il giornale solo due o tre volte in un anno, e non ne capirò il finale. Mi dimenticherò la storia e la matematica, ma ricorderò a menadito la formazione dell'Italia ai mondiali del 1978, vantandomene con gli amici che rideranno sguaiatamente alle mie battute lette nel libro di barzellette di Totti (preso il biblioteca e mai più restituito, multa mai pagata). Deriderò il sapientone che parla di filosofia e darò pacche sulla spalla a quello che imita alla perfezione Checco Zalone. Allora, maestra, questi sono più o meno tutti i miei buoni spropositi per il 2014. Ora non devo far altro che promettere di farli avverare tutti, e uno a uno diventeranno realtà, non è vero? Se tutto procede come negli anni scorsi, direi che tra due settimane potremo diventare un paese modello. Ma tanto lo so che non è così facile, vero? Ho paura che promettere il male e mantenerlo sia un esercizio di grande facilità, ma noi proviamoci lo stesso, a ingannarlo. Il male magari è distratto, e questa volta lo freghiamo per davvero.
Riccardo Dal Ferro
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