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Tema: come ho passato le vacanze estive

Da Mcnab75
Comandante Girola

Il comandante è sul ponte.

Forse si noterà appena la differenza, ma da oggi rientro sulla plancia di comando, sostituendo l’intelligenza artificiale che ha tenuto attivo il blog nella settimana di mia assenza.
Sono tornato da poche ore da una crociera nelle capitali del nord Europa. Partendo da Copenhagen ho toccato Stoccolma, Tallin, San Pietroburgo, Kiel, e da qui ho approfittato dell’occasione per fare una gita anche nella bellissima Lubecca. Il viaggio è stato decisamente bello, le terre visitate mi sono piaciute tutte, ciascuna a suo modo, e l’esperienza della crociera, alla faccia dei duri e puri che grideranno contro questa scelta di vacanza apparentemente borghese, si è rivelata vincente e completa.
Ovviamente il risvolto della medaglia è – ogni anno di più – il ritorno in patria, drammatico fin da momento in cui ho messo piede su un volo con maggioranza di passeggeri italiani.

Andando con ordine, e senza perdermi in troppe chiacchiere, vedo di riassumervi in breve le mie sensazioni globali, partendo dalle città visitate.
Copenhagen è decisamente un gioiello, ordinata, ecologica, ricca di spazi che nemmeno il gran flusso di turisti riesce a saturare. Bella gente, vita decisamente di buon tenore, poca frenesia di vendere il “brand” legato alla città, che del resto si vende benissimo da solo.

Copenhagen - Statua dedicata a H.C. Andersen

Copenhagen – Statua dedicata a H.C. Andersen

Stoccolma è più piccola di come la immaginavo. I quartieri storico-turistici si possono visitare a piedi, senza correre troppo. Ordinati come i danesi, gli svedesi mi sono sembrati però meno “affini” ai britannici, e decisamente più scandinavi. Lo stato sociale svedese è un macchinario quasi perfetto, roba che a sentirne parlare un italiano dovrebbe avere la sensazione di vivere nel Terzo Mondo.

Stoccolma - City Hall

Stoccolma – City Hall

Tallin è una città sorprendente e magnetica. Giovanissima ma non incivile, è a misura d’uomo e abbonda di monumenti, torrioni, chiese, parchi e palazzi, retaggio di un paese piccolo (l’Estonia) ma ricco di storia e di influssi culturali che hanno trovato qui il loro punto d’incontro, tra tedeschi, russi, scandinavi e altro. Le donne estoni sono bellissime, quasi perfette, e non hanno nemmeno bisogno di truccarsi pesantemente o di vestirsi in modo glam per fare sfoggio del loro naturale (e spesso virginale) fascino.
A Tallin non sembra nemmeno esserci stato il dominio sovietico, che pare completamente cancellato dalla memoria del popolo…

Veduta di Tallin

Veduta di Tallin

San Pietroburgo è una città enorme e abbastanza caotica. Quando l’ho visitata io non ha smesso di piovere un giorno. La fase di sviluppo è ancora in corso, lo si nota dai complessi residenziali grigi e monolitici, retaggio del periodo dell’URSS. In compenso non si contano i SUV e le macchine di grande cilindrata che saturano il traffico cittadino.
La ricchezza storico-artistica di San Pietroburgo è evidente. Basta guardarsi attorno per vedere ovunque palazzi di epoca imperiale, chiese ortodosse, edifici risalenti al periodo zarista (decisamente in revival, dopo la caduta del comunismo).
L’Hermitage è semplicemente spettacolare, così ricco di arte e di reperti che non basterebbe una settimana per visitarlo tutto da cima a fondo.

San Pietroburgo, veduta

San Pietroburgo, veduta

Kiel l’ho solo sfiorata, grande cantiere tedesco, città industriale ma poco grigia, molto ordinata e capace di conciliare modernità a scorci tipici della vecchia area portuale.
Lubecca, cittadina un tempo appartenente alla Lega Anseatica, è una piccola San Marino nella Germania del Nord. Un borgo pittoresco che offre una marea di cose da vedere, sebbene sia in realtà tanto tascabile da poter essere visitata a piedi nel giro di una giornata. Immancabili (per gli appassionati di cose bizzarre, come me) gli scorci sui depositi del sale, dove Murnau girò alcune celebri scene del suo Nosferatu.
Immancabile anche una sontuosa pasticceria storica in centro, dove potete comprare i migliori dolci della Germania.

Lubecca, veduta

Lubecca, veduta

Questo per quel che riguarda le considerazioni spicce sui luoghi visitati.
Al solito ho riservato degli sguardi attenti alle popolazioni locali.
I danesi mi sono sembrati piuttosto “inglesi”, cordiali e riservati, ma sempre pronti ad aiutarti se hai bisogno di un’informazione o di altro.
Gli svedesi sono decisamente molto avanti nel percorso di evoluzione sociale dell’essere umano.
Gli estoni sono sbarazzini e vitali, tanto felici di vivere in un paese giovane e in via di (rapido) sviluppo.
I russi di S.Pietroburgo si distinguono tra quelli che mi ricordano i vecchi film sulla Guerra Fredda ed altri, a cui i rubli in tasca cominciano decisamente ad abbondare. Quest’ultimi assomigliano un po’ a certi italiani del nord…
I tedeschi li avevo già conosciuti in molteplici occasioni; su di loro confermo un sentimento di stima e di leggera inquietudine.

Nota di merito per le temperature, mai superiori ai 24 gradi, cosa che per me è assolutamente di pregio, considerando il mio odio atavico per il caldo e per l’afa. Tornare a Malpensa, 22 gradi a mezzanotte, zanzare comprese, è stato traumatico.

Poi arrivi, come dicevo, di nuovo tra gli italiani.
Subito ti trovi nel gruppetto di meridionali folcloristici e buzzurri, che fanno la spola a provarci con le hostess di terra danesi, compunte e precise nello svolgere il loro lavoro. Ovviamente questi tizi hanno una conoscenza dell’inglese pari a quella di un ragazzino di seconda elementare, il che li fa passare ancor più come dei cavernicoli.
Alla tua destra, invece, una ragazza milanese guarda schifata il mondo, mentre con la sua borsa Hermès da 4000 euro attende di salire sull’aereo, ostentando con chiunque una presunta figaggine dovuta soprattutto ai soldi.
Poco più in là una famigliola lascia che il figlioletto di cinque o sei anni corra avanti e indietro travolgendo gli altri passeggeri, per poi ribaltarsi sui sedili del gate, mentre papà cerca frenetico sul cellulare il risultato di Juventus-Lazio, indifferente al resto.
Saliamo sulla scaletta del volo Air Berlin e un cumenda lombardo mi passa davanti sulla destra, sfoggiando stivaletti e borsone in coccodrillo. Nel mentre, sulla sinistra, una coppia di napoletani di mezza età sorpassa la fila infilandosi tra i varchi, come due novelli Alain Prost, ignorando proteste e occhiatacce. Sui loro volti fa bella mostra la tipica espressione di chi è felice di aver fatto una furbata.
E lì ho capito di essere sulla strada di casa, solo che a volte “casa” è solo una parola utile per definire un punto di partenza, sperando ogni anno di più che non sia per sempre anche un punto di ritorno.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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