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Tema: Dal gin tonic a Diogene

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Attenzione. Per i temi trattati e il linguaggio usato, il contenuto del post potrebbe offendere alcune sensibilità. Se ne consiglia una lettura consapevole.Tema: Dal gin tonic a DiogeneIl suo sforzo di imprimere drammaticità al discorso lo rendeva davvero ridicolo. Era seduto davanti a me, più gesticolante del solito, a dimostrarmi quanto fosse sbagliata la nostra storia ed io non riuscivo a pensare ad altro che al suo culo: qualcosa che da solo poteva farlo sembrare straordinario.Con lo sguardo fisso, e l’espressione di chi annuisce solo per accelerare la recita di un copione conosciuto bene, cercavo nella memoria un culo che potessi paragonare al suo: era uno sforzo non da poco. Non saprei dire se perché rallentato nei pensieri dal secondo gin tonic del dopo cena, o dalla quantità di immagini che dovessi passare in rassegna.Era da poco arrivato ad affrontare il problema del mio egoismo, quando decisi di cambiare passatempo. Volevo a quel punto provare ad anticipare certi argomenti ancora da eviscerare. Con convinzione mi dissi che, in breve tempo, avrebbe ricordato come nell’ultima vacanza insieme avessi dedicato più tempo alle mie letture che non ad ascoltare lui.“Ti rendi conto che hai passato un fine settimana a leggere uno stupido libro mentre io oltre che scopare non sapevo che fare?”. Eccolo! Per lui i libri, i miei libri, sono stupidi.Non ancora archiviato l’argomento libri pensai, quasi immediatamente, che poteva a quel punto prendersela con i miei amici.“E poi i tuoi amici, proprio non li capisco...!”Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei...Se incominciava a parlare per frasi fatte eravamo alla parte conclusiva del discorso, un po’ quello che faceva mia nonna a corto di argomenti per convincermi alla pennichella del dopo pranzo.“Credo che tra noi non ci sia più dialogo!”Che bel culo però che aveva. Dovrebbero metterlo nei curricula: “porto a spasso un culo meraviglioso”.Non riuscivo più a distinguere comunque se mi stavo solo difendendo dall’ennesima fregatura sentimentale, oppure davvero non me ne importasse più nulla di lui, di quello che mi stava dicendo e dello scontato epilogo: fine dei bei giochi con un culo da antologia.

Ma era davvero questo che mi importava? La fine di un po’ di sesso garantito? Con ogni evidenza ero comunque diventato quel genere di stronzo che obbligava chiunque a tirar fuori la propria natura melodrammatica, anche se ben nascosta.Questa volta, davvero, non avevo dato abbastanza importanza alla persona che, appena una settimana prima, mi giurava "eterno amore".L’ultima occasione in cui mi è toccato pagare una cena per sentirmi scaricare, invece, era perché assillavo troppo la persona di turno, la quale mi giurava ancora "eterno amore" una settimana prima di dedicarsi a qualcun altro.“Sei troppo egoista pensi solo a te stesso!”.“Dovresti amarti di più e lasciarmi più spazio: coltiva altre amicizie, io non sono l’unica persona al mondo!”.Il destinatario di entrambe le affermazioni ero sempre io.“Ti amo tanto ma io non sono la persona per te: hai mille interessi, finirai con il trascurarmi!”.“Dovresti crearti più spazi tuoi o pur amandoti tanto finirò con il sentirmi soffocato dalle tue attenzioni: forse non sono la persona giusta per te!”.Quel “te”, servisse ancora sottolinearlo, sarei sempre io.Uno alla fine o si rassegna al fatto che in coppia non ci può stare e ci si fa una bella risata sopra, o rischia di credere ancora al primo che gli giura amore eterno giusto il tempo di arrivare al prossimo: l’eternità è labile.“La verità è che sei cinico!”Eccola, lapidaria, senza possibilità alcuna di replica o di appello a gradi superiori di giudizio, la sentenza.“Chissà poi se davvero ha idea di che voglia dire cinico”. Credetti fosse assolutamente fuori luogo iniziare una conversazione su Diogene di Sinope, caposcuola del cinismo, teorico dell’autarchia: ogni uomo ha già in sé tutto l’occorrente per vivere. Nulla, che non sia già dato all’uomo al momento della nascita, può essere utilizzato per fondare un’etica. Nessuna sovrastruttura, culturale, sociale o politica, serve realmente per essere felici!Quante volte mi son trovato d’accordo con il vecchio Diogene!Quante volte ho fantasticato su una possibile imitazione del suo stile di vita: un mantello, una ciotola per bere e via, randagio per il mondo come un cane, un cane libero...un cinico appunto, che proprio allo stile di vita dei cani randagi deve il nome della propria scuola di pensiero.“E’ vero bello mio; posso accettare di essere definito cinico nel caso in cui tu sapessi che mi stai accusando di anteporre l’esempio pratico alla teoria, che voglio vedermi amato nei fatti e non con i TVB nei messaggi al cellulare”.“E’ vero; probabilmente avrei dovuto spendere anch’io la carta del ti amo almeno una volta, anche se ancora mi sarebbe suonato da pagamento anticipato per la prestazione sessuale seguente”.Lo vedevo ancora muovere la bocca davanti a me, mettendo in fila le sue oneste considerazioni, ma ormai ero altrove anch’io.Cinico? Probabilmente sì. Diogene di Sinope pare abbia risposto ad Alessandro Magno, suo premuroso estimatore, intento a chiedergli di poter esaudire un suo qualunque desiderio: “Spostati, perché mi fai ombra”.

Gianluca Meis


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