Tema: Dal vangelo apocrifo di Maddalena

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Maria di Magdala, detta La Maddalena, indimenticabile interprete di alcune tra le scene più toccanti del Nuovo Testamento, ha lasciato nel dubbio migliaia di discepoli i quali ancora oggi, dopo duemila anni circa, non riescono a capacitarsi come abbia potuto sistemarsi così bene, senza nemmeno essere vergine timorata irreprensibile.La Maddalena a quel tempo, si sa, aveva poca voglia di stare appresso alle questioni di cucina e della gestione casalinga, di questo si occupava sua sorella Aneladda, come si legge a pagina quattro del vangelo apocrifo. “(…) Durante il giorno e buona parte della notte io mi adoperavo all’esterno della nostra abitazione, compivo atti di adescamento nei confronti di vecchi passanti, prestavo cure strettamente personali ai bisogni più intimi di chi ne facesse richiesta, nel frattempo mia sorella Aneladda si preoccupava che al mio rientro tutto fosse pronto, ogni cosa al suo posto, il desco imbandito e le faccende domestiche svolte con cura e perizia (…)”.Dalla lettura di queste pagine apocrife, scritte dalla Maddalena sui rotoli di papiro di qualità mediocre, trascritte su pergamena medievale da anonimi frati amanuensi alpini e rese pubbliche soltanto dopo quasi duemila anni, possiamo determinare e catalogare con precisione il tipo di prestazioni e le tariffe vigenti in quel tempo nel campo del commercio sessuale, oltre che trarre informazioni preziose sull’enogastronomia e sulle abitudini alimentari della regione Galilea durante il periodo della dominazione romana. Ad esempio, l’uso dei semi di papavero, detti papaverina, nella cottura delle pagnotte di grande pezzatura a lievitazione naturale, è interessante per l’effetto leggermente soporifero che avverte chi lo consuma. Con il sesamo invece si usava cospargere abbondantemente il pane bianco, in particolare la mafalda, termine considerato ambiguo o quantomeno causa di equivoci imbarazzanti. La frase “Apriti Sesamo”, attribuita tradizionalmente a un personaggio arabo di nome Alì Babà, era adoperata in realtà a Magdala durante l’approccio tra il viandante e l’adescatrice, come viene riportato a pagina undici del testo. “(…) E lo straniero con la faccia pelosa si avvicinò a me, fece cenno al suo asino di fermarsi, sollevò il telo che gli riparava il viso dal sole e mi disse Donna, sono stanco e affamato, cosa puoi offrirmi? A questa domanda non diedi una risposta e mostrai la mia mercanzia, il viandante scese dall’animale e mi venne incontro senza esitazione esclamando Apriti Sesamo! (…)”.L’arrivo di Gesù a Magdala, la ridente cittadina in cui la Maddalena abita e svolge il proprio lavoro, getta nello sconforto lei e le sue amiche, essendo risaputo che il nuovo predicatore non possiede il becco di un sesterzio, e nemmeno è solito intrattenersi con donne, e questo prescrive nei suoi discorsi a chi lo segue lungo il cammino. Si preannunciano tempi neri per chi si guadagna da vivere con le proprie gambe.(…) Si diceva che costui fosse stato inviato per dare agli uomini la gioia e la vita, ma quell’ orda di scalcinati non prometteva niente di buono, né dal punto di vista igienico né da quello economico (…), così presi l’incarico, rappresentante della mia categoria, di incontrare questo uomo di cui si raccontavano imprese contraddittorie. (…) Restituiva la vista ai ciechi e la parola ai muti (…) riusciva a mangiare un intera anguria senza mani nel tempo di una clessidra piccola (…) amava passeggiare sulla superficie del lago senza bagnare le sue vesti (…), esperto nel trasformare l’acqua in un vino rosso di qualità discreta, anche se poco strutturato e difficilmente abbinabile ai piatti locali  (…)”.
Il personaggio della Maddalena viene presentato dagli altri evangelisti come un elemento di disturbo che corrompe l’atmosfera mistica intorno alla figura di Cristo, l’immagine che ne viene fuori è quella di una donna dedita a soddisfare in tutti i modi le voglie degli uomini. Lapidarla è quasi un atto dovuto, anche se non del tutto risolutivo. Il vero miracolo è un altro. Gesù e la Maddalena s’incontrano nel retro della Locanda delle Rape, le intenzioni della donna sono di convincerlo a raccogliere i suoi discepoli senza soldi e i bagagli di pelli ovine e ripartire al più presto dalla città, perché la loro presenza sta mandando in malora gli affari di lei Maddalena e delle altre donne. Il massimo che potrà fare sarà di concedersi a lui, dio volendo, come risarcimento per il disagio arrecato.- Donna, disse l’Uomo, (…) tu credi che l’offerta possa bastare a lenire una tale mortificazione, ma i tuoi occhi sono foderati di fette sottili di insaccato, questo non risolverà il problema di tutta la gente che mi segue. E poi io non voglio contatti impuri.- Allora cosa posso fare, Maestro?- Ascolta, portami un pesce e una pagnotta, poi spargi la voce che tutti si raccolgano sotto il porticato della locanda.- Ma, sono migliaia, non ce la farò con tutti.- Donna, ho detto solo di chiamarli.- Va bene, Maestro, che tipo di pesci preferisci? (…)Qui le pagine del vangelo apocrifo della Maddalena si fanno ingarbugliate, forse per l’opera di trascrizione successiva da parte dei traduttori amanuensi alpini non avvezzi al consumo frequente di pesce. Il termine originale usato infatti da Gesù è “Pesce” in senso generico, ma il traduttore ha voluto dare un valore aggiunto al testo arrovellandosi per determinare la specie esatta oggetto della richiesta, e si è incartato in una serie di errori di concetto dovuti all’inesperienza in campo ittico, ha scritto Tonno (Thinnus thinnus), poi Pescespada (Xiphias gladius), poi Sardina (Sardina pilchardus), addirittura Totano (Todarodes sagittatus), che risultano poi tutte specie marine.La specie più probabile risulta essere la carpa comune (Cyprinus carpio), pesce vile di fondale lacustre dal retrogusto fangoso, e la scelta di questo pesce sembra legata alla sua presenza nel lago di Tiberiade, che poi era l’unico luogo pescoso nella zona. (…) - Donna, mi disse toccandomi la spalla, da oggi in poi non sarai più costretta a vendere le tue grazie per il piacere degli uomini e per sostentare te e la tua famiglia, io ti dico che da domani sarai con me nel Regno dei cieli.A questa frase io inorridii e maledissi le mie amiche che mi avevano mandata come ambasciatrice davanti a un pazzo megalomane.- Maestro mio, la tua volontà mi sembra un vero spreco di risorse umane, non so se l’hai notato, ma io sono ancora molto giovane e piacente, sono abile e veloce nelle faccende domestiche e nella preparazione delle vivande più ricercate e succulente. Allora Egli mi guardò, mi toccò di nuovo la spalla, seguì piano la linea dei fianchi e si fermò all’ingresso della mafalda, meno male che non voleva contatto impuro. - Donna, disse con voce cavernosa, tutta questa doppia aggettivazione è certamente frutto di una trascrizione ridondante in uso tra gli amanuensi alpini, comunque hai ragione forse è meglio darti un’altra occasione, in verità ti consiglio di aprire un punto di ristoro per viandanti affamati, “Alla Maddalena”, potrebbe chiamarsi, “Vieni a Pranzo, Torni a Cena”, è cosa buona e giusta (…)”. La proposta di Cristo appare, in tutta la sua schiettezza e concretezza, come una soluzione giusta e lungimirante e disinteressata. Detto questo si passa alla discussione pratica, relativa ai pesci che meglio si prestano a essere oggetto di moltiplicazione, a causa della forma e della dimensione, utili allo stoccaggio e alle modalità di cottura, e alle tipologie di pane che sono maggiormente usate nei riti di moltiplicazione dei pani, il grado di cottura, l’uso del sesamo o di altri semi aromatici, i vari tipi di farcitura preferiti dai magdalesi, anche se non descritti e contemplati dai vangeli conosciuti, ma molto frequenti presso gli Autogrill.Il fatto segna una svolta definitiva nella vita della donna di nome Maddalena. Prima che canti il gallo, Gesù si attiva per mettere a punto le operazioni di moltiplicazione del pesce e del pane, ne definisce i fattori e ripete l’operazione più volte, raddoppiando ogni volta la quantità, fino a raggiungere la saturazione delle dispense. Il luogo prescelto è un vecchio scantinato in disuso, situato proprio nel viale principale della cittadina, che viene subito ristrutturato “(…) grazie all’ imposizione delle mani su un mastro carpentiere esperto e due o tre ragazzotti robusti per la manovalanza (…)”.(…) Passarono tre giorni, la popolazione venne radunata e il locale fu aperto al pubblico godimento con grande trionfo di canti e libagioni fino a notte fonda. (…) Gli affari adesso vanno a gonfie vele romane e sono rimasta in contatto continuo con il Maestro, il quale con grande solerzia, come socio di maggioranza, provvede ogni settimana alle operazioni di moltiplicazione dei pani e dei pesci. Sul vino bianco invece sono stata costretta a trovare un fornitore di Nazareth, (…) perché a trasformare l’acqua in vino bianco non gli riesce e, visto che in questo locale si cucina solo pesce, non posso mettere a tavola il rosso (…).Raimondo Quagliana

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