Magazine Diario personale
SvolgimentoFinalmente, dopo mesi di intenso lavoro, una giornata da ricordare. Esattamente a tre mesi dall'inizio della campagna di scavi, abbiamo fatto un ritrovamento che il direttore stesso della spedizione non esita a definire straordinario. Qualcuno iniziava a nutrire dei dubbi sull'ipotesi che sta alla base della nostra ricerca e cioè la presenza in questa zona, ancora non indagata da alcuno scavo, di forme aggregative di natura urbana. Ad una prima rimozione del terreno superficiale nessuno ha nascosto la delusione. Sedimenti stratificati nei secoli lasciavano presagire difficoltà non da poco. Anche avessimo ritrovato qualcosa, la conservazione dei resti e la loro ricuperabilità potevano essere state compromesse per sempre da stravolgimenti geologici causati da diversi fattori: sicuramente una alluvione, con sedimentazione di materiali di varia natura trasportati dall'acqua che, chissà quando, ha invaso la zona. Non abbiamo escluso neanche terremoti o altri cataclismi da più parti citati quali probabile motivo della scomparsa della civiltà presente un tempo in quei luoghi. Ma oggi ogni strisciante pessimismo è stato dissipato. In un’area ristretta, che abbiamo identificato con la sigla SC12, ad un livello medio di stratificazione dello scavo, abbiamo recuperato una statua miracolosamente intatta. Vi è arrivata per prima una ricercatrice la quale ha attirato con le sue urla l’attenzione di tutti noi, ciascuno alle prese con i propri compiti nel settore di competenza.
Per me, in particolar modo, è stata un’esperienza emozionante. È la prima campagna di scavi alla quale partecipo, anche se lavoro a questo progetto da anni. Arrivare ad avere a disposizione un primo manufatto di una civiltà così antica, e la cui esistenza è stata fino ad oggi soltanto ipotizzata, rappresenta non solo un successo di enorme portata ma anche la motivazione certa che questo progetto va continuato e gli sforzi necessari al suo compimento vanno sostenuti, specie economicamente.La statua che abbiamo ritrovato rappresenta una figura antropomorfa, dalle proporzioni piuttosto approssimative. È alta circa quaranta centimetri dai piedi alla punta del copricapo. Le braccia sono aderenti al busto e paiono stringere un attrezzo curioso formato da un fusto circolare alle cui estremità sono fissate due punte ricurve verso il basso. All'altezza della sommità di questo oggetto poggia una fluente barba che circonda anche il viso della figura. Una prima analisi sul materiale di cui è composta la statua ha rivelato la presenza di solfato di calcio idrato - Ca[SO4]-2H2O - appartenente alla classe prismatica del sistema monoclino. Uno degli studiosi di biochimica archeologica aggregati alla spedizione, avanza l’ipotesi che possa essere il materiale indicato in alcune leggende come ghes, oppure jessoo. Al momento non possiamo che azzardare ipotesi, fare congetture, ma se non altro cerchiamo di circoscrivere al massimo l’orizzonte di senso in cui poter collocare questo manufatto. Un dio a noi sconosciuto? Chi propende per questa ipotesi usa come argomenti il fatto che l’averlo ritrovato intatto presuppone una accurata conservazione frutto di un culto; magari chiuso all'interno di particolari strutture che ne hanno acconsentito la salvezza. Questa versione però non mi convince: non abbiamo trovato resti di questa ipotetica struttura conservativa. Anzi, il fatto che vi siano evidenti tracce di erba fossile alla base della statua lasciano pensare fosse collocata in una sorta di giardino. Si tratta dunque al massimo di un dio agreste o di una raffigurazione di antenati da tenersi vicino come protettori della casa. Abbiamo ancora molto da studiare e da scoprire a tale proposito.Aggiungo alle note scritte questa mattina una postilla frutto di un entusiasmo che non posso trattenere. Nelle vicinanze della zona SC12, in quelle denominate con la stessa sigla alfabetica ma con i numeri 11 e 13, abbiamo ritrovato altre statue! Erano separate dalla precedente solo per un piccolo strato di terreno che non è stato complesso rimuovere. In tutto alla fine della giornata di lavoro abbiamo recuperato sette statue! La materia di cui sono composte è la stessa. Tutte rappresentano figure antropomorfe, ognuna con una caratteristica iconografica propria. Gran giorno questo 15 post-decimo 5478! Forse abbiamo dato il via ad un importante percorso di scoperta che ci porterà a sapere molte più cose degli abitanti di questo nostro pianeta intorno agli anni 2000! GM
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