SvolgimentoSi sta come d’autunno sugli alberi le foglie.Ad Antonio è venuta subito in mente quella poesia, l’unica che si ricorda, appena entrato nel bosco.Questi alberi alti e smilzi, di cui non ha mai saputo il nome, gli rassomigliano : senza fronzoli e con i rami nodosi.Una voce infantile alle sue spalle: “Nonno guardami !”. Sua nipote Rosa lo sta chiamando.Antonio si gira e non vede nessuno .“Dove sei ? Non ti vedo.““Su, su, in alto.!”Antonio, con la testa all’insù, inizia a guardare su tutti i rami. Chissà dove si è arrampicata quella scimmietta !
Una foglia si agita mossa dal vento. No, un momento, non è una foglia, è troppo chiara . Antonio, vecchio lupo di mare, si porta una mano vicino alla testa e stringe gli occhi per mettere a fuoco : è la manina di Rosa che lo sta salutando. E’ mimetizzata con l’albero, vestita con i pantaloni marroni e una giacca beige, spuntano solo i suoi ricci castani e la pelle bianca.La prossima volta le metterò la sciarpa rossa, così riuscirò a vederla meglio, riflette Antonio .“Stai attenta, ha appena smesso di piovere, le foglie sono scivolose” urla Antonio.“Guarda nonno, ci sono dei gattini laggiù, vicino a un albero ! ““Scendi, andiamo a vederli da vicino” .
L’ha convinta, è scesa e ora inizia a correre puntando un albero in lontananza.“Non correre , così li spaventi . Aspettami. “ Rosa rallenta e prende la mano del nonno, camminano piano insieme. Sotto un albero, nascosti, li trovano: uno a macchie bianche e nere e l’altro tigrato grigio, due gattini appena nati. Poco lontano una gatta li osserva, lo sguardo stanco: sta soffrendo e si vede.Rosa non ci pensa un attimo, si toglie la giacca, prende i cuccioli e li avvolge in questa coperta improvvisata.“Nonno, tu prendi la mamma, dobbiamo curarla, sta male. “ Antonio obbedisce, si avvicina alla gatta che stranamente lo lascia fare. La tiene in braccio come un neonato, mentre pensa a sua nipote da grande, farà il medico o il veterinario, per prendersi cura degli altri.“Ti abbiamo trovato finalmente, sono due giorni che ti cerchiamo” .Una voce conosciuta interrompe i pensieri di Antonio, si gira e riconosce il gruppo compatto dietro di lui: il medico del paese, Silvio , quello che ha parlato, il farmacista, la fioraia, la maestra e molti altri . Tutto il paese è riunito alle sue spalle.Guarda avanti a sé e il bosco è sparito, è in piedi davanti a una lapide di marmo grigio con sopra la foto di una bella ragazza dai capelli lunghi e ricci, un sorriso allegro e lo sguardo birichino: morta a vent’anni, foglia ancora verde caduta dall’albero.Senza voltarsi risponde : “Sono qui, sono sempre stato qui”
Sabrina Ercole Bidetti