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tema: i piedi di un amico che l'hanno....

Creato il 26 giugno 2012 da Svolgimento @svolgimento
tema: i piedi di un amico che l'hanno....una parte del corpo sono i piedi. li guardi dall'alto e loro sono lì. imperterriti, fanno il loro dovere, sopportano il peso di gambe e braccia e testa. sopportano scarpe troppo strette, di colori orrendi, sandali dorati di plastica puzzolente, stivali di pessimo gusto e calzini di italia '90. poche volte sono gratificati da amici come manolo, come christian, pochissimi, poi, possono essere liberi su prati e spiagge e ceramiche fresche. vengono stuzzicati mentre distratti leggiamo, vengono dipinti, strofinati o assolutamente non considerati. maltrattati fino alle ferite, duroni, calli, talloni degni della ruvidezza della quercia. ma sono lì. e ci portano a spasso. ci tengono a contatto con la terra. con la realtà. a volte sono buffi come quelli dei bambini, a volte sottili e scheletrici, hanno la loro personalità sapete, c'è il ciaccio simpatico, il pelosone che suda, il secco stitico, il pacioso rotondo, insomma. i piedi sono una sineddoche. oltre che patrimonio unesco. e quindi io penso ai tuoi piedi. non li ho visti mai, o semplicemente non li ricordo. eppure mi mancano. sono convinta che siano de piedi giocosi e intelligenti, un po' sornioni e, a volte, distratti. vorrei sedurli, coccolarli, viziarli. vorrei convincerli che so prendermi cura di loro. ma senza seguirli. o meglio, vorrei accompagnarli. vorrei dire loro che i miei piedi sono fatti per loro. secondo me sarebbero perfetti, lì. a danzare. lascerebbero impronte bellissime e profonde. andando verso la stessa direzione. spaccherebbero, cazzo. io lo so, guardo i miei piedi e sono così tristi oggi. sono piccoli e rotondi, curati, con lo smalto chiaro, che sta bene con tutto. sono leggermente abbronzati, nessun dito è troppo più lungo. calzano un comodo 37, e a volte si rifugiano in un 36. e oggi mi guardano. io cerco di ignorali, ma mi fissano. li tengo fermi sotto il sedere, seduta immobile al computer. e li sento sospirare. vogliono uscire, portarmi verso al stazione metropolitana, accompagnarmi verso il tabacchino a comprare biglietto e gomme americane, quindi li sento spingermi senza paura sulla prima corsa per la stazione. frenetici correre verso la biglietteria, prendere il primo treno, battere impazienti sul pavimento durante il viaggio, e poi correre, correre ancora lì, dove sanno di trovare i tuoi piedi, nelle loro scarpe da ginnastica orrende (te l'ho sempre detto che sono da buttare, lo sai) e vogliono ballare. come faccio a spiegarglielo che non è il caso? come faccio a dire a queste dolci appendici che i tuoi piedi sono confusi? che non sanno dove devono andare? come faccio a convincerli che stanno bene dove stanno, comodi su questa sedia bianca, mentre la brezza che entra dalla finestra accarezza l'ombra di quello che scrivo? come faccio a dire loro che devono arrendersi all'immobilità?
SS
(dedicato ad un amico)

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