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Tema : Il Cavaliere dell'etere

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Tema : Il Cavaliere dell'etereSeduto nella mia solita postazione di lavoro. Mi guardo attorno. Respiro profondamente cercando di rilassare i muscoli del collo roteando con calma la testa. Eccomi! Pronto a tuffarmi nell’etere. Indosso la mia armatura. Fondamentale che sia lucente, abbagliante e di dura corazza. Da un freddo monitor indifferente, scorro la lunga lista di nominativi dove tentare la mia sortita. Compongo il primo numero sulla tastiera. Zeroottonovetretreottounoseidue ...il viaggio ha inizio. Col garbo e la maestria di un ultimo cavaliere, da anni, giorno dopo giorno, viaggio nell’etere ... entrerò per un lungo, silenzioso attimo, nella vita d’ignave persone. Il mio unico scopo: predisporre al meglio l’ineluttabilità degli eventi! Approdo ogni giorno in mille porti diversi, mi atomizzo nell’etere per poi ricompormi rapido, volta dopo volta, in situazioni e circostanze tra le più disparate: seduto su di un bancone di una commessa annoiata che guarda fisso lo scorrere lento delle lancette dell’orologio al muro; in studi polverosi, maleodoranti di carta ammuffita, di avvocati delusi, scartabellanti tra beghe condominiali e amici da separare; pizzaioli infarinati tra capperi e acciughe sotto montagne bianche di mozzarelle da tagliuzzare. 
Ascolto tutti. Presto la massima attenzione. Raccolgo informazioni, utili al mio operato. Il più delle volte, pazientemente, raccolgo sfoghi di rabbia. Una rabbia atavica. Fatta di umiliazioni mai risolte. Resto lì, con loro, gli dedico tempo e ascolto, attendo che le acque si plachino. Capita anche che mi commuovo. Come quando incontro padri consumati dal tempo e dalla fatica. Canuti falegnami, mobilieri, idraulici, pavimentisti, costruttori edili dalle mani callose, dure come il marmo, e dalle rughe profonde come abissi, giunti sul viale del tramonto, prossimi ormai alla pensione. Mi confidano, con tristezza, che non ci sarà nessun erede a seguire le orme…: “dottò mio figlio sta fatica nun ‘a vo fa! Se vo laureà…” e con una punta di orgoglio, mista ad amarezza, mi congedano. Delle volte a rispondere sono anziane signore. Le vedo vestite di nero, col capo chino, chiuse, come scrigni preziosi, nei loro ricordi incantati. Si scusano e ossequiose, con un filo di voce, mi informano che il marito non è più … “mi scusi ho ancora il numero intestato a lui …. perdonatemi … non riesco a cambiarlo...” mi si gela il sangue nelle vene. Per un attimo penso a mia madre che un giorno potrà dire lo stesso. Per un attimo ci penso. Giuro che ci penso... e la mia corazza la sento improvvisamente più vulnerabile. Altre volte, incontro donne suadenti che mentre mi ascoltano sognano e si accarezzano i capelli, e con le mani affusolate si accarezzano il collo scoperto, e con tono voluttuoso mi chiedono: “ma viene proprio lei signor Testa...?” ahimè ... quanti numeri perduti nel tempo. Mannaggia! ... il fatto è che non mi capita solo con le donne!!! Quando contatto le aziende, quelle importanti, rimbalzo di ufficio in ufficio, fino ad arrivare al “saputello di turno” che annoiato e disturbato risponde con supponenza e alterigia che questa florida azienda non ha bisogno di niente ...”grazie, ma non c’interessa nulla!” Per scoprire, qualche giorno più tardi, gli operai, della florida azienda, in rivolta. Tutti in cassa integrazione. La resistente armatura respinge tutti gli assalti e il viaggio continua. Numero dopo numero... numero dopo numero... viaggio veloce nell’etere. Entro ovunque e dovunque. Segretarie efficienti e deficienti. Ascolto con attenzione lagnanze, proteste e reclami, fin quando, alleggeriti dal loro veleno, mi danno una virtuale pacca sulla spalla “…dottò nun ci facimm’ o sang’ amar’... alla prossima con vero piacere!…” Entro ovunque e dovunque. Consolo titolari che stanno cessando e augurandogli momenti migliori, chiudo sempre dicendo “in bocca al lupo per tutto e per la ripresa della vostra attività”. Frase banale. Un automatismo inutile. Stupido. Ma il cavaliere dell’etere deve essere sempre ottimista…nonostante tutto... “domani sarà un giorno migliore!”. E’ il mio motto! Nel lungo peregrinare all’improvviso, magicamente, accade quello che speri avvenga tutte le volte. L’ armatura splendente ha abbagliato chi davvero ha voglia di splendere E così, illumino la strada di chi vuole lasciare un segno di chi ha interesse di gridare al mondo... CAZZO! CI SONO ANCH’IO! Ed è a questo punto che il cavaliere dell’etere desto interviene. Appunta nome, ora, giorno, minuto, dall’altra parte: “...dottò mi avete convinto...potrebbe interessarmi…fate passare un vostro collaboratore che qualcosa di sicuro facciamo….” Ahhhh…musica per le mie orecchie! Questa è la mia missione. Il cavaliere dell’etere, anche per oggi, può lucidare e deporre la sua possente armatura. Il viaggio continua. Domani, di sicuro, sarà un giorno migliore.Roberto Testa 

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