Stava sfornando un'altra pagnotta, quella sera, quando si accorse che si era bruciata da un lato, probabilmente perché i suoi pensieri lo avevano distratto nuovamente, come spesso accadeva. Stava per prenderla e gettarla, quando il sorriso di serenità si levò improvvisamente dal suo viso. La fissava, quasi impaurito, senza riuscire a sfiorarla. Quel lato, completamente nero e completamente sbagliato, gli smosse qualcosa. Perché gettarlo? Cos'aveva di sbagliato? Queste domande continuavano a confondere i suoi pensieri, senza dargli la possibilità di rispondersi.Il fuoco si era ormai spento nel forno, ma l'uomo era ancora lì, fisso davanti alla pagnotta bruciata. Raffreddata ed indurita dalla rigida temperatura circostante che aveva ricoperto il dolce avvolgere delle fiamme sulla legna, diventata cenere. L'abitudine lo aveva portato sino a lì, sino a quel giorno. L'abitudine a credere che, chiudere qualcosa in un recinto, potesse evitare di provare dolore, senza accorgersi che l'unica cosa che riusciva ad evitare, era la vita. In quel momento gli sembrava di essere davanti ad uno specchio: quella pagnotta, scottata dal fuoco, gli aprì nuovamente il cuore, lo stesso cuore che aveva subìto la sorte di quell'oggetto da lui creato. Il silenzio ed il freddo avevano conquistato il suo banco di lavoro e per la prima volta, dopo molto tempo, non riusciva più a sentirsi a casa, al sicuro. Fu quello il momento. Il momento in cui si mosse. Continuando a fissare la pagnotta fece un semplice sorriso. Il sorriso più vero che avesse mai fatto.Al sorgere del sole il suo forno era un luogo diverso. Abbandonato, freddo, vuoto ma pieno allo stesso tempo, pieno di pane. Non c'era nient'altro che pane. Splendido pane, pronto alla vendita. Senza sbagli. Senza bruciature. Aveva lasciato dietro di sé tutto quello che non serviva più, un taglio netto per concludere, o forse per riprendere da dove si era fermato. Quella pagnotta bruciata fu l'unica cosa che portò con sé, forse perchè era la cosa che gli aveva fatto ricordare nuovamente cosa significasse vivere.Un giorno come un altro. Per i più era semplicemente questo. Una mattina come tante. Ma non per lui, non più.BiMan
Stava sfornando un'altra pagnotta, quella sera, quando si accorse che si era bruciata da un lato, probabilmente perché i suoi pensieri lo avevano distratto nuovamente, come spesso accadeva. Stava per prenderla e gettarla, quando il sorriso di serenità si levò improvvisamente dal suo viso. La fissava, quasi impaurito, senza riuscire a sfiorarla. Quel lato, completamente nero e completamente sbagliato, gli smosse qualcosa. Perché gettarlo? Cos'aveva di sbagliato? Queste domande continuavano a confondere i suoi pensieri, senza dargli la possibilità di rispondersi.Il fuoco si era ormai spento nel forno, ma l'uomo era ancora lì, fisso davanti alla pagnotta bruciata. Raffreddata ed indurita dalla rigida temperatura circostante che aveva ricoperto il dolce avvolgere delle fiamme sulla legna, diventata cenere. L'abitudine lo aveva portato sino a lì, sino a quel giorno. L'abitudine a credere che, chiudere qualcosa in un recinto, potesse evitare di provare dolore, senza accorgersi che l'unica cosa che riusciva ad evitare, era la vita. In quel momento gli sembrava di essere davanti ad uno specchio: quella pagnotta, scottata dal fuoco, gli aprì nuovamente il cuore, lo stesso cuore che aveva subìto la sorte di quell'oggetto da lui creato. Il silenzio ed il freddo avevano conquistato il suo banco di lavoro e per la prima volta, dopo molto tempo, non riusciva più a sentirsi a casa, al sicuro. Fu quello il momento. Il momento in cui si mosse. Continuando a fissare la pagnotta fece un semplice sorriso. Il sorriso più vero che avesse mai fatto.Al sorgere del sole il suo forno era un luogo diverso. Abbandonato, freddo, vuoto ma pieno allo stesso tempo, pieno di pane. Non c'era nient'altro che pane. Splendido pane, pronto alla vendita. Senza sbagli. Senza bruciature. Aveva lasciato dietro di sé tutto quello che non serviva più, un taglio netto per concludere, o forse per riprendere da dove si era fermato. Quella pagnotta bruciata fu l'unica cosa che portò con sé, forse perchè era la cosa che gli aveva fatto ricordare nuovamente cosa significasse vivere.Un giorno come un altro. Per i più era semplicemente questo. Una mattina come tante. Ma non per lui, non più.BiMan
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Orrori natalizi: la recita
Del fascismo la vecchia scuola aveva mantenuto soltanto l'aria trattenuta tra le grandi mura squadrate, forti come fasci legati ben stretti. Leggere il seguito
Il 29 dicembre 2014 da Aperturaastrappo
MUSICA, RACCONTI -
25 Dicembre: celebrazione della nascita di Gesù
JustNews.it Il portale delle news Il 25 dicembre si festeggia la venuta di Gesù tra gli uomini, ma non si ha certezza che questa sia la data esatta,... Leggere il seguito
Il 25 dicembre 2014 da Justnewsitpietro
-
Non era una cometa!
Pubblicato il dicembre 17, 2014 da: Sagittarius COME SPIEGARE L’INSPIEGABILE. Nel corso dei secoli, quanti si sono sperticati, tra dotti e scienziati, nel... Leggere il seguito
Il 17 dicembre 2014 da Appuntiitaliani
-
San Francesco e la tradizione del presepe
immagine web modificata La tradizione del presepe è legata alla vita di San Francesco che per primo fece a Greccio il 25 dicembre 1223, una rappresentazione... Leggere il seguito
Il 17 dicembre 2014 da Enrico
-
Natale 2014: La santa notte
Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre p.v. il Cielo e la Terra faranno festa perché in questa notte speciale le stelle acquisteranno una luce diversa, più bell... Leggere il seguito
Il 12 dicembre 2014 da Trinat
-
Natale con Boris Pasternak e Il’ja Repin
Jl’ja Repin (1844-1930): La Nascita di Cristo, 1890 Boris Pasternak (1890-1960) La stella di Natale L’inverno regnava. Soffiava il vento della steppa. Nella... Leggere il seguito
Il 06 dicembre 2014 da Paolo Statuti
POESIE, RACCONTI, TALENTI