Tema: Il Fornaio

Da Svolgimento @svolgimento
Sez. In Fuga dal PresepeSvolgimentoUn giorno come un altro. Per i più era semplicemente questo. Una notte come tante. Betlemme era spenta, illuminata unicamente da alcune stelle sparse in un profondo cielo, svuotato da ogni ostacolo. Tutta la città era cosparsa di una leggera rugiada notturna, accarezzata da un lieve vento pungente e piacevole. In quelle poche ore notturne si poteva percepire la tranquillità, quella positiva solitudine che riesce a dare vita ad un qualcosa che, in caso contrario, non si riuscirebbe a distinguere dalla morte. Questa era una sensazione che tutto il popolo di Betlemme non riusciva a cogliere, quasi certamente per paura. Tutto il popolo, eccetto una persona.Quella notte, alle pareti leggermente illuminate dalle stelle, contrastavano due piccoli focolai che riuscivano a colorare con le sfumature più calde i pochi metri circostanti. Uno di questi era un semplice loculo per il pane, che da solo riusciva a dare anima ad una città intera. Il silenzio del sonno era interrotto sporadicamente dal piacevole crepitio della legna che bruciava, e che riscaldava l'atmosfera adiacente. Amava quel lavoro. Le mattine al mercato si parlava spesso di lui, ci si domandava che tipo di persona potesse decidere di vivere di notte, trovando spesso come unica risposta quella che entrava in ogni dialogo: il danaro. Ma non era così, non per lui. Era stata una scelta, una scelta nemmeno ponderata, ma vissuta. Una scelta non di certo dettata solo dalla necessità. Più semplicemente lui aveva sempre vissuto la notte. La contemplava ogni giorno, ascoltava il suo silenzio, guardava l'infinito. Ma in realtà non è stato sempre così. Accadde un giorno che una persona gli insegnò a diventare freddo, ad essere freddo. Perché quello era l'unico modo per non provare dolore: la fiducia è un'arma a doppio taglio che spesso viene impugnata dalla persona che si ha davanti. Non serve specificare chi deve essere il bersaglio. Lo stesso freddo con cui aveva imparato ad avvolgere i suoi caldi sentimenti, era il freddo che di notte avvolgeva la città, la sua città. Il calore di quel forno gli serviva a ricordare che era vivo, che dentro ai molti involucri di ghiaccio, c'erano sensazioni calde, vive, che pulsavano tentando di uscire da quei bozzoli da lui stesso costruiti. In quei momenti si sentiva vivo, e non aveva paura d'esserlo.
Stava sfornando un'altra pagnotta, quella sera, quando si accorse che si era bruciata da un lato, probabilmente perché i suoi pensieri lo avevano distratto nuovamente, come spesso accadeva. Stava per prenderla e gettarla, quando il sorriso di serenità si levò improvvisamente dal suo viso. La fissava, quasi impaurito, senza riuscire a sfiorarla. Quel lato, completamente nero e completamente sbagliato, gli smosse qualcosa. Perché gettarlo? Cos'aveva di sbagliato? Queste domande continuavano a confondere i suoi pensieri, senza dargli la possibilità di rispondersi.Il fuoco si era ormai spento nel forno, ma l'uomo era ancora lì, fisso davanti alla pagnotta bruciata. Raffreddata ed indurita dalla rigida temperatura circostante che aveva ricoperto il dolce avvolgere delle fiamme sulla legna, diventata cenere. L'abitudine lo aveva portato sino a lì, sino a quel giorno. L'abitudine a credere che, chiudere qualcosa in un recinto, potesse evitare di provare dolore, senza accorgersi che l'unica cosa che riusciva ad evitare, era la vita. In quel momento gli sembrava di essere davanti ad uno specchio: quella pagnotta, scottata dal fuoco, gli aprì nuovamente il cuore, lo stesso cuore che aveva subìto la sorte di quell'oggetto da lui creato. Il silenzio ed il freddo avevano conquistato il suo banco di lavoro e per la prima volta, dopo molto tempo, non riusciva più a sentirsi a casa, al sicuro. Fu quello il momento. Il momento in cui si mosse. Continuando a fissare la pagnotta fece un semplice sorriso. Il sorriso più vero che avesse mai fatto.Al sorgere del sole il suo forno era un luogo diverso. Abbandonato, freddo, vuoto ma pieno allo stesso tempo, pieno di pane. Non c'era nient'altro che pane. Splendido pane, pronto alla vendita. Senza sbagli. Senza bruciature. Aveva lasciato dietro di sé tutto quello che non serviva più, un taglio netto per concludere, o forse per riprendere da dove si era fermato. Quella pagnotta bruciata fu l'unica cosa che portò con sé, forse perchè era la cosa che gli aveva fatto ricordare nuovamente cosa significasse vivere.Un giorno come un altro. Per i più era semplicemente questo. Una mattina come tante. Ma non per lui, non più.BiMan

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :