Tema: L'uomo volubile
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L'uomo volubile tornò alla solita ora, accaldato, dopo dieci ore fuori casa. Di fronte al portone, armeggiando con le chiavi, ci pensò un po’ e ritornò nella piazza. Organizzarsi una cena era sempre una cosa complicata per lui, cuoco autodidatta discreto, ogni volta indeciso sul menù.Si avvicinò alla vetrina del negozio di alimentari. All’interno si scorgevano i preparativi per la chiusura serale. Cominciava a tramontare presto adesso, e i negozianti non amavano troppo attardarsi in quelle viuzze del centro storico. Sbirciò di nuovo e fece per entrare, la ragazza stava passando il mociovileda sul pavimento di graniglia. Con un sorriso imbarazzato, camminò tutto intorno agli scaffali, in equilibrio sui tacchi. Alla fine, prima o dopo, l’avrebbe invitata a uscire, ci aveva già pensato parecchie volte, quasi ogni sera. Poi aveva cambiato idea.Il salumiere lo guardò, con fare interrogativo sbrigativo. Un’impresa ardua, scegliere tra più di sette tipi di formaggio e altrettanti salumi. Alle sue spalle, le mensole erano stracolme di barattoli di legumi e pacchi di pasta di vari formati, e conserve e scatolami di ogni genere. Colse l’occasione per distogliersi da quello sguardo indisponente. Dopo una rapida rassegna degli scaffali, si voltò nuovamente e scelse un assaggio di Asiago semistagionato, ma bloccò quasi subito l’ordinazione. Forse meglio un pezzetto di Fiore sardo. Intanto diede un’occhiata ai formati di pasta. Farfalle, buone per le zucchine genovesi. Bavette, pesto. Fusilli, tonno. Va bene, farfalle. Prese il pacco e se lo strinse al petto, soddisfatto di avere scelto in fretta e senza ripensamenti. Posò il pacco, forse meglio i fusilli, ma sempre con le zucchine genovesi. O anche con il tonno. Il salumiere, dietro il bancone, aveva pesato e incartato il suo formaggio, aspettava e lo osservava. Allora prendo il tonno in scatola, al naturale, è più leggero. Meglio sott’olio, si, meglio al naturale. Menu deciso, finalmente, minestrone di verdure.
Rimise al loro posto i fusilli, il tonno, e prese dal surgelatore una scatola di piselli medi. Zucchine, patate, cipolla, sedano, ce l’ho. Passò alla cassa per pagare, uscì e si avviò verso casa. Lui era così, sempre un po’ indeciso. Salì le scale, leggermente affannato affamato. Come al solito, avrebbe cenato tardi, comunque c’era abituato. Entrando, si diresse subito in cucina, posò i piselli surgelati nel freezer e chiamò la pizza a domicilio, ordinando una quattrogusti senza carciofi, anzi, una margherita con funghi freschi. Nel frattempo mi faccio un bagno, una doccia veloce. Si spogliò, fischiettando un successo qualsiasi del momento, ne passò in rassegna cinque o sei, poi entrò nella doccia e aprì l’acqua.Quando il ragazzo delle pizze arrivò al portone, citofonò più volte. Passarono dei minuti. Spazientito, se ne tornò in pizzeria e si lamentò. Ma chi era questo stronzo che voleva la margherita con funghi freschi?Lui era sotto la doccia, o meglio non c’era. Per un banale errore tipografico, di quelli che si verificano solo sui libri, si era dissolto appena aperta l’acqua. Era un uomo solubile.
RQ
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