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Tema: La matematica è un'opinione (la mia).

Creato il 10 maggio 2012 da Svolgimento @svolgimento
Tema: La matematica è un'opinione (la mia).Una volta la matematica era un’idea. Ora, certe volte, è un’opinione. Lo so che sembra la stessa cosa, ma non è così. Quando la maestra ci ha spiegato i numeri, prima ci ha fatto l’esempio delle caramelle, e i numeri erano caramelle. E se io prima ne avevo due e poi la mamma me ne dava altre due io ne avevo quattro. Poi quando eravamo più bravi e abbiamo studiato le frazioni, i numeri erano fette di torta. Non erano più caramelle, ma si potevano mangiare pure. Però lo sapevamo che era per finta, perché se ci li mangiavamo vero, poi i conti non tornavano più. Per questo era un’idea, perché il numero è un concetto - ci hanno insegnato - ma le regole sono regole e vanno rispettate, con rigore. Come le leggi, che io ho sentito dire che si applicano, ma che in certi posti invece si interpretano. E anche se io avevo il pallottoliere giallo portatile, con le palline colorate, poi volevamo fare tutti i conti con la calcolatrice, perché si faceva prima. Ora però, forse, non lo so se è perché non ho studiato bene, ma sono confusa. A Palermo ancora contano i voti. Cioè, siccome dovevano scegliere il sindaco nuovo, hanno votato, e siccome sono tanti che votano, ci sono 600 sezioni, tutti i posti dove si va a fare il segno della croce, che però non è come quello che si fa in Chiesa, perché questo si fa con la matita, ed è la crocetta della democrazia.

Ora, è da lunedì 7 maggio alle ore 15 esatte che contano. Li hanno messi nelle scuole, ma di pallottolieri non ne avevano e allora gli hanno comprato, pare, 150 computer con la chiavetta internet, così li contavano e li mettevano sul sito e tutti dalle case li vedevano e dicevano i commenti per vedere se il capocondomino ce l’aveva fatta o se il figlio del fratello della signora di sopra, che aveva la fidanzata candidata alla circoscrizione, aveva preso più o meno voti del genero del cognato dello zio Totò, che a dire il vero non ci stava molto simpatico. Però, anche se facevi “aggiorna”, restavi sempre che ti mancavano numeri, perché non avevano finito di contare. Io un po’ mi vergogno a dirlo, però ora sono le 23.30 di mercoledì 9 maggio, e lo so che dovrei essere a letto, però ho fatto “aggiorna” e ancora c’è SEZIONI SCRUTINATE: 599 SU 600. Io lo so che la matematica è difficile, ma il fatto è che ora, anche se hanno contato i voti, non si sanno ancora le percentuali. Che sembrano pure difficili, ma le percentuali sono come le fette della torta di prima, solo che ognuna è di un colore diverso e se sei più grande te ne tocca di più, se sei più piccolo te ne danno di meno, com’è giusto. Però ora non lo capiscono più quante fette di torta devono tagliare e poi va a finire “a chi troppo e a chi niente” come dice sempre la bidella buona quando ci sono i compleanni e allora lei fa levare tutti, che la sa tagliare lei meglio di tutti, senza che nessuno si permette mai di dire “cu sparti avi la megghiu parti”. E poi fanno i ricorsi, che sono come quando uno va dalla maestra a tirarle la giacca per dirle che a te non ti fanno giocare e non ti danno la torta e non è giusto, perché tu sei come quando uno va dalla maestra a tirarle la giacca per dirle che a te non ti fanno giocare e non ti danno la torta e non è giusto, perché tu sei come tutti gli altri e non si possono fare le ingiustizie come gli pare a loro, uffa. Ora ci vorrebbe una così, come la bidella buona, però non c’è, e invece c’è stato il comitato dei saggi e quelli hanno detto che le cose erano giuste. Ma allora perché ora le schede non sono più nelle scuole ma le hanno portate in una caserma, così i carabinieri e i poliziotti e i militari, che sono forti e sono buoni, le proteggono e nessuno ci può fare del male? Boh. Per questo io sono confusa. E siccome faccio “aggiorna” e ancora niente, e ognuno dice una cosa diversa, allora io forse ho capito: qui c’è qualcuno che dà i numeri. Anzi che non ce ne da’, ce ne da’ pochi, e pure sbagliati. Per questo a Palermo, certe volte, la matematica è un’opinione.


Antonella Giovinco

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