Sez. Tutta colpa di Sanremo RQ
Svolgimento
Sanremo, provincia di Imperia, non ci sono mai stato, anche se sono ligure di nascita, conosco infatti solamente la Riviera di Levante, e più precisamente da Chiavari a Sestri, passando per Rapallo e Santa Margherita. Questo perché sono andato via da piccolo, e ancora non avevo iniziato a muovermi in modo autonomo, mia madre lavorava nella cucina di una trattoria a Zoagli, prendevamo insieme l’autobus ogni mattina presto, mi accompagnava all’asilo di Zoagli poi mi riprendeva a fine giornata, e questo è quello che ricordo della Liguria. Quindi non posso dire niente della città di Sanremo, né tantomeno dei suoi cittadini che, per quanto mi riguarda, sono brava gente ligure che ama i suoi fiori e la sua “sardenaira”, non posso parlarne male o bene, mentre questo è un malcostume che si è diffuso negli ultimi decenni, di parlar male di una città, e in particolare della città di Sanremo nel periodo del mese di febbraio di ogni anno. Tipi di fiori ne conosco pochi, mio padre qui in Sicilia coltivava un grande aranceto e anche alberi di albicocco e ulivi secolari, alberi sacri che c’erano già quando ancora Pippo Baudo non era neanche nato, e coltivava anche l’orto con tutte le verdure e gli ortaggi per la casa. Fiori non ne coltivava, forse perché li considerava inutili, per la verità solo qualche pianta di crisantemi, da portare al cimitero, poi in Giappone ho scoperto che li mangiano, che se l’avesse saputo mio padre, non so.
Di musica non sono per niente appassionato, quando ero nel grembo materno ero costretto ad ascoltare Luciano Tajoli e Nilla Pizzi, alle medie sono rimasto traumatizzato dai primi pezzi da agonia di Baglioni, A me i cantanti di allora non piacevano, a mio padre piaceva molto Orietta Berti perché somigliava a mia madre, a mia madre piaceva Modugno perché non somigliava a mio padre. Mio padre non le regalava mai dei fiori, al massimo dei cavolfiori. L’anno del ritiro definitivo dal mercato, ho utilizzato il nastro magnetico delle cassette stereo8 per tenere lontani gli uccelli dal davanzale, dimostrando che Baglioni per questo scopo funziona molto meglio di altri, non vedevo l’ora. Dopo le scuole dell’obbligo, senza nessun vizio per la musica leggera, ero magrolino flaccido e volevo farmi i muscoli, provai con qualcosa di più pesante, però anche lì mi sono stancato e ho mollato pesi e tutto. Nel frattempo però erano passati degli anni, c’erano stati cambiamenti radicali e non riconoscevo più i cantanti, li scambiavo fra loro, non capivo le parole delle canzoni, addirittura adesso alcuni muovevano la bocca a vuoto per i fatti loro, e facevano delle facce strane, come se si sforzassero veramente. La città di Sanremo, si trova sulla Riviera dei fiori, a ponente, e ogni anno diventa la città del Festival della canzone italiana, quindi già sono tre cose messe insieme che non incontrano perfettamente il mio favore, Al Festival di Sanremo si incontrano nomi leggendari che hanno reso grande la canzone italiana, e anche giovani cantanti che sperano di diventare grandi. Del Festival ne parlano tutti, c’è l’Italia intera che lo segue, milioni di telespettatori da casa, e poi quelli al Teatro Ariston di Sanremo, e spesso chi lo denigra lo segue di nascosto su un tredici pollici in auto dentro il garage, ma non lo vuole ammettere. A casa mia la televisione era in bianco e nero e io piccolo non mi spiegavo il perché di quei mazzi di fiori grigi e neri e bianchi, tutti lì messi a decorare un palcoscenico grigio su cui si esibivano persone grigie e bianche e nere. Quando smisi di guardare solo le figure, anche le canzoni mi sembravano grigie e poco orecchiabili e non potevo cantarle sotto la doccia, perché a casa nostra non c’era. Invece, in giro per la strada, sopra gli autobus, nei negozi, gli appassionati della canzone italiana fischiettavano volentieri questi motivetti, lasciando che così si diffondessero a macchia d’olio. In capo a due giorni tutto il paese era infettato, fischiettava e canticchiava, mostrando capacità impensate di modulazione della voce e perizia nel farsetto. Detto questo, sarà meglio che lasci parlare chi è più esperto di me, su questo argomento, non posso parlarne né male né bene, e non vorrei essere partecipe di quel malcostume che si è diffuso negli ultimi decenni, di parlar male di una città nel mese di febbraio. Lascio il campo a chi ricorda meglio di me le canzonette di Sanremo, musica e parole, chi conserva la memoria della più importante manifestazione canora italiana ed è in grado di fornire notizie, aneddoti, curiosità, date, nomi e cognomi degli interpreti e titoli dei brani partecipanti e vincitori, e parlarne bene, o male, secondo il proprio gusto. Di certo, io sono la persona meno adatta.
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