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Tema: La partenza della Jolanda

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SvolgimentoTema: La partenza della JolandaDurante l’ultimo mese il lavoro s’era fatto più pressante e le ore del suo contratto non bastavano più. Le giornate lavorative sarebbero dovute essere di almeno quarantotto ore e di altrettante ore sarebbe dovuto essere il suo riposo. Nonostante la stanchezza però quella sera decise di uscire con i più simpatici passatempo dei suoi amici e stare in giro per la notte bianca della città. Arrivò a casa, cenò velocemente, si docciò, si vestì e iniziò a porre rimedio alla sua faccia segnata dallo stress: correttore per le occhiaie, un po’ di fard e infine il rossetto. Fatto. Ma quando si riguardò allo specchio si accorse che il colore non aveva avuto alcuna presa sul suo viso: era ancora pallida. Rincarò la dose, ma di nuovo niente, senonché, nel pieno silenzio della sua casa vuota, sentì il fard dirle: senti, per stasera lascia perdere, neanche con quattro passate di ducotone riusciresti ad ottenere un risultato decente! Sto impazzendo, pensò, ma convinta davvero che se anche avesse aumentato ulteriormente la dose di fard non avrebbe comunque sortito alcun effetto, lasciò perdere e andò incontro ai suoi amici, non certo meritevoli di puntualità: ma questi hanno proprio litigato con le lancette dell’orologio! le 21:30, le 22:00, le 22:30, potevo restare a casa in quest’ora e depilarmi, l’ultima volta che l’ho fatto era estate. Certo adesso che è inverno e c’è freddo converrebbe tenerselo qualche pelo in più, risparmierei sul riscaldamento! oppure togliermi questo baffetto alla Mustafà Kemal con un po’ di ceretta.
Mentre pensava così, sentì un’altra vocina, la riconobbe, era quella della Jolanda. e che vuole questa adesso? Una sua amica parlava spesso della Jolanda e del fatto che le mancava il Walter, ma la sua propria Jolanda che voleva?Cosa voglio? e me lo chiedi pure!? è da più di due anni che non mi usi, da quando hai deciso di riprendere in mano le redini della tua vita e vi siete lasciati con quel coso lì, io non sono più esistita, e dire che ti ho lanciato chiari segnali, quante volte ti ho urlato “ma che carino questo, che carino quell’altro”, ma tu niente, sorda precisa. È da un pezzo che ci penso e ho preso una decisione: ti lascio. Mi lasci? in che senso, scusa? Nel senso che parto, vado via, tanto a te non servo più, tu oramai hai altre cose per la testa e hai deciso di tagliare fuori il sesso. Ecco, te l’ho detto. andrò lì dove i miei servigi possono essere ancora richiesti. E mò? e io che faccio? Te lo dico alla Rhett Butler: francamente me ne infischio! Finalmente arrivarono i ragazzi e lei non fu più tanto convinta di aver sentito la voce della sua Jolanda. La serata passò  piacevolmente fino a notte, quando si ritirò a casa. Si lavò il viso, si spogliò, mise il pigiama, tutto regolare fin tanto che non si accorse della partenza della Jolanda: al suo posto trovò un cartello con su scritto: Fossi in te non mi cercherei!E ora? Rimase sfornita di Jolanda per un bel po’ di tempo. Un pomeriggio mentre smanettava su facebook la vide, era lì in alcune foto che la ritraevano stuntwoman dentro alcuni film a luci rosse, nelle azioni più pericolose per giunta. Si stava divertendo alla grande. Non è che aveva le allucinazioni? Aveva avuto la febbre a causa di un crollo delle difese immunitarie, niente di strano che avesse ingurgitato qualche medicina scaduta! Ma guardala come si muove bene, com’è padrona della scena, se la spassa proprio! Quanti bei ricordi però, quanti momenti seducenti passati insieme... devo dire che mi manca proprio la mia Jolanda, io sono fatta così, sembro burbera ma mi affeziono. Sarebbe bello riaverla anche solo per compagnia, ma non credo che vorrà più tornare al suo vecchio posto. A pensarci, con me rischierebbe il suicidio per depressione da inutilità e mancanza di attività! Lucia Immordino

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