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Tema: Le caviglie dentro

Da Svolgimento @svolgimento
sez. Your Fetish
SvolgimentoTema: Le caviglie dentroLe caviglie dentro l’incavo delle mie ginocchia. La sua pelle scorreva senza attrito tra le mie mani. Un rituale che si ripeteva più e più volte durante la giornata. Adesso quello che si ripete  è un “Requiem aeternam dona eis”.  Poi lei che si gira e si mette a dormire. Non ci pensare, sarà per un’altra volta. Buonanotte.Che qualcosa non andava dovetti ammetterlo quasi subito.Cominciai a prendere per corrispondenza (anonimato garantito) creme al peperoncino e manuali illustrati. Poi ancora corde, maschere, abbigliamento in latex, fruste e tacchi a spillo. Li sceglievo accuratamente nella sezione apposita del catalogo. Risultato assicurato.Ma legato a quel modo proprio mi sentivo un salame, e si sa l’autoconvinzione ha un ruolo preponderante in queste faccende. Tanto più che lei, lasciandosi prendere la mano, ancheggiò forse un po’ troppo sui tacchi a spillo. Fu così che se ne spezzò uno e lei cadde rovinosamente da quell’altezza vertiginosa. Uno STRAAP lasciò presagire lo squarcio nella parte posteriore dei pantaloni neri lucidi in similpelle.  E, come se non bastasse, nella caduta un riflesso incondizionato la portò ad aggrapparsi alla corda tesa intorno al mio collo che lei teneva in una mano, mentre con l’altra agitava la frusta di qua e di là. Quasi non finii strangolato. Esperimento da cestinare.
Abbandonata l’idea non mi restava che un’ultima possibilità.Qualche mattina dopo mi svegliai di buon’ora per essere più pimpante, pensai.Bussai alla porta. Un “avanti” venne dall’altra parte. Lo sapevo…una donna.Aprii e mi diressi alla scrivania. Si accomodi, mi disse indicando la sedia. Poco meno di trent’anni. Un velo di trucco e degli occhiali in celluloide le davano un aria semplice e trasgressiva. Una matita a fermare ricci rossi che cadevano sfiorando lo stetoscopio che le cingeva il collo. Sotto il camice una camicetta eterea di seta lasciava poco all’immaginazione.Tirai fuori i fogli delle analisi e li poggiai sul tavolo. La dottoressa li prese. Tirò un po’ giù gli occhiali, si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e cominciò a leggerli. Nella stanza solo il ticchettio delle sue unghie laccate che picchiettavano sulla scrivania. Forse tutte quelle immagini, quegli scenari delle riviste che avevo sfogliato nei giorni precedenti, ma questa trama io la conoscevo. Va bene, sospirò ad un certo punto. Può prepararsi dietro il paravento- diceva mentre calzava dei guanti in lattice.Continuavo a guardarla. La mia mente vagheggiante, l'odore di nylon delle calze, le mani smaniose. E le dita curiose tra le maglie.L’idea che fosse lei a dominare, che fosse una vera esperta sull’argomento mi stuzzicava. Sentivo che qualcosa stava cambiando.Mi sdraiai sul lettino e la visita cominciò. Si chinò per valutare meglio la situazione. Le sue mani erano calde. Mi scusi - sussurrai. Lei rise sorniona.Michele Reale

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