Magazine Diario personale
Cari amici e care amiche, torniamo a scrivervi dopo un po’ di tempo per condividere con voi la nostra vita qua a Taninga. Stiamo uscendo da un periodo piuttosto difficile, ma ora ci sentiamo pronti per raccontarvi. Luca si e’ preso la malaria due volte in quindici giorni, o forse la seconda era solo la ripresa della prima che non era passata del tutto, pero’ la ricaduta e’ stata piuttosto forte. Si e’ rimesso bene e in fretta, ma subito dopo l’ha presa Emilia, e’ stata molto male i primi due giorni, poi come normalmente succede se il trattamento funziona, il terzo giorno le si e’ abbassata la febbre ed e’ tornata ad essere l’energia allo stato puro di sempre. Riguardo a me (Giulia), beh, io nel frattempo ero rimasta incinta ed ero alle prime settimane, ma non appena Emilia si e’ rimessa ho iniziato ad avere delle perdite di sangue e ho perso il bambino. Se fossimo stati mozambicani avremmo pensato che qualcuno ci ha voluto male, vittime della “feitiçaria”! Per non parlare del cobra che ci siamo trovati in casa al nostro risveglio l’altra mattina, arrotolato alla maniglia della porta… si si, chiara e evidente presenza di spiriti maligni!Stiamo scherzando, ovviamente, anche se da queste parti su queste cose non ci scherza nessuno. Comunque stiamo tutti bene ora, compresi Samuele e Stefano, padre Pepe e la famiglia Cento che in questi giorni e’ fuori per un corso, ma che aspettiamo per sabato.A volte ci sono periodi difficili da affrontare, ma fanno parte della vita e ci ricordano la nostra fragilità, davvero niente e’ nelle nostre mani, siamo un soffio, dice il Qoelet!Quello che e’ importante e’ saper affrontare ogni giorno con tutto quello che contiene, sempre ringraziando. Perché dove c’e’ il bello il Signore e’ presente, e dove c’e’ il brutto, Lui e’ presente lo stesso per affrontarlo con noi e darci la forza di superarlo.Girando pagina, qui le attività pastorali continuano a pieno ritmo, siamo tutti piuttosto presi, ognuno secondo i propri impegni e responsabilità.
Oltre alle attività di formazione dei catechisti‚ le visite nelle case dei più poveri‚ la pastorale giovanile e familiare‚ quest’anno ci stiamo dedicando anche ad un corso biblico‚ un ciclo di incontri annuale sullo studio della Bibbia e che portiamo in tutte e otto le comunità. E’ un percorso che sta dando grandi soddisfazioni‚ che e’ stato chiesto e voluto dai cristiani della parrocchia e che li aiuta a saper leggere e interpretare le Scritture con maggiore consapevolezza. Accanto a tutto questo ci sono le relazioni personali e le tante storie che ci piacerebbe raccontarvi ma che non sempre sono facili da esprimere perché non sono solo fatti‚ ma racchiudono in sé emozioni che nascono e restano in un contesto e che se ne escono fuori sembrano svuotate e non sarebbero capite. Pero’ vogliamo raccontarvi con poche parole la storia di Sidone‚ un uomo che conosciamo da circa tre anni e che porta con se’ una vita amara di solitudine e povertà. Sidone‚ lavorando come sminatore‚ é saltato su una mina nei primi anni dopo la guerra civile‚ quando il Mozambico ne era completamente infestato‚ e nell’esplosione ha perso un occhio‚ una gamba e l’uso di una mano. La sua vita e’ precipitata nella solitudine‚ abbandonato anche da molti della sua famiglia‚ incapace di fare qualsiasi tipo di lavoro‚ anche le attività quotidiane più semplici sono diventate muri altissimi da scavalcare. Vivere di elemosina e’ sembrata l’unica soluzione. Viene spesso a trovarci e passiamo del tempo insieme. Ci siamo interrogati a lungo con lui‚ e’ possibile rinascere? E come? Che cosa può inventarsi un mutilato per vivere una vita dignitosa‚ in assenza di servizi sociali efficienti? Dopo anni di tentativi e ricadute‚ forse questa settimana si e’ accesa una lampadina nella sua testa. Abbiamo parlato a lungo e alla fine: “Potrei fare il pescatore‚ ci potrebbe essere una persona con cui lavorare insieme”.Il socio e’ un vecchio di circa 90 anni‚ anche lui quasi completamente cieco. Alcuni giorni dopo siamo andati con Sidone a cercare la rete e tutto il necessario. Ora speriamo con lui che questo possa migliorare la sua vita. Che questo accada o no‚ crediamo che anche solo il mettersi insieme‚il lavorare fianco a fianco‚ il cercare strade nuove per far rinascere la vita‚ tutto questo faccia crescere il Regno di Dio. Sia lodato il Signore Gesù! Ora vi abbracciamo tutti e aspettiamo anche vostre notizie‚ con affetto Giulia e Luca con Samuele Emilia e Stefano.
Giulia Pieri
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