Di trasloco si può morire, o guarire? Il trasloco può avere una funzione di auto analisi? Che domande mi faccio nel primo giorno di ferie… è anche vero che andare a lavorare mi aiuta a occuparmi la mente, e magari anche le mani. Sì, è anche utile per pagare il mutuo ma, per dirla con Rudyard Kipling, quella è un’altra storia.Mi faccio domande sull’autoanalisi perché credo di aver scoperto una mia mania, o forse tante ma riconducibili a uno stesso ceppo. Disimballo cartoni e sacchi dopo aver cambiato casa, e realizzato di aver collezionato (o acquistato compulsivamente): quattro flaconi di ammorbidente, cinque di detersivo liquido per lavatrice, tre di spray per i vetri, due disincrostanti per il wc, tre di varechina spray, tre di due tipi diversi per la pulizia dei pavimenti. Notare che sono intonsi, non è che li apra tutti e ne usi un po’ per poi dimenticarmeli.Ho anche una fissa per i guanti, da lavoro beninteso: ne ho scovate sette paia di tipi diversi, e ogni volta che vado al Brico o qualche cosa di simile punto subito lo scaffale con i guanti.Ho anche una serie di penne curiose e quaderni (in prevalenza fatti a mano) che non uso mai, ma che ogni volta che entro in cartoleria o in libreria adocchio e fatico a lasciare lì.
È la piccola Joan Crawford che c’è in me che dice: “Christina, pulisci il bagno”?È la mia piccola Mamy interiore che mi dice: “Miz Rossella, tu deve avere manine bianghe gome dudde signorine di buona famiglia”?È il piccolo bimbo sepolto dentro di me tanti anni fa che mi dice: “Fai qualcosa per distinguerti, lasciare traccia di te”, salvo poi ad essere disatteso dall’adulto che l’ha eclissato?O semplicemente mi circondo di oggetti inutili per calmare il disagio di un vuoto interiore che ho sempre sentito, fin da molto tempo prima dell’adolescenza?
La meditazione non mi porta risposte, la psicoterapia nemmeno, ma al momento sono tranquillo: il bagno è pulito.
MM