Svolgimento- Potremmo andare in un’agenzia di viaggi, che ne dici?- Per fare che cosa?- Per prendere qualche catalogo, vedere qualche offerta.La risposta ad una domanda che avrebbe preferito restasse retorica, costrinse il Sig. Riviera a restituire uno sguardo che non accennava approvazione. L’espressione contrita di sua moglie, quell’impercettibile battere di ciglia, come a voler scacciare qualcosa che le fosse finito dentro l’occhio, non lo commosse punto. Era una bambina la sua Angelina.- Perché ci vuoi andare? Lo sai che non possiamo permetterci vacanze.La Sig.ra Riviera lo guardò dritto negli occhi, poi si alzò e ritirò i piatti dalla tavola. Perché sognare non costa nulla, avrebbe voluto dirgli, ma sarebbe stato perfettamente inutile.Come avrebbe voluto fare anche solo una passeggiata per le vie del centro, quale gioia le avrebbe dato prendere in faccia l’aria della sera, morbida come una carezza, o ascoltare le note uscire dai locali, fermarsi sul belvedere, magari un attimo prima del tramonto, qualcuno avrebbe forse chiesto loro di pagare il biglietto?Posò i piatti dentro l’acquaio, poi ci buttò dentro le posate facendo rumore di proposito.- Ludovica mi ha detto che ci sono crociere fantastiche, anche di pochi giorni, e non costano una fortuna. Il Sig. Riviera, che nel frattempo si era spostato in salotto a fumare, sollevò lo sguardo dal libro che aveva appena aperto.- Angelina, è inutile parlarne, te ne ho già spiegato la ragione.Quando si metteva qualcosa in testa, pensava, era cocciuta, testarda. La guardava muoversi a scatti per la cucina, gli avrebbe dato il tormento per giorni.- Angelina, sii ragionevole, non esistono crociere alla nostra portata.In quel momento la Sig.ra Riviera avrebbe voluto essere fatta di un’altra pasta, avrebbe voluto essere tanto più coraggiosa, quanto quelle donne di cui aveva letto in certi libri, loro non erano soltanto garbate e silenziose, buone governanti e perfette cuciniere.
Osservò suo marito che fumava e cominciò a fare un rapido calcolo di quanta parte delle loro sostanze se ne andasse in fumo, e tutto questo, mentre pensava a cosa sarebbe stato il giorno successivo, in niente diverso da quello precedente, avrebbe indossato vecchie scarpe e vestiti lisi e sarebbe andata a fare la spesa stando attenta alle offerte sugli scaffali del supermercato.La sua vita era come uno scoglio che le onde consumano, bagnato giorno dopo giorno dalla stessa acqua, immutabile e perenne, di bonaccia o di tempesta, sempre lo stesso sapore, sempre lo stesso sale, non c’era tregua, né sotto il sole né dentro la notte.Quella mattina versò silenziosamente il caffè della prima colazione nella tazzina preferita del Sig. Riviera che la sorbì velocemente, per non perderne l’aroma, così amava dire. Gli porse la sua valigetta da piazzista, come faceva ogni settimana dal lunedì al venerdì e gli augurò buona giornata.Riassettò la cucina, si infilò il cappotto e uscì di casa. Passò in biblioteca e prese in prestito un altro libro di Agatha Christie. Al supermercato fece la spesa, tenendo in mano la lista compilata dal Sig. Riviera, e nella mente l’importo che, sempre lui, le aveva lasciato sul tavolo prima di uscire quella mattina.Rinunciò alla frutta, erano avanzate delle mele. In una delle ultime corsie trovò quello di cui aveva bisogno, un potente veleno per topi.Era solo una questione di dosi, di tempo lei ne aveva.Grilletto Salterino