Germano avrebbe portato la sua cernia bruna ad un ristorante, giornata ricca, non che avesse bisogno di quei soldi per arrotondare – era foraggiato dal padre, lo ricordo mentre tirava fuori il portafoglio, ma pure dallo zio paterno, quello senza figli che a potere sceglierne uno lo avrebbe voluto uguale, furbo e piacione, e che dire degli spiccioli delle zie sorelle di sua madre morta, ma questi erano pochi, strappati ai ricavi di piccoli lavoretti di ricamo. I cani del giardino guardavano il pesce appeso e avrebbero preteso la loro parte, puntavano il naso e annusavano l’odore pungente un po’ alga un po’ putrefazione buona che sa di sarda salata; i cani venivano allontanati con un rimprovero – passaeddà, disgraziati! – mentre una spruzzata d’acqua si allungava verso di loro; scappavano con il culo basso e la coda tra le gambe, poi si facevano coraggio e tornavano, il pesce esalava, il richiamo intenso.
Io stavo seduta nel mio giardino che era attaccato al suo, solo una linea di barre di ferro tra me e lui che distavamo sei o sette metri, comoda sulla sdraio in tela, il TV Sorrisi e canzoni o un libro di narrativa in mano, un occhio al giornale, l’altro a Germano – al posto suo non ci avrei messo più di dieci minuti a pulire quelle quattro cose –, lo guardavo affascinata dal rituale dell’abluzione, lento nella ripetizione a dilatare il tempo, incredibile nella sua cifra, ieratico per la sua flemma; dopotutto a casa avevo nulla da fare.Uno di quei pomeriggi di sciacqui e risciacqui di muta e attrezzature, approfittando di una pausa di Germano che era andato in bagno, suo fratello si avvicinò alla ringhiera e mi chiamò – non era timido, poteva essere logorroico se l’argomento gli interessava, piuttosto preferiva portare avanti i suoi travagli - io stavo sbadigliando sulla sdraio. La vuoi sapere una cosa? le cernie sono pesci curiosi – si guardava alle spalle per paura che due dita potessero afferrarlo per un orecchio e trascinarlo a calci in culo -, e lo sai cosa fanno? quando vedono un estraneo escono dalle tane e si avvicinano per fare amicizia, gli piace giocare: basta che fai finta che sei buono, gli puoi portare pure il cibo che loro se lo mangiano: se allunghi una mano ti danno i bacetti, come i capretti. Non ci vuole niente ad ammazzarle.E tu come le sai queste cose? gli dissi mentre già si stava allontanando. Le so, mi rispose, c’ho domandato a uno che pesca.Giorgio D'Amato