Tema: Piastrelle con fiori

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I giochi sono finiti. Fine. Basta. Ciao a tutti. Adios amigos! Romeo, Paride mi ha ucciso mentre tu mi tenevi, sia la peste sulle vostre famiglie. Ricordatemi come una persona buona e tu, viandante, di’ agli amici del bar, che li terrò sempre nel mio cuore.Il problema fondamentale di quando si fa una cazzata, una cazzata di livello standard, è che ci si accorge di averla fatta, solo un millisecondo dopo averla commessa, mai prima, quando si può ancora rimediare, sempre dopo. Come decidere di prendere un toro per le corna e poi, tutt’ad un tratto, mentre il toro è a un centimetro da noi, pensarci su un attimo e dire: “Ma che cazzo sto facendo?”.Questa era la situazione in cui mi trovavo, mi ero condannato da solo, i carnefici non sapevano fare un nodo scorsoio da mettermi intorno al collo e io mi ero offerto gentilmente di fare quel nodo. Davanti a me c’era la mia compagna, bella e problematica come tutte le altre che c’erano state, questa forse un po’ di più, problematica intendo. Stava lì, di fronte a me, di fianco ad un ometto pelato e baffuto vestito tutto bene. Ognuno teneva in mano una piastrella di ceramica coi fiori, un iris, una margheritina, una rosa blu e dei ciclamini. Mi guardavano fisso negli occhi, ansiosi di una risposta, di un mio parere. Quale piastrella mettiamo in bagno?Oh cielo! Oh cazzo! Oh dei! Cosa stavo facendo? Era un passo dannatamente più lungo della gamba. Ero veramente arrivato al punto di comprare insieme alla tipa le piastrelle del bagno? Aveva tutta l’aria di un fottuto punto di non ritorno. Io non volevo di certo oltrepassarlo.Ad un certo punto di materializzò di fianco a me il buon Renton con le fattezze di Ewan McGregor, con i capelli rasati corti, una canottiera bianca, giubottino leggero e jeans strappati, praticamente il meglio della gioventù scozzese di un decennio fa. Renton\McGregor mi guardava e rideva e mi diceva: “Scegli un salotto... scegli una casa... scegli la lavastoviglie... scegli un divano... scegli una chiesa dove sposarti”. Che poi era il monologo iniziale del personaggio. Avrei preferito di gran lunga che la mia mente si focalizzasse su SickBoy, ma fa lo stesso. Scegliere le piastrelle è molto peggio che scegliere un divano. Se io e la tipa ci separavamo, il divano avremmo potuto tagliarlo a metà con una katana e ognuno se ne sarebbe preso un pezzo, ma una piastrella con i fiori da mettere nel bagno era un segno distintivo, un monito, un qualcosa di indelebile che veniva attaccato e impresso nel muro. Un “Pirati: attenti a voi” attaccato lungo le coste di qualche isola caraibica. 
Renton\McGregor continuava: “Scegli il matrimonio... scegli una banca... scegli una squadra di calcio... scegli un televisore... scegli le piastrelle per il bagno”. Renton di fianco a me e davanti invece la tipa e il mastro piastrellaio che doveva arrivare a fine mese e vendermi a tutti i costi uno stock di piastrelle coi fiori. Iris, rosa, ciclamini, margherite ed erano saltati fuori anche i tulipani. I migliori artisti del mondo avevano contribuito a regalarci quelle piastrelle, non si poteva rifiutare. Iris, rosa, ciclamini, margherite o tulipani? Forse il caso era quello di prendere un fucile e regalare al mondo una seconda Columbine, far saltare qualche piastrella calda e magari il buon vecchio Moore ci avrebbe anche fatto un documentario. Guardai la mia compagna negli occhi e le dissi: “Amore, scegli pure tu, io vado con Renton a vedere una cosa in macchina”. Lei mi guardò sbigottita, non aveva la più pallida idea di chi fosse Renton.Uscimmo dal negozio e di fronte a noi si fermò una vecchia berlina, dentro c’era SickBoy. Oh, i miei eroi erano venuti a salvarmi, era arrivata la cavalleria. Io e Renton salimmo sulla macchina e né la tipa, né il piastrellaio ci videro mai più.

Andrea Roma


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