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Tema: Pigrizia

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Svolgimento
Tema: PigriziaMartina ha suonato alla porta, ho riconosciuto la sua scampanellata, non ho aperto. Oggi ho deciso di non aprire a nessuno. Sono le sette di sera e i piatti aspettano ancora di essere lavati, gli avanzi del pranzo li ho gettati via, ma la puzza dell’unto che aleggia sul bordo della pentola arriva fin qui. Sono andata in bagno perché mi scappava la pipì, ho aperto la lavatrice e ho tirato fuori il bucato, la bacinella grande ora è piena, di stendere però non ho voglia. Sono seduta nel divano, leggo una piccola etichetta e aspetto. Aspetto che passi il giorno. Stamattina presto mi sono svegliata con la pancia gonfia di sonno, ho controllato le unghie per vedere se nella notte fossero cresciute un po’, ma non crescono mai, sono moncherini deliziosi con i bordi arrossati dal sangue, una succhiata e via, perché le mangio poi, neanche mi piacciono. Lo specchio era impassibile. Come sempre ha fatto il suo lavoro diligentemente, io lo guardo, lui mi guarda, a me lui non piace e neanche io gli sono mai stata simpatica, ne sono certa.Un po’ di capelli, come ogni mattina, sono caduti come fil di ferro rotto sul lavandino, ho cercato ancora una volta di dargli una piega, ma come sempre non stavano su, non stavano giù, non stavano.
Non ho fatto colazione, non la faccio mai del resto, quel tempo prezioso l’ho impiegato per dormire tre minuti in più. Sono andata a lavorare, ci sono riuscita ancora. Mi sono chiusa la porta alle spalle e sono uscita alla luce, all’aria, per fortuna un altro posto chiuso mi ha accolto quasi subito. Ho lavorato col capo chino sulle carte, zitta, nessuno si è stupito, è da tempo che non ho più voglia di chiacchierare, i colleghi hanno cominciato naturalmente ad evitarmi, ma io non sono riuscita ad evitare del tutto loro, è necessario parlarci a volte, anche se da un po’ comunico per mail anche col vicino di scrivania, scrivere non è parlare.A casa nessuno mi aspetta, ho fatto crollare il ponte, da questa parte non si può più arrivare, io non voglio. Così nessuno vedrà che anche oggi non ho mosso un dito.  Era più doloroso quando avevo gli spettatori.Martina è tornata, il campanello suona, dopo un po’ il telefono squilla.Non posso rispondere, è tardi adesso, troppo tardi, il cellulare vibra, squilla, il campanello suona, e di nuovo il cellulare squilla, vibra, si muove sul tavolo come un serpente, cammina, insiste, gli si accendono le lucine, il campanello suona, e lui ancora vibra, squilla, cammina.Dall’altra parte della porta ho il tempo di sentire da lontano “mamma, mamma, apri, apri” ma il silenzio mi ha già preso, mi culla, mi afferra e io lascio che mi porti via.Grilletto Salterino

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