Anche le libellule sculettano.
La mamma ansiosa invece va in tilt. Oddio e adesso? Che farà? Quando resisterà seduto nel banco? Infilzerà la matita nell’occhio del compagno? Si mangerà la gomma pane?...e guarda con occhio catatonico l’orologio, presumibilmente in tachicardia.
La mamma fighissima sgomma in suv e buonanotte al secchio.
La mamma ansiosa invece rimane lì attonita. Cerca solidarietà con altre mamme ansiose e apprensive. Spesso si riuniscono in preghiera. Alcune accendono ceri votivi. Dopo un po’ esce il bidello che urlando frasi sconnesse e agitando la scopa d’ordinanza come un guerriero ninja le manda via. Almeno ci prova. Inizia a casa il calvario. Sedute, ma con gambe tremanti. Fisse a guardare sempre con occhio catatonico l’orologio sulla parete, con in cellulare stretto tra le mani al petto come un crocefisso. Perché nel frattempo siete riuscite a dare il vostro numero, per qualsiasi evenienza, a tutto il personale della scuola. Anche ad un venditore tunisino ambulante che ignavo stava allestendo il proprio gazebo. Al primo squillo pensate che sono loro che vi comunicano che il vostro amato pargolo ha dato fuoco alla scuola e seviziato brutalmente la maestra con una piantina grassa ruotando la testa a trecentosessanta gradi come un allocco. Invece è il premuroso papà che sbadigliando chiede “tuttapposto?, tuo figlio ha già picchiato qualcuno?”…e lo mandate con grazia a fare in culo chiudendo drasticamente la comunicazione. La linea deve risultare sempre libera. Passeranno ore lunghissime. Ad ogni sirena di polizia o ambulanza vi cadrà un ciocca di capelli. Le mamme ansiose a cinquantanni sono tutte calve si sa. Il calvario continua. Inesorabile. Intanto il caro pargolo tranquillo e rilassato ha riversato tutto il contenuto del suo zaino sul banco. C’è di tutto. Quaderni di tutte le forme e dimensioni, smisurate penne multicolor, soldatini, pupazzi, secchielli, svariate biglie, una palla da baseball, un guantone da box, un flauto ed un album da disegno che manco il Pinturicchio prima maniera, e poi…una gigantesca scatola di colori. Tutte le sfumature del creato. Seimila matite colorate. E lui che fa? Il giovane Pinturicchio si concentra e colora la cappella sistina? Nooo. Le tempera tutte! Dovrà pur ingannare il tempo. Dopo circa un’ora è semisepolto nel suo banco dalle scorie della tempera furiosa. Le matite ora hanno le dimensioni di un mozzicone di sigaretta ma sono talmente appuntite che un fachiro solo a vederle si farebbe una cospicua assicurazione. Stanco e sfatto si mangia la merenda che gli avete preparato. Merenda che sfamerebbe metà Kashmir. Lui mastica pensoso. Almeno sembra che pensi. Nessuno può saperlo. Chiede di andare in bagno. Esce. Spezza una matita nel buco della serratura del bagno, disegna un golem sul muro, torna si siede e ascolta. Almeno sembra che ascolti. Nessuno può saperlo. Ore 13,00 suona la campanella. Fine della storia. I pargoli si precipitano fuori alla velocità della luce. Di solito abbandonano in aula di tutto. Si dimenticano qualsiasi cosa. Ho visto paffuti e rosei pargoli uscire da scuola in maniche di camicia il mese di gennaio sotto la neve, guardandosi intorno come se fosse la prima volta che vedessero quello strano sito. Dio mio dove sono capitato? Mamma, mi hanno rapito gli extraterrestri!!! La mamma ansiosa intanto è già li che aspetta da più di un ora. Munita di rosario che saldamente stringe tra le mani tremanti. La mamma fighissima arriva in suv, parcheggia in quarta fila e con i capelli appena sfornati attende il pargolo con un magico sorriso durbans smagliante. Evviva la squola! Domani si ricomincia.
Roberto Testa