Magazine Diario personale
Svolgimento
Ho avuto un problema. La forfora mi direte voi, no, vi rispondo io, un problema ben più serio: il pelo superfluo.Non è roba da poco, stiamo parlando di una selva selvaggia aspra e forte, concimata con anni di lametta giovanile e irresponsabile, ma … fin qui sarebbe inutile piangere sul latte versato. Il dramma è cominciato assai prematuramente, ancor prima della pubertà, e non c’è verso, anche se hai la pelle scura: il pelo nero si vede, sempre! E non si può mimetizzare con fogliame variegato perché quello è un egocentrico che ama mettersi in mostra e non gli piace essere occultato o messo in secondo piano. C’è un solo modo di agire: estirparlo senza pietà.All’inizio si pensa sia un gioco da ragazzi, una strisciata di rasoio dal basso verso l’alto, con schiuma da barba o senza, è irrilevante, e ti vien fuori una pelle vellutata e liscia che neanche le tovaglie di plastica reggono il confronto, e all’inizio è pure ecologicamente sostenibile perché la mietitura regge bene il tempo e i nuovi germogli tardano a ricrescere senza sfruttare troppo il terreno, ma dopo alcuni anni di questi trattamenti, le colture si fanno più resistenti e le nuove piantine mostrano degli steli niente affatto deboli alla falce e alle intemperie (d’inverno ci si risparmia un po’ di legna per il camino ma con l’arrivo dell’estate il cappotto e il pantalone lungo ad oltranza non sono consigliati). Nelle zone inguinali e ascellari poi si può addirittura parlare di canne al vento, roba da seghetto.Giunti a questo punto occorre prendere una decisione drastica: al bando le lame, si passa al contrattacco.
Si affronta l’estetista e la prima ceretta. Non stiamo parlando di cerette dolci all’azulene, ne tantomeno di temperatura costante, si inizia in un tempo arcaico: pentolino, ceretta che con l’uso plurimo diventa scura come la pece (si sottolinea che non era monouso: al termine dello scorticamento la stessa veniva filtrata e riutilizzata per altre scimmie urbane – oggi penso che gli sfridi avrebbero potuto essere impiegati in un proficuo business per la produzione di “Accendifuoco ultrarapidi “), la temperatura poteva non essere quella più consigliata, si sa che il polpastrello non è esattamente la parte del corpo più sensibile, quindi si scopriva solo quando veniva spalmata in zone viceversa sensibilissime quanto calda fosse in realtà, troppo tardi, per essere levata – o meglio - sadicamente strappata, doveva asciugarsi un po’, quindi d’estate capitava spesso di essere letteralmente spellati vivi, con conseguenti patacche rosse da ustione di – almeno – secondo grado, non precisamente gradevoli alla vista durante lo sfoggio del bikini.Dopo anni di tormenti, ci si avvicina con circospezione all’elettrocoagulazione, una forma di tortura moderna per mezzo della quale in ogni singolo poro contenente il bastardissimo pelo, viene sparata una scarica elettrica di varia intensità che, con il ripetersi delle sedute, distrugge dalle fondamenta il bulbo pilifero, lo annienta, lo cancella, lo estromette per sempre dalla faccia della pelle. Un pacco di soldi a seduta ovviamente, roba che neanche un mutuo per la casa!E poi, il laser, manco si fosse dei CD da leggere su entrambi i lati – il lato B è il più sensibile.E ancora la luce pulsata, certe sparate di raggi luminosi più cocenti del solleone d’agosto, ché anche lì qualche ustione non la si nega a nessuno. E adesso, adesso che sono tutta bella liscia come il culetto di un neonato, che cosa ti vedo???????La luce pulsata fredda, che manco un pizzicorino, manco uno strappetto … ma porc…, potevo nascere con qualche decennio di ritardo!O più semplicemente, potevo essere un uovo senza quel fottutissimo pelo dentro!Grilletto Salterino
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